Per i ragazzi dell’Istituto Penale Minorile Meucci c’è un’occasione di riscatto, un’opportunità per ricominciare. Grazie all’impegno dell’assessorato all’Educazione e alla disponibilità degli insegnanti delle scuole serali del Comune di Firenze che attiveranno i corsi per conseguire la licenza media. Questo il contenuto del protocollo di intesa siglato stamani tra Comune di Firenze e Centro di giustizia minorile Toscana e Umbria, rappresentato dal direttore Giuseppe Centomani. "Offriremo la possibilità di ottenere il diploma della scuola secondaria di 1° grado ai ragazzi del Meucci – ha spiegato l’assessore Rosa Maria Di Giorgi - attraverso il percorso formativo all’interno dell’Istituto Penale che si svolgerà parallelamente a quello di alfabetizzazione già attivo nell’istituto.
Le materie di insegnamento saranno scienze, lingua inglese, tecnologia, matematica e geometria". "I percorsi modulari integrati di scuola secondaria – ha proseguito Rosa Maria Di Giorgi - saranno organizzati dai docenti dei corsi serali del Comune di Firenze e verranno sviluppati in stretto contatto e continua collaborazione con le strutture educative del Meucci e gli operatori che già lavorano all'interno, con proposte e progetti per altre attività destinate ai giovani presenti, costruendo anche una indispensabile, forte sinergia con la scuola statale di riferimento, la ‘Scuola-Città Pestalozzi’". "I docenti dei corsi serali hanno aderito con grande interesse al progetto – ha sottolineato l’assessore all’educazione - rendendosi disponibili a coprire un orario settimanale scolastico di 20 ore, articolato nelle varie discipline: italiano, storia, geografia, inglese, matematica e scienze.
La lunga esperienza maturata dai docenti dei corsi serali con un'utenza cosmopolita, estremamente diversificata e problematica anche dal punto di vista umano, legata ad esperienze spesso traumatiche, li ha portati ad accettare con passione ed interesse il progetto sviluppato insieme al Meucci". Gli itinerari didattici sono programmati con percorsi modulari finalizzati all’acquisizione di competenze basilari, specifiche per ogni modulo e per ogni ‘unità di apprendimento’, necessarie perché gli studenti possano procedere nel sistema della formazione.
I vari moduli tenderanno dapprima a rilevare le competenze linguistiche e culturali di partenza, cercando quindi di motivare gli allievi ad una presenza continua ed operativa. "C’è un posto dove la scuola acquisisce un significato in più ed è il carcere – ha concluso l’assessore Di Giorgi – il nostro obiettivo è che i sogni di libertà nati all’ interno delle mura possano continuare anche fuori dalle sbarre, una volta ritornati a casa, nella propria città, nel proprio quartiere.
Scuola non come mezzo per passare le ore dentro il carcere, ma mezzo di costruzione di rapporti sociali, e in ultimo, di prevenzione". (fn)