Presenti media nazionali ed internazionali stamani all'apertura dei primi loculi rinvenuti nel sotterraneo della vecchia chiesa di Sant'Orsola che ha dato nome all'intero complesso religioso. La piccola cripta scoperta dai tecnici guidati dall'esperienza del professor Silvano Vinceti non ha offerto nuovi elementi ossei di valenza significativa, se non una falange ed una testa di omero appartenenti molto probabilmente a dei bambini. Sono stati rinvenuti però dei manufatti e delle ceramiche che la soprintendenza dichiara "databili nel tardo '400 inizi del '500" che farebbero combaciare il periodo con la vita di Lisa Gherardini e soprattutto dell'opera di Leonardo. "Non aver trovato resti - spiega Vinceti, il cui entusiasmo si ravviva ad ogni secchio ricolmo di detriti - non vuol dire altro che confermare la nostra tesi secondo la quale le monache per necessità avrebbero spostato i resti dei defunti in altro luogo del Convento.
Presumibilmente, non lo diciamo noi, ma ce lo mostra il georadar, qualche decina di metri verso il centro della grande sala nella quale ci troviamo" In particolare Vinceti narra la storia di un fulmine caduto accidentalmente sul sito: "Dovete sapere che proprio ad inizio del '600 un fulmine colpì delle persone presenti nella chiesa ed è presumibile che ne sia scaturito un incendio, da qui la necessità di traslare i resti dalla cripta piccola ad un'altra più grande della quale abbiamo già individuato le scalette di accesso".
Fino ad oggi vi era solo una lapide a ricordare l'accaduto, ma durante gli scavi sono emersi elementi tali da attestarne la veridicità quali le ombreggiature presenti sugli scalini della cripta ed i legnami bruciati rinvenuti all'interno del sito. Gli scavi dunque proseguono con la stessa determinazione del primo momento "Anzi - dice Vinceti - ancor più se possibile, visto che abbiamo già trovato la prova tangibile della corrispondenza dei nostri documenti con la realtà storica e non resta che aspettare per vedere dove e a cosa arriveremo".
Fatto sempre salvo il punto essenziale per cui "In nessun caso avremo fallito" come detto dagli esperti all'inizio di questa impresa. Ma proprio il rinvenimento delle cripte e del sito cinquecentesco innesca ora un successivo enigma, molto più attuale: Cosa ne sarà delle vecchie pietre, unica testimonianza reale dell'ex Convento? A rispondere è l'Assessore Stefano Giorgetti presente al momento dell'apertura delle tombe che si è detto, se non preoccupato, certo impensierito dall'esito dei lavori. "Conoscete bene la trafila che ha portato questa struttura a poter tornare nella disponibilità della Provincia - spiega - ad oggi è in corso la riqualificazione attraverso la quale intendiamo restituire ai cittadini un luogo importantissimo per la collettività arricchito di spazi funzionali, istituzionali, ma anche di studio, artistici e non solo.
Adesso ad esempio ci troviamo nell'area che sarebbe dovuta diventare l'Auditorium da 150 posti. Certo abbiamo accolto con favore questa iniziativa e la possibilità che qui sotto possano esserci i resti di Monna Lisa, tutto fa credere che i presupposti vi siano. Ora, occorrerà ripensare il progetto anche in chiave di conservazione, magari propendendo per una caratteristica museale per questa zona collocata nei piani bassi dell'edificio" Antonio Lenoci