“Le affermazioni di Ligresti mi suscitano meraviglia e sconcerto”. Lo afferma il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani. “La pianificazione urbana- prosegue Giani - è competenza del Comune nella sua massima assise che è il consiglio comunale. Non si può negare a nessuno di esprimere proprie valutazioni, ma le destinazioni d’uso, le modalità di sviluppo per la città sono decisamente competenza della parte pubblica. Sicuramente nella fase di attuazione ci potranno essere intese con i privati, ma se il Comune di Firenze decide di pensare a Castello il futuro stadio secondo quanto stabilito nel Piano strutturale, non può essere condizionato dall’opinione di chicchessia .
Ritengo- conclude il presidente del consiglio comunale- che con molta serenità i cittadini devono sapere che se il Comune di Firenze nel Piano strutturale decide di prevedere lo Stadio tutti sappiano che spetta ad esso la definizione.” “Il rifiuto della localizzazione dello stadio e la richiesta di confermare la totalità delle superfici, sia pubbliche che private, da costruire nell’area di Castello previste nella Convenzione del 2005, quasi il doppio rispetto alle superfici, solo private, indicate nel Piano Strutturale adottato: questo quanto contenuto in una osservazione al Piano Strutturale presentata dalla società N.I.T.
(Nuove Infrastrutture Toscane), che fa capo a Fondiaria e a Ligresti, proprietaria dell’area di Castello, e che ha sottoscritto la convenzione del 2005 con il Comune di Firenze.” – dichiara il Consigliere Comunale Tommaso Grassi. “La convenzione del 2005 prevedeva 440.000 metri quadrati tra superfici residenziali, direzionali, commerciali e ricettive, ma solo 260.000 avevano carattere privato, le rimanenti dovevano vedere la localizzazione di funzioni pubbliche o di interesse pubblico come la sede della Regione e della Provincia.
La proprietà osserva che il Piano Strutturale adottato riporta solo questa ultima quota di superfici: perché? Un semplice errore di trascrizione o dietro vi è un ragionamento da parte del Comune che non conosciamo? E’ necessaria molta attenzione perché sostituendo i 260.000 mq con i complessivi 440.000 mq, il soggetto privato potrebbe chiedere la trasformazione di superfici per strutture pubbliche o di interesse pubblico in edifici privati, così come è stato ipotizzato per San Salvi dove le ex strutture socio sanitarie potrebbero diventare case, dando il via libera ad una speculazione urbanistica vera e propria.” “Indispensabile e urgente è che il Consiglio Comunale possa leggere la relazione di Pericu sull’area di Castello: i Consiglieri non possono esprimersi sull’osservazione presentata e prendere decisioni così importanti senza conoscere quale sia il quadro giuridico e amministrativo dei rapporti tra i privati e il Comune e senza sapere se sono stati rispettati o no gli accordi derivanti dalla convenzione del 2005.
Credo sinceramente che i dati sull’area di Castello debbano essere inseriti nel dimensionamento del piano strutturale stesso, così che qualsiasi modifica delle superfici e delle destinazioni relative avvenga in piena trasparenza nel documento che disciplina il futuro della Città e non in una delibera autonoma che cambi i contenuti della convenzione senza alcuna connessione, qualsiasi siano le modifiche, col Piano Strutturale.” “E infine sullo stadio – si chiede il Consigliere concludendo – il Sindaco non aveva annunciato che era stata già definita la sua collocazione a Castello? Cosa intende fare il Sindaco Renzi di fronte a questa novità? Come dobbiamo interpretare questo rifiuto della proprietà: un tatticismo o una chiusura all’eventuale realizzazione dello Stadio a Castello?"