Nel primo trimestre 2011, secondo le stime ancora provvisorie (e soggette a possibili rettifiche) effettuate sui dati di fonte aziendale (spesso non definitivi al momento della rilevazione), il fatturato del Tessile-Moda prosegue sul sentiero di crescita intrapreso lo scorso anno, sperimentando, rispetto al primo trimestre 2010, una crescita complessiva del +5,6%. In particolare, il “monte” della filiera, pur rallentando i tassi di crescita a due cifre ricordati prima con riferimento al 2010, fa registrare un aumento del +7,6%; il “valle” irrobustisce, invece, il proprio recupero evidenziando un +4,4%.
Anche se il mercato interno sia per il “monte” sia per il “valle” risulta positivo, la dinamicità maggiore si riscontra ancora una volta sulle piazze estere. Le vendite oltreconfine delle aziende a campione risultano complessivamente in aumento del +8,5%. Il fatturato estero del Tessile si mantiene in crescita su tassi a due cifre (+11,9%), mentre l’Abbigliamento-Moda fa registrare un +7,5%. L’esperienza recente di una crisi economica senza precedenti ha determinato nella business community un clima di più diffusa e generale prudenza nel valutare e prevedere i trend economici e settoriali: un simile atteggiamento da parte degli operatori si coglie ancora nella Survey 2011, anche se rispetto alla rilevazione dello scorso anno sembra farsi largo un ottimismo più convinto.
Indagando il sentiment degli operatori relativamente all’evoluzione della congiuntura, si rileva che la maggioranza degli intervistati propende per una “stabilità” delle condizioni di operatività, anche se la quota (54,8%) scende rispetto alla rilevazione dello scorso anno (60,2%), a favore degli “ottimisti”. Coloro infatti che prospettano un miglioramento dell’attuale contesto risultano infatti pari al 33,9% del campione, rispetto al 23,3% dello scorso anno. Di contro, il restante 11,3% del campione (rispetto al 16,5% dell’Indagine 2010) teme un peggioramento (12,5% per il Tessile, 9,3% per gli operatori del “valle”).
All’ottimismo “prudente” di questo primo trimestre 2011 si contrappongono, tuttavia, segnali preoccupanti per la filiera e la tenuta della ripresa: i rincari record dei corsi delle materie prime e i consumi finali di Tessile-Moda da parte delle famiglie italiane, in peggioramento rispetto al 2009 soprattutto a fronte di una stagione Autunno/Inverno 2010/2011 pesantemente negativa. Agendo ai due estremi della filiera Tessile-Moda - le materie prime da “monte” a “valle” e i consumi interni da “valle” a “monte” - tali fattori ne condizionano le prospettive di breve termine, rischiando di comprimerne le potenzialità. Il quadro generale del 2010 Dopo la débacle accusata durante la fase recessiva, nel 2010 l’industria italiana del Tessile-Moda evidenzia un discreto - e, per molti versi, soddisfacente recupero: il fatturato settoriale torna interessato da una dinamica positiva, archiviando una crescita su base annua pari al +7,2%: rispetto ai precauzionali dati pre-consuntivi diffusi da SMI lo scorso settembre si registra, pertanto, a consuntivo una dinamica più sostenuta rispetto alle attese.
Il fatturato guadagna poco più di 3,3 miliardi di euro (con solo un parziale ripiano degli 8,4 miliardi di euro persi in un solo anno) riavvicinandosi, pertanto, ai 50 miliardi circa. Preme da subito sottolineare, tuttavia, come il dato medio di filiera sconti differenti risposte del “monte” e del “valle”, i cui andamenti durante l’anno sono stati infatti ancora una volta contraddistinti da “due velocità”. In particolare, il Tessile, che negli anni scorsi aveva gravato sui risultati complessivi della filiera, confermando le teorie economiche e la sua vocazione pro-ciclica, si è giovato, tra i primi, della ripartenza del ciclo economico mondiale, mettendo a segno un vero e proprio rimbalzo del turnover pari al +16,5% (“fisiologico”, del resto, dopo un ciclo negativo). Il “valle” della filiera, reagendo più lentamente agli andamenti congiunturali, si affaccia in area positiva, ma arresta il recupero al +1,9%.
