Il Comune di Terranuova Bracciolini e l’Istituzione Le Fornaci presentano la mostra “I Concini tra Mecenatismo e Avventura” dal 2 aprile al 12 giugno 2011 nello storico Palazzo Concini a Terranuova Bracciolini. L’esposizione fa parte delle iniziative previste per il SEICENTO IN VALDARNO, a cura del Sistema Museale, volte a far conoscere grandi personalità di questo periodo storico, che qui ebbero i natali: la famiglia Concini per Terranuova Bracciolini, gli artisti Giovanni Mannozzi per San Giovanni Valdarno e Giovanni Martinelli per Montevarchi.
La mostra - curata da Lucia Fiaschi, Carlo Fabbri e Stefania Bracci – illustra la vicenda umana e politica della potente famiglia dei Concini che, né nobili né particolarmente ricchi all’inizio della loro carriera, arrivarono a ricoprire ruoli di grande prestigio e potere, accumulando enormi ricchezze, prima alla corte dei Medici a Firenze e poi in Francia con Maria de' Medici. Da Bartolomeo, consigliere di Cosimo I - a lui si rivolgevano personalità del calibro di Giorgio Vasari e Benvenuto Cellini - a Concino Concini, Maresciallo di Francia, barbaramente ucciso, il 26 aprile 1617, nel cortile del Louvre a Parigi, ritratto da Rubens con la moglie Eleonora Dori Galigai nella grande tela del Louvre raffigurante il viaggio nuziale di Maria de' Medici. In mostra oltre a documenti di archivio, opere di Gregorio Pagani e Francesco Curradi, riconducibili a committenze Concini, e uno straordinario parato tessile, giunto intatto nel suo splendore di rosso e oro, realizzato da una manifattura fiorentina della fine del ‘400, testimonianza del matrimonio tra Camilla di Bartolomeo Concini e Cosimo di Francesco de’ Medici.
Esposta, inoltre, per la prima volta in pubblico dopo il restauro, l’Annunciazione di Giovanni Martinelli, scoperta recentemente da Luca Canonici nella piccola chiesa della Traiana, nei pressi di Terranuova Bracciolini, che testimonia di un clima caratterizzato da importanti committenze, creatosi nella cittadina toscana a seguito della presenza di una così influente famiglia. Grazie agli ulteriori documenti scoperti dallo studioso Riccardo Spinelli, l’opera può essere datata al 1633, si tratta quindi della seconda opera certa dell’artista dopo Il Miracolo della Mula del 1632. La tela è purtroppo deturpata da un’estesa bruciatura, che interessa in parte anche il volto della Vergine e in cui è riconoscibile la stessa modella usata per il dipinto della Samaritana al pozzo, conservata anch’essa a Terranuova Bracciolini, ora in mostra a Montevarchi per la prima mostra monografica dedicata a Giovanni Martinelli. Con l’ascesa di Bartolomeo (1507- 1577), segretario di Cosimo I de’ Medici, infatti, i Concini, diventati oramai influenti e ricchissimi, si dimostrarono generosi con Terranuova dotando le chiese di opere d’arte di primissimo piano.
E’ il caso delle due opere, oggi in mostra: la Madonna in trono con il Bambino e i santi Michele Arcangelo e Benedetto di Gregorio Pagani - dipinta nel 1595 per la chiesa di San Michele delle Ville - commissionata da Giovanbattista, figlio di Bartolomeo e l’Annunciazione di Francesco Curradi del 1619, riconducibile con ogni probabilità a Bartolomeo, fratello di Concino, che fu senatore del Granducato di Toscana. E’ con