“Le politiche per lo sviluppo delle realtà urbane e quindi anche quelle per Firenze e l’area fiorentina sono al centro dell’attenzione della Regione che nel Piano regionale di sviluppo attualmente all’esame del consiglio, valorizza il ruolo delle città come motore dell’economia regionale attraverso i Pis, i piano integrati che affrontano le tematiche specifiche, spesso trasversali, dei distretti. Firenze non può non essere coinvolta quando si parla di beni culturali, di turismo, di moda, anche se questi settori non possono essere affrontati soltanto a partire da questo territorio ma dovranno essere inseriti in una logica che dovrà, più che mai, essere regionale”. Così l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini è intervenuto nel corso della tavola rotonda organizzata oggi su questi temi dal Comune di Firenze e incentrata sul ruolo e le prospettive della città. “Il Piano regionale di sviluppo ha spiegato l’assessore – non è, ne può essere, una sommatoria di problematiche locali ma ha una visione d’insieme dello sviluppo toscano, una visione che si propone di affrontare i problemi di una crisi dalla quale non siamo ancora usciti insieme alle difficoltà che preesistevano alla crisi”. E a dimostrazione che le città sono viste come motore di sviluppo, l’assessore riporta i dati dei fondi europei, in particolare del Fesr, che appare oggi lo strumento principe per le politiche regionali.
“In presenza di fortissime limitazioni nella spesa pubblica – prosegue Simoncini – le risorse europee che sono le uniche svincolate dal patto di stabilità costituiscono una risorsa fondamentale. In particolare il Fondo europeo di sviluppo regionale prevede la possibilità di spendere in Toscana 1 miliardo e 200 milioni di euro fino al 2013. Di queste ingenti risorse circa il 20% &egra ve; destinato, tramite lo strumento dei Piuss, a politiche urbane e obiettivi di riqualificazione dei territori comunali, che con i finanziamenti alla tranvia fiorentina sono il 30%. Con il nuovo Prs, ricorda ancora Simoncini, la Regione si propone una sfida.
“In una fase di progressiva restrizione della spesa pubblica vogliamo individuare priorità e concentrare risorse su queste. Il manifatturiero, inteso in un’accezione moderna, è la nostra priorità. Per questo dovremo cercare un punto di equilibrio, chiedendo alle imprese un impegno anche sul fronte ambientale, ma consapevoli che solo attraverso il suo rilancio su scala regionale si potrà pensare di rilanciare distretti e territori che che, altrimenti, di fronte a una competizione globale, rischiano un lento declino”.