Firenze – Saranno superate le Comunità montane e trasformate in Unioni di comuni. Ed altre unioni saranno invitati e incentivati a costituire i Comuni più piccoli. Saranno favorite anche le fusioni tra piccoli comuni. Ma sono previste anche associazioni tra Province, la valorizzazione dell’area vasta della Toscana centrale e non mancherà il sostegno ai comuni più disagiati, montani e insulari, attraverso il finanziamento di servizi di prossimità e vicinato. Sta tutto dentro la proposta di legge di riordino istituzionale che la giunta ha approvato nel pomeriggio e che l’assessore Nencini spera e confida che il consiglio regionale possa approvare entro luglio, perché possa diventare legge a tutti gli effetti.
“È una riforma condivisa da tutti – spiega l’assessore -: in particolare dagli enti locali interessati dal riordino. La concertazione è stata fatta ed abbiamo avuto il parere positivo di tutte le categorie economiche della Toscana. Anche Anci, Upi e Uncem hanno condiviso i principi della legge”. Di pari passo con la riforma dell’assetto istituzionale andrà poi potenziata la lotta all’evasione fiscale: u no dei cardini dell’azione di governo regionale. In particolare sarà rafforzato il sistema di collaborazione tra Regione ed enti locali per l’accertamento dei tributi, già sancita dai protocolli di intesa firmati lo scorso anno (con Anci, Rete Imprese Toscana, Agenzia delle entrate, Guardia di Finanza) e dal progetto Elisa, la rete informatica e il software occhiuto che consentirà agli enti locali di parlarsi più velocemente e scambiarsi informazioni condivendo le banche dati delle diverse branche della pubblica amministrazione. “Una riforma e un riordino degli assetti istituzionali non è più rinviabile – sottolinea Nencini – Sono tredici i diversi livelli di governo e enti che insistono sul territorio regionale: sono troppi.
Con questa legge vogliamo rivoluzionare un sistema che oggi chiede minori costi, m aggiore efficienza e più chiarezza e trasparenza. Peraltro è una riforma che non costerà un centesimo ai cittadini, ma che al contrario porterà benefici in termini di risparmi e di una maggiore efficienza nei processi decisionali”. Qualche esempio? “Le unioni di Comuni e la gestione associate di funzioni fin da subito può comportare una significativa razionalizzazione delle spese – spiega l’assessore – Se tutti i Comuni con meno di cinquemila abitanti attivassero le unioni, il risparmio sarebbe di circa 6 milioni di euro solo di spese generali di amministrazione, mentre gli organi delle unioni dei comuni non hanno costi aggiuntivi perché sono costituite dai sindaci”.
Anche le fusioni fanno diminuire i costi. Se i 135 comuni della Toscana con popolazione inferiore a cinquemila abitanti scegliessero questa strada, per l’assessore e per gli uffici della Regione si arriverebbe ad un risparmio complessivo di almeno 35 milioni di euro. Lo stesso vale per le associazioni tra Province: almeno il 5% in meno di spese generali, a regime. Ma il vantaggio maggiore sarebbe quello di governare insieme funzioni fondamentali come le grandi infrastrutture o i rifiuti. Un’operazione che andrebbe di pare passo alla valorizzazione dell’area vasta della Toscana centrale, quell’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia che nei fatti e nei numeri già esiste e traina l’economia della Regione, producendo il 45% del Pil.
“Ma che – conclude Nencini – va portata a compimento anche nella sua declinazione istituzionale, in modo che i cittadini, grazie a costi minori e servizi migliori, possano trarne maggiori benefici”.