Una trentina di biciclette sono partite dal deposito Ataf del viale dei Mille stamani con in sella i dipendenti dell'Azienda di trasporti fiorentina che si avvia verso una privatizzazione 'insolita' circondata di mistero e di colpi di scena. Al grido dei dipendenti, contro una privatizzazione del tutto inattesa visti i buoni risultati ottenuti dall'Azienda che dopo anni ha chiuso il Bilancio in attivo, si erano contrapposte le rassicurazioni di Palazzo Vecchio, a partire dall'Assessore Falchetti. Nelle ultime ore la notizia della registrazione della società Ataf Gestioni Srl e dei 90.000 euro pronti per l'advisor che verrà incaricato di procedere con la cessione del 40% del pacchetto azionario ad un soggetto privato di supporto al pubblico. "Noi vogliamo capire chi ci sta prendendo in giro - spiega Alessandro Nannini coordinatore della RSU interna ad Ataf - se Filippo Bonaccorsi che dice di avere tutto sotto controllo oppure Matteo Renzi, non siamo preoccupati tanto come dipendenti quanto per l'Azienda stessa che da anni si occupa di trasportare i fiorentini ed oggi intravede lo spettro della privatizzazione.
Una ditta di trasporto pubblico non può crescere con il privato, perché il privato punta a speculare sul servizio mentre quello che noi facciamo è rivolto ai cittadini" Ad alimentare la protesta il megafono sistemato sulla bicicletta di Nannini che attraversa il Ponte al Pino, via Masaccio, piazza della Libertà per poi immettersi in centro in piazza San Marco, via degli Arazzieri e piazza Indipendenza dove il corteo incontra fortuitamente la ex Presidente Elisabetta Tesi che si ferma a salutare gli autisti (in foto). Le auto in transito suonano per l'inconsueto blocco stradale, ma in tanti appoggiano la protesta, come un'autista di AlteriniBus che incrocia i palloncini arancioni di Ataf o l'autista di un mezzo pesante che usa il segnale acustico d'ordinanza sulle autostrade e non mancano gli scooteristi che si voltano tra il sorpreso e il divertito per lanciare messaggi di sostegno e di critica al servizio. Massimo Milli di Filt Cgil spiega poi che la protesta nasce in tempi non sospetti contro un progetto che non ha mai visto partecipi le sigle sindacali che "al limite potrebbero anche accettare la situazione, se solo ne fossero resi noti i parametri e gli intenti significativi.
Messa allo stato attuale ci preoccupa perché non capiamo chi stia cercando di fregarci" affiancati i dipendenti da "un presidente piuttosto assente, che però negli ultimi giorni si è mostrato stranamente disponibile al dialogo" Il corteo punta verso Palazzo Vecchio e dichiara di non aver ancora finito. "A fine mese l'incontro con il Prefetto e poi altre manifestazioni verso metà maggio" promettono. "Ataf è nostra e non si tocca, la difenderemo con la lotta" è lo slogan più gettonato oltre alle invettive contro il sindaco Matteo Renzi reo di "voler coprire il deficit di Palazzo Vecchio con la vendita di Ataf". I consiglieri Tommaso Grassi e Ornella De Zordo sono intervenuti con un comunicato al termine della biciclettata organizzata dalla RSU di Ataf. “Ieri in Consiglio non è stata accolta la nostra richiesta di avere una comunicazione dell’Assessore Falchetti che rendesse conto della registrazione, che risale al dicembre 2010, della nuova società ATAF gestioni srl e che chiarisse la posizione dell’Amministrazione sul futuro di ATAF, chiedendo al Consiglio di esprimersi in merito.
Abbiamo così perso l’ultima occasione per discuterne prima del 29 aprile, data in cui si conoscerà già l'advisor della gara per la privatizzazione. Nell'operato della Giunta sono mancate ancora una volta trasparenza e correttezza istituzionale" concludono De Zordo e Grassi che aggiungono: " Mentre si tagliano corse e servizi ai cittadini, si compiono nel frattempo scelte economiche inconcepibili come i 90.000 euro per il bando per l'advisor e, ultima perla, la spesa di 5.000 euro a vettura per la riverniciatura in colore bianco delle vecchie vetture arancioni prossime alla rottamazione.
Come dire: 'basta l'apparenza!'” di Antonio Lenoci