“Chiedo a Lei e al suo Paese un impegno a riconsiderare la decisi one assunta ed al pieno rispetto della giustizia sostanziale oltre che delle Convenzioni internazionali. La invito a considerare le giuste richieste di chi chiede verità e certezza della pena” . E’ questo un passo della lettera che il presidente della Regione Enrico Rossi ha inviato al presidente della Repubblica del Brasile Dilma Rousseff chiedendo che il Brasile riconsideri la propria decisione sulla negazione dell’estradizione a Cesare Battisti. Il presidente lo ha annunciato nel corso di un incontro avuto oggi nell’ambito di Pitti, con dieci esponenti della moda brasiliana ospiti speciali di questa edizione 2011. Dopo averli ringraziati per la loro presenza e rinnovato l’amicizia della Toscana, a ciascuno di loro, Rossi ha consegnato una copia della lettera inviata al presidente Rousseff. “Sono venuti qui a Pitti perché volevamo parlare con questo gruppo di stilisti brasiliani – ha spiega to Rossi – per dire la nostra opinione su chi è stato Battisti, su ciò che è stato il terrorismo in Italia e come la decisione del governo brasiliano ferisca il popolo italiano e le vittime degli anni di piombo”. Battisti, ha ricordato poi il presidente, ha commesso quattro omicidi, tre come concorrente nell’esecuzione, uno co-ideato ed eseguito da altri.
Per tutto questo è stato condannato dopo un regolare processo. “Il terrorismo – ha proseguito – non ha avuto i toni di una rivolta sociale cui lo Stato ha reagito con metodi non democratici. Il terrorismo ha prodotto atti di ferocia inaudita di fronte ai quali oggi lo Stato democratico chiede il pieno rispetto della legalità e delle leggi. Il Paese ha il diritto di chiedere che chi si è macchiato di delitti feroci debba scontare le pene cui è stato condannato. Forse in altri Paesi all’estero, e suppongo an che in Brasile, questa storia è stata raccontata in modo diverso”.