Firenze - Il nuovo penalizzante regime aumenterà il costo di una bottiglia fino a 30%. Sani: «Intervenire subito con le autorità russe. Per i vini italiani introdotti dazi che sono quasi il doppio di quelli dei vini francesi e spagnoli, nostri concorrenti». La Russia ha recentemente introdotto un nuovo regime fiscale all’importazione dei vini europei che è particolarmente penalizzante per i produttori italiani, trovatisi a dover scontare un dazio che è quasi il doppio di quello dei vini francesi e spagnoli, nostri diretti concorrenti sul mercato russo. Per questo l’onorevole Luca Sani ha presentato un’interrogazione in XIII commissione Agricoltura, chiedendo a ministero delle Risorse agricole e ministero degli Esteri di intervenire presso le autorità russe per rimuovere questa forma di discriminazione che rischia di frenare il boom delle esportazioni di vino italiano in Russia «Evidentemente – sottolinea con sarcasmo l’on.
Luca Sani – le sbandierate buone relazioni personali tra il nostro presidente del Consiglio e il presidente Putin, non hanno giovato al vino italiano e toscano. La dogana russa ha infatti introdotto senza alcun preavviso un valore minimo imponibile (denominato customs profile) su cui calcolare dazi, accise e diritti doganali sui vini importati. Una decisione che, oltre a costituire una tassazione doganale aggiuntiva per le imprese, presenta inspiegabilmente evidenti disparità fra i differenti Paesi produttori: ai vini italiani verrebbe infatti applicato un valore minimo di 2,12 euro al litro, mentre per le etichette francesi e spagnole (che sono i maggiori concorrenti del settore rispetto all'Italia) il customs profile sarebbe di 1,22 euro al litro.
Si tratta di una decisione discriminatoria che comporterà un aumento del prezzo finale dei vini italiani pari al 30 per cento, rispetto ad un massimo del 12 per cento per i vini francesi e spagnoli. A denunciare questa preoccupante novità è stata Federvini, associazione nazionale che rappresenta i produttori. Novità che è intervenuta proprio nel momento in cui l’export 2010 in Russia, quinto mercato mondiale per le importazioni di vino italiano, ha toccato quota 104 milioni di euro, con un incremento del 64% sul 2009 ed un trend che tutti gli analisti di settore prevedono in forte crescita nei prossimi anni.Tutto ciò considerato, anche avendo ben presente quanto il mercato russo sia importate per i produttori vitivinicoli della Toscana, è opportuno che il ministero dell’Agricoltura e quello degli Esteri si attivino immediatamente con le autorità russe, per far rimuovere previsioni discriminatorie che possono in prospettiva danneggiare gravemente i nostri produttori, ridimensionandone la capacità di penetrazione in un mercato di 180 milioni di persone». Il testo integrale dell’interrogazione