“Gentile assessore Giuliano da Empoli, giovedì 9 giugno inauguro la mia mostra e mettendo da parte le polemiche sarei lieta di averla come ospite. Suppongo che lei si consideri assessore alla Cultura non solo della città di Firenze, intesa come istituzione, ma anche di tutti i suoi abitanti. Compresi i moltissimi fiorentini, la stragrande maggioranza stando ai giornali, che non sentendosi minimamente offesi dalle mie sculture, dichiarano anzi di apprezzarle e non poco. La sua presenza sarebbe dunque un gesto di riconciliazione sia con me, in quanto ‘marchetta’ non più tale, che con la gran parte dei suoi amministrati”. Ecco l’invito che la scultrice Paola Epifani, in arte Rabarama, rivolge pubblicamente all’assessore Da Empoli dopo le roventi polemiche che nei giorni scorsi hanno contrapposto Comune e Soprintendenze, coinvolgendo pesantemente anche l’artista.
Allestita tra piazza Pitti, Giardino di Boboli, parco dell’Istituto d’Arte di Porta Romana e complesso delle Pagliere, la mostra ANTICOonforme presenta oltre 30 sculture monumentali e una serie di dipinti. Da venerdì sarà aperta al pubblico. “L’invito è ovviamente esteso al critico Francesco Bonami che, a suo modo, ha lanciato la feroce Fatwa nei miei confronti e, attraverso di me, contro le Soprintendenze fiorentine accusate di avermi concesso i loro spazi.
Cinzia Vecchiato, la gallerista che organizza la mostra, lo ha invitato a riflettere sul fatto che una città davvero cosmopolita non parla una sola lingua artistica, come Bonami vorrebbe, ma è come una grande libreria dove si trovano sia il romanzo d’avanguardia che il bestseller. Una metafora eccellente per un concetto che Vittorio Sgarbi ha enunciato in questi giorni presentando il Padiglione Italia della Biennale di Venezia: l’arte non ha padroni, non può averne. Né è ammissibile un’arte per soli iniziati.
Forse le mie opere non sono capolavori, però piacciono a così tanti che già questo mi riempie di soddisfazione. Per le sentenze estetiche diamo tempo al tempo. La storia non finisce oggi”.