Ieri sera al Riva Lofts Florence la presentazione in anteprima a Firenze del documentario sul cinema di Cecilia Mangini "Non c'era nessuna signora a quel tavolo" di Davide Barletti e Lorenzo Conte. Il racconto di una vita per il cinema, nella storia personale raccontata direttamente da Cecilia Mangini, documentarista, fotografa, intellettuale intervistata sui suoi film e su trent’anni di storia del nostro paese. Nel documentario Barletti e Conte selezionano le immagini di un'Italia solo apparentemente lontana: quella del boom economico, e più indietro le lacerazioni della guerra e i drammi del ventennio fascisa.
Un pezzo di storia del nostro paese visto attraverso l’obiettivo di una delle protagoniste della stagione più ricca del cinema. Il racconto appassionato di Cecilia Mangini rianima l'afflato degli intellettuali militanti che hanno animato la cultura italiana del dopoguerra. Un’epoca temprata da figure come Pierpaolo Pasolini, con cui la Mangini collaborò, e che dimostrano di avere ancora molto da dire. Cecilia Mangini [nella foto di Alice Nardi], 84 anni e uno spirito invidiabile, è sconosciuta ai più.
Documentarista e fotografa nel secondo dopo guerra ha saputo fissare in pellicola un'Italia in cambiamento che sembra sempre più lontana nel tempo ma di cui siamo irrimediabilmente figli. Dalla Puglia rurale alle fabbriche del boom economico, dalle periferie dei diseredati romani all'eredità fascista. Tutto raccontato con l'urgenza di chi sente la necessità di non dimenticare. La Mangini nei giorni scorsi è stata celebrata alla Parigi, presso la Maison des Arts di Créteil nell’ambito del Festival International de Films de Femmes, con una rassegna comprendente tutti i suoi lavori, da “Standalì, a “Essere donne”, a “All’armi siamo fascisti”.