L’ultimo lavoro del maestro svedese Ingmar Bergman, Sarabanda, è il testo scelto per l’opera principale della prossima Festa del Teatro di San Miniato. Quel dramma popolare nato nel 1947 dal fervore di un gruppo di intellettuali sanminiatesi, decisi ad affermare, nel clima ancora turbato del primo dopoguerra, la presenza di una drammaturgia di ispirazione cristiana, e che ancora oggi rappresenta un’esperienza di grande importanza culturale. La messa in scena di Sarabanda è frutto della coproduzione tra la Fondazione Dramma Popolare di San Miniato ed il Teatro Metastasio Stabile della Toscana che hanno firmato un accordo triennale che prevede, appunto, la realizzazione a partire dalla prossima estate di progetti comuni.
Una collaborazione che pur lasciando intatte le singolarità progettuali possa mettere in comune esperienze importanti come quella del Metastasio, che si distingue da sempre per la ricerca di un teatro rigoroso dal punto di vista culturale, e quella della Fondazione Dramma Popolare di San Miniato che è il più antico festival di produzione d’Italia, oggi sempre operoso grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. Sarabanda, quello che è stato definito “il capolavoro degli addii” di Bergman, sarà l’opera d’esordio di questa collaborazione teatrale tutta toscana.
In scena, con la regia di Massimo Luconi, tra gli altri, ci saranno tre grandi attori come Giuliana Lojodice, Massimo De Francovich, Luca Lazzareschi. Sarabanda è uno spietato affresco delle relazioni parentali, un dramma di rimpianti, rimorsi, rancori che si muovo sulla scena come quella danza lenta e malinconica che dà il titolo all’opera e nella quale avviene l’ultimo confronto degli stessi personaggi, ma più crudeli e maturi, di Scene di un matrimonio. In questo capolavoro del teatro dei sentimenti ci sono tutte le cose importanti che Bergman si porta dietro in tutta la sua opera: il mistero, la vita, la morte, la ricerca di Dio.
La riduzione teatrale di Sarabanda in prima esecuzione assoluta per il teatro italiano, conserva quasi integralmente la sceneggiatura originale basandosi su una drammaturgia che seppur scritta per la macchina da presa è perfetta nei ritmi e nelle scansioni teatrali, con una scrittura limpidissima che è nello stesso tempo altissima letteratura e imponente sguardo morale sulla solitudine della nostra società. Firma le scene Daniele Spisa insieme a Massimo Luconi, mentre i costumi sono di Sabrina Chiocchio.
Il debutto è in cartellone per il 22 luglio in piazza Duomo alle 21,30. La Festa del Teatro apre invece il 6 luglio con Le Jongleur de Notre Dame, una coproduzione tra Fondazione Dramma Popolare di San Miniato e Festival Anima Mundi che debutta in piazza Duomo alle 21,30. Questi gli altri spettacoli del festival che sono invece in programma all‘Auditorium di San Martino, sempre alle 21,30: Chàris (8 luglio); Qohélet (11 luglio); Il Re David (13 luglio); Sacrum Facere (15 luglio); Le ultime sette parole di Cristo (18 luglio).