Firenze – La procura di Firenze ha chiuso le indagini sui contratti con derivati ed altri prodotti finanziari venduti dal 1999 in poi alla Regione Toscana, al Comune di Firenze e ad altre amministrazioni comunali della provincia. La Procura aveva condotto due indagini parallele, iscrivendo nel registro degli indagati 24 persone, soprattutto operatori o consulenti di istituti bancari internazionali o società di intermediazione. Oltre all'ipotesi di truffa, tra le accuse c'è anche quella di usura, per i tassi di interessi che avrebbero sfiorato il 45%.
Lo scorso 22 dicembre la Guardia di Finanza aveva operato un sequestro preventivo di 22 milioni di euro. Il debito della Regione ammonta a circa 1,2 miliardi di euro. “Siamo soddisfatti” commenta l’assessore al bilancio e alle finanze della Regione Toscana, on. Riccardo Nencini. Secondo i filoni delle due inchieste Comune di Firenze e Regione Toscana sarebbero state truffate da nove consulenti e dipendenti di cinque società internazionali che avrebbero convinto i due enti a firmare i contratti, senza evidenziare a sufficienza i rischi e costi potenziali connessi alle singole operazioni.
Nel caso dei comnuni di San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa e Campi Bisenzio, oltre all’ipotesi di truffa, tra le accuse c’è anche quella di usura, per i tassi di interessi che avrebbero raggiunto in qualche caso il 19 o addirittura sfiorato il 45 per cento. Lo scorso 22 dicembre la Guardia di Finanza aveva operato un sequestro preventivo di 22 milioni di euro. “I derivati che abbiamo appartengono ad una stagione precedente, ma non hanno comunque alcuna finalità speculativa – aveva subito chiari to, allora, l’assessore Nencini – Sono semplicemente una polizza assicurativa: vantaggiosi quando i tassi salgono e se utilizzati in modo oculato come noi abbiamo sempre fatto, peraltro con procedure improntate alla massima correttezza e trasparenza”.
La Regione era comunque parte lesa nelle indagini. Ora, chiusa l’inchiesta, la giunta valuterà come procedere. Il debito della Regione ammonta a circa 1,2 miliardi di euro. Per un terzo è contratto a tasso fisso (che rimane bloccato anche quando i tassi calano), per un terzo a tasso variabile libero di oscillare e per un terzo (460 milioni) a tasso variabile coperto da derivati e quindi “assicurato”.