Anche il valore della produzione (variabile che, si ricorda, stima il valore della produzione italiana al netto della commercializzazione di prodotti importati) dopo un biennio in area negativa inverte la dinamica, facendo segnare un +6,5%, grazie non solo alla ripartenza della domanda intra-filiera, ma anche alla ricostituzione delle scorte. Al recupero della produzione tessile (+14,9%) fa eco tuttavia una sostanziale stabilità nel caso del “valle” (+0,4%) rispetto al valore prodotto nel 2009.
La domanda interna mostra un recupero complessivo del +8,2%. Per il Tessile le stime relative al consumo apparente indicano un incremento del +20,3% su base annua, indice della ripartenza della domanda intra-filiera su ritmi, pertanto, prossimi a quelli sperimentati sui mercati esteri. Al contrario, l’Abbigliamento-Moda sconta il deterioramento del consumo finale interno, che finisce per costituire una vera e propria “spina nel fianco” ai risultati settoriali. Più in particolare per i consumi delle sole famiglie italiane, con riferimento all’anno solare 2010, Sita Ricerca stima una contrazione del -2,2% in termini di spesa corrente.
Ma il bilancio settoriale del 2010 non è privo di indicazioni negative. In particolare, nel 2010 non risulta ancora stabilizzata la situazione di aziende e occupati. Sulla base delle elaborazioni di SMI, le aziende evidenziano su base annua una contrazione del -2,6%, corrispondente a oltre 1.400 unità. Sul fronte del mercato del lavoro, gli occupati scendono a poco meno di 459 mila addetti, facendo registrare una flessione del -4,9%, cui corrisponde una perdita occupazionale di quasi 23.650 lavoratori. Gli scambi con l’estero nel 2010 Il riflesso più evidente di quanto le imprese italiane del Tessile-Moda si siano giovate della ripartenza del ciclo economico mondiale si coglie analizzando l’andamento degli scambi con l’estero.
In particolar modo, i risultati ottenuti dall’export, per un settore in grado di generare oltreconfine mediamente la metà del proprio giro d’affari, la ripartenza della domanda mondiale si è rivelata il principale motore di crescita, finendo così per stimolare anche la domanda intra-filiera. Nel 2010 le vendite estere superano i 24,5 miliardi, evidenziando un recupero complessivo del +10,4% su base annua. In particolare, il Tessile sperimenta un rimbalzo dell’export (raggiungendo un +16%), mentre l’Abbigliamento-Moda, tornato in area positiva solo nella seconda metà dell’anno, mette a segno un incremento del +7,3%.
Anche l’import di merci dall’estero evidenzia un ritorno in area positiva, registrando nei dodici mesi un complessivo +14,8%. Analogamente a quanto rilevato nel caso dell’export, il Tessile, dopo anni di domanda interna molto debole, ritrova il tanto auspicato dinamismo, facendo segnare addirittura un “boom” del +28,8%. Il “valle”, che aveva contenuto le perdite durante la fase recessiva (-5,5%), mostra un recupero meno accentuato, ma comunque discreto pari al +8,7%. L’effetto combinato dei flussi commerciali in uscita e in ingresso (questi ultimi, come poc’anzi ricordato, interessati da ritmi più vigorosi rispetto all’export) dal nostro Paese determina nel 2010 un lieve assottigliamento del surplus con l’estero (-0,7% su base annua), passando a 6,3 miliardi circa.
