L'ex senatore e assessore fiorentino Graziano Cioni, lo 'sceriffo' che in tempi diversi fondò la Ztl più grande d'Europa, che riuscì ad allontanare i lavavetri dai semafori, che denunciò due tentativi di corruzione favorendo una serie di arresti, ha deciso di raccontare la politica fiorentina dagli anni '70 agli anni 2000 togliendosi 'sassolini' dalle scarpe nella sua prima autobiografia. Lo ha fatto nel libro 'Cioni ti odia' (ed. Sarnus, pp. 192, 15 euro) scritto in questi mesi e il cui titolo è stato ripreso da alcune scritte trovate in passato sui muri di Firenze.
Nel volume, che sarà in libreria a febbraio, spiega una nota, lo 'Sceriffo' non smentisce se stesso: senza lesinare nomi e cognomi, affronta con schiettezza quasi brutale temi caldi degli ultimi 40 anni a Firenze e in Italia, la 'Gladio Rossa', Prima Linea, la massoneria, l'aver fondato con Di Pietro l'Italia dei Valori, le recenti minacce da parte degli anarco insurrezionalisti, l'inchiesta per corruzione che lo ha visto indagato insieme a Salvatore Ligresti nello scandalo urbanistico sull'area di Fondiaria Sai a Castello (Firenze).
Cioni descrive da testimone diretto, prima come esponente del Pci, poi di Pds, Ds e Pd, l'avvicendamento dei sindaci di Firenze, dall'epoca di Elio Gabbuggiani alla nuova era di Matteo Renzi. Il libro ha l'introduzione del giornalista Marcello Mancini e riporta, tra gli altri, le testimonianze del sociologo Giandomenico Amendola, dell'ex procuratore Ubaldo Nannucci e dell'ex esponente della Dc fiorentina Giovanni Pallanti che con Cioni è rimasto separato da decenni da una fiera rivalità politica.
(ANSA)