Carrara - Il comprensorio apuo versiliese, che ha vissuto un 2010 dal consuntivo ex-import sostanzialmente positivo, ha esportato 1 milione e 700 mila tonnellate di marmi e graniti in blocchi, lastre o lavorati, per un valore complessivo di 509 milioni e mezzo di euro, con un miglioramento rispetto al 2009 del +15,6% in quantità e del +12,9% in valore. Le statistiche, elaborate dall’Internazionale Marmi e Macchine Carrara, che cura il confronto su dati Istat personalizzati che comprendono quantità e valori, mettono in evidenza che, escludendo la voce dei granulati, che localmente hanno un ruolo importante (ne vengono esportati oltre mezzo milione di tonnellate per un valore di 21 milioni di euro), le cifre assolute diminuiscono leggermente pur mantenendo il segno positivo.
(vedi tavola numero uno). Le cifre vanno confrontate con quelle del settore italiano che ha fatto segnare nel 2010, un export complessivo di marmi, graniti, pietre e travertini, grezzi e lavorati, pari a 4 milioni e 144 mila tonnellate per un valore complessivo di un miliardo e 581 milioni di euro con un aumento del + 9,5% nel valore complessivo e del +14,9% nelle quantità. È un risultato basato sulla somma delle attività di diversi distretti italiani fra i quali quello Apuo-Versiliese ha un ruolo di particolare importanza per le attività di estrazione e lavorazione del marmo bianco e per una forte presenza di aziende specializzate nella trasformazione di altri materiali italiani e stranieri. Sono soprattutto i marmi, sia grezzi che lavorati, a sostenere l’export locale.
In particolare, i blocchi e le lastre di marmo segnano un aumento del valore medio per tonnellata del +12,7%, ma migliora anche il trend dei marmi lavorati anche se non si raggiungono i livelli del 2008. Infatti, le voci statistiche relative ai marmi in blocchi e lastre crescono su base biennale in quantità (+5,14%) ma non per i valori (-1,70% rispetto al 2008). Il distretto toscano ha avuto performance migliori di quello veneto, che ha recuperato sul 2009, ma in misura minore, e mostra ancora difficoltà.
“Gli avvenimenti recenti, sia quelli relativi al Nord Africa sia quelli dell’Estremo Oriente, con il terremoto del Giappone – commenta Giorgio Bianchini, presidente di IMM Carrara - creano motivi di incertezza sul futuro per le conseguenze dirette sulle aziende nazionali e locali ma anche, e soprattutto, in prospettiva per gli effetti che potranno avere in un contesto ancora segnato dalle conseguenze della crisi economica internazionale. Se pensiamo poi al ruolo che soprattutto i paesi del sud Mediterraneo rivestono in particolare per il comprensorio apuo versiliese (particolarmente Algeria Marocco e Libia), oltre che per alcuni altri distretti produttori del centro sud Italia, sicuramente i primi mesi del 2011 risentiranno di quanto sta accadendo, e ci auguriamo che le conseguenze non si protraggano a lungo, prima di tutto per le popolazioni direttamente interessate.” Le statistiche, riferite al 2010, presentano un Nord Africa ancora stabile per l’export del comprensorio apuo versiliese che, nel 2010, ha indirizzato verso l’intera area l’11,2% di quota export in valore (granulati inclusi), e il 38% in volumi, dei quali circa il 40% granulati e il 54% circa in grezzi e lastre con valore unitario non particolarmente alto. Nell’insieme, il comprensorio apuo-versiliese ha consolidato l’export verso le aree di sbocco più tradizionali: Nord America (prima area per valore), Estremo Oriente (seconda per valore e seconda dopo l’Africa per volumi complessivi) e il Medio Oriente, ancora terza area di sbocco sia in tonnellate che in euro. I valori medi più alti, secondo le valutazioni dell’IMM Carrara, riguardano i prodotti esportati verso il Nord America (anche l’Australia ha valori medi elevatissimi ma su quantità modeste) ma tengono molto bene i valori di marmi e graniti esportati verso l’Unione Europea e paesi europei non comunitari tra i quali spiccano la Russia, la Svizzera e un Turkmenistan già presente da alcuni anni. Interessante la crescita delle esportazioni di marmi lavorati del distretto Apuo-Versiliese verso l’Estremo Oriente, anche se ancora su livelli assai contenuti con un aumento di importanza di Cina e India che, da sole, assorbono i due terzi dei valori mentre resta interessante l’export di lavorati anche verso Singapore Tailandia e Hong Kong. Le importazioni Nel 2010 le importazioni del comprensorio apuo-versiliese sono state di oltre 278 mila tonnellate per un valore complessivo di 81 milioni di Euro, con un aumento, rispetto al 2009, del +9,82 % in quantità e del +20,86% in valore, mantenendosi in linea (pur con qualche scostamento) con quelle italiane perché sulle voci di maggiore importanza, quelle relative ai grezzi, particolarmente dei graniti, l’andamento è in crescita come per quelli nazionali.
Un elemento particolare caratterizza il distretto toscano: la quota delle sue importazioni, rispetto al totale nazionale, è inferiore alla media degli altri distretti perché l’industria lapidea locale fa del marmo bianco un vero punto di forza competitivo, tanto che, a fronte di una quota export che sfiora un terzo del valore nazionale, l’import apuo-versiliese è poco superiore al 20%. Anche la qualità delle importazioni sottolinea la forte specializzazione della produzione toscana con i graniti che superano i marmi in misura assai minore rispetto al quadro nazionale ribadendo che le esportazioni locali valorizzano i marmi toscani.
I Paesi fornitori non sono diversi da quelli del ventaglio nazionale: dall’Unione Europea si riaffacciano Spagna e Portogallo mentre per il resto d’Europa la Turchia aumenta i valori ma non i volumi. Fra i fornitori extraeuropei crescono decisamente Brasile, Iran (ma con numeri ancora modesti) oltre alla Cina. L’India ha invece un andamento analogo a quello della Turchia, sale nei valori, ma non nei volumi con aumento del valore medio dei materiali inviati. I prossimi mesi ci diranno, considerando anche gli eventi che caratterizzano questo primo scorcio del 2011, fino a che punto è fatta sentire la ripresa soprattutto per le aziende specializzate e attive nell’export e se questa ripresa riuscirà a consolidarsi e ad estendersi anche al resto dell’apparato produttivo locale, consentendo di riassorbire quegli aspetti negativi e pesanti che pure hanno inciso nel corso del 2010 sulla struttura settoriale del comprensorio lapideo locale.