Sotto il profilo geografico, il recupero in termini di export ha interessato con intensità piuttosto simili sia le aree intra-europee, in crescita del +11,1%, sia le aree extra-europee, che fanno registrare un +9,4%. Contestualmente, gli approvvigionamenti dall’estero evidenziano un ritorno di dinamiche molto positive, corrispondenti al +14,1% nel caso della UE e del +15,2% per l’extra-UE (area questa da cui proviene 60,9% delle importazioni totali di comparto). Dal punto di vista merceologico, il recupero dell’export (sostanzialmente in correlazione con la gravità delle perdite accusate nel 2009) ha mostrato intensità diverse a seconda del comparto.
Filati e tessuti, in primis, hanno assistito ad un rilancio delle vendite estere su ritmi molto sostenuti durante tutto il 2010: l’export dei dodici mesi chiude a +24,5% per i filati e a +11,5% per i tessuti. Tra i comparti del “valle” solo la maglieria sperimenta un recupero a due cifre del fatturato estero (+11,2%), mentre l’abbigliamento (in tessuto) e la calzetteria segnano rispettivamente un +5,4% e un +4,7%. Analogamente, sul fronte dell’import, i filati archiviano il 2010 con un rimbalzo del +35,9% e i tessuti del +26%.
Nel caso dell’Abbigliamento-Moda, mentre la calzetteria si ferma ad un moderato +2,7%, l’abbigliamento (in tessuto) chiude a +7,7%, mentre la maglieria a +10,2%. Il commercio estero nel 2010: analisi per Paese Venendo ora all’analisi delle vendite estere per mercato di sbocco, si rileva che Francia e Germania, anche nel post-crisi, si confermano i primi due mercati di sbocco del Tessile-Moda italiano, evidenziando peraltro dinamiche migliori rispetto alla media: l’export verso la Germania è tornato a crescere del +13,2%, quello verso la Francia del +12,7%.
Risultato soddisfacente ha interessato anche l’export verso la Spagna (+8,1%), mentre per il Regno Unito si rileva un vero e proprio rimbalzo (+18,8%) dopo le perdite accusate nel 2009. Con riferimento all’extra-UE (in crescita, si ricorda, complessivamente del +9,4%), spicca certamente la ripresa del mercato americano (+18,8%), mentre importanti mercati come Russia e Giappone mostrano timidi segnali di ripresa, con un fatturato estero in recupero rispettivamente del +3% e del +1,3%. Oltre al dato di Hong Kong (tornato a crescere del +33,8%), rileva quello del mercato cinese: la Cina, entrata tra i primi 20 mercati di sbocco del Tessile-Moda italiano, ha sperimentato un incremento del +28,9%, portandosi sui 480 milioni di euro circa.
Relativamente ai mercati di approvvigionamento, se lo scenario emerso nel 2009 risultava sostanzialmente allineato con la situazione pre-crisi, tanto più nel 2010 si trova conferma della struttura degli scambi in ingresso in Italia, venutasi a creare nel più recente passato. Le aree intra-UE registrano una ripresa media annua del +14,1%, mentre per le aree extra-UE (in grado di assicurare il 61% dell’import totale di comparto) il ritorno alla crescita raggiunge il +15,2%. La Cina si conferma primo partner, assicurando il 27,2% dell’import di Tessile-Moda in Italia.
Alla battuta d’arresto (-2,5%) sperimentata nel 2009, fa eco un +19,2% nel 2010. Cresce, inoltre, su tassi a due cifre l’import proveniente da India (+11,7%) e Bangladesh (+19,8%). Tra i Paesi extra-UE di breve raggio la Turchia, terzo fornitore, torna a crescere su ritmi del +10,7%, mentre la Tunisia cresce su ritmi più contenuti (+4,8%). Con riferimento all’intra-UE, la Germania - forte di un rimbalzo del +24,6% - si porta su oltre un miliardo di euro, la Francia registra un +4,9%, seguita dalla Romania, che sperimenta un +11,9%.
L’import proveniente dalla Spagna evidenzia, invece, un +17,1%.