FIRENZE- “Non usate la chimica per combattere il cinipide del castagno.” Questa la raccomandazione rivolta dai tecnici della Regione Toscana ai castanicoltori preoccupati per i danni causati dall’insetto, conosciuto anche come “vespa cinese”. Dalla Regione si ribadisce come, fin dal 2010, sia stato avviato un progetto speciale triennale di controllo biologico del cinipide attraverso il lancio di un suo antagonista naturale, il Torymus sinensis, allevato dall’Università di Torino.
I lanci sul territorio toscano del Torymus sinensis sono stati già 27 e hanno interessato tutte le località nelle quali gli enti locali e i tecnici regionali avevano individutao la maggiore probabilità di acclimatazione dell’insetto utile. E già i primi risultati sono stati raggiunti perchè il Torymus ha cominciato a moltiplicarsi dando luogo alle prime generazioni autoctone in grado di combattere il cinipide. Il processo di riequilibrio fra insetto dannoso e insetto utile- dicono dunque gli esperti- è già iniziato.
E’ anche per questo che sarebbe sbagliato dare luogo a trattamenti chimici – sottolineano ancora gli esperti della Regione – sia perchè la chimica contro il cinipide ha dimostrato scarsa efficacia e si dimostra invece dannosa per l’apicoltura, sia perchè, paradossalmente, rischia di fare più danno e di distruggere l’antagonista naturale del cinipide, il Torymus, che ha già cominciato il suo lavoro. Inoltre – ricordano i tecnici regionali – la chimica non è compatibile con le produzioni Dop e Igp (marrone del Mugello Igp, farina di Neccio della Garfagnana Dop, castagna del Monte Amiata IGP, marrone di Caprese Michelangiolo DOP, Farina di castagne della Lunigiana Dop.). Castagnaccio e biscotti del Mugello “fatti a mano” per alzare il livello di attenzione sull’insetto killer, il famigerato “Cinipide galligeno del castagno”, arrivato dalla Cina, che sta dimezzando la produzione delle castagne.
Un grido di allarme, quello degli agricoltori, che ha portato ieri mattina, venerdì 24 giugno, davanti al Ministero delle Politiche Agricole, a Roma, questa mattina, in occasione del “Tavolo castanicolo”, una numerosissima delegazione di agricoltori toscani di Coldiretti per chiedere, al Governo, provvedimenti adeguati per “salvare” le castagne, ed i prodotti che ne derivano. Gli agricoltori hanno portato, insieme ai dolci a base di farina di castagne, come il castagnaccio mugellano, i rami delle piante colpite in segno di protesta e preoccupazione.
E proprio in Toscana parlare di castanicoltura significa parlare di una produzione tra i 5-400 mila quintali di prodotto raccolti su circa 20-25 mila ettari, tra cui spicca la produzione dell’ IGP Castagna dell'Amiata e Marrone del Mugello, la farina di neccio della Garfagnana e la farina della Lunigiana, entrambe DOP. Positivo l’esito del tavolo che ha dato seguito alla risoluzione nazionale che prevede misure di sostegno di carattere fiscale e di indennizzo per le aziende che hanno subìto danni a causa del propagarsi del cinipide, approvata il 22 giugno 2011.
Il Ministero si è impegnato “a sostenere e valorizzare la castanicoltura, adottando tutte le iniziative necessarie ed opportune, anche attraverso la predisposizione di misure di carattere fiscale o indennitario ovvero consistenti in contributi per il recupero, la manutenzione e la salvaguardia dei castagneti o per il ripristino dei castagneti abbandonati”. “Un impegno – analizza Tulio Marcelli, Presidente Regionale Coldiretti – che prende atto di una problematica che da crisi locale è diventata nazionale.
La decisione presa di mettere subito a disposizione dei fondi per avviare la lotta biologica al Cinipide del castagno è un primo risultato positivo per la salvaguardia di un settore importante per l’economia e l’ambiente”.