La Lega Nord Toscana ha presentato un’interrogazione e una mozione in Regione, a firma dei tre consiglieri regionali Antonio Gambetta Vianna, Marina Staccioli e Gian Luca Lazzeri, in seguito alle numerose segnalazioni di discriminazioni di genere ai danni di donne di fede islamica e di altre professioni operate da uomini musulmani durante alcuni corsi di alfabetizzazione. A causa delle convinzioni religiose degli islamici, alcune agenzie formative avrebbero creato delle classi separate fra uomini e donne. «Si parla tanto di uguaglianza.
Si parla tanto di parità di genere e di integrazione. La verità è che gli islamici non sono ancora pronti ad abbracciare le nostre regole. Imporre di non condividere con le donne gli spazi in cui si svolgono le lezioni è una pericolosa violenza di stampo medievalistico». È quanto afferma la vicecapogruppo del Carroccio, Marina Staccioli, per la quale «non è da escludere che tali seperazioni possano avvenire anche all’interno dei centri territoriali permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta».
Per Staccioli, «oltre alla Costituzione, lo Statuto della Regione Toscana afferma che la Regione “persegue, tra le finalità prioritarie: […] il diritto alle pari opportunità fra donne e uomini e alla valorizzazione della differenza di genere nella vita sociale, culturale, economica e politica. Il separare le classi facendo distinzioni di sesso è inaccettabile, nonché gravemente lesivo ed irrispettoso della nostra cultura e delle conquiste ad essa collegate. Accadimenti di questo tipo – conclude – rappresentano un vero e proprio regresso civile per la Toscana». Il Carroccio ha deciso di presentare due atti.
Nell’interrogazione, la Lega chiede se vi siano riscontri relativi alle denunce arrivate alle camicie verdi e, in caso affermativo, “quali siano le intenzioni della Giunta per prevenire tali discriminazioni di genere.” Nella mozione collegata, invece, il Carroccio impegna la Giunta soprattutto ad impedire tali fatti e a revocare l’accreditamento, “presso la Regione Toscana, di quelle agenzie che si riscontrino essersi fatte complici di atti discriminatori, siano essi di genere o di qualsiasi altro tipo”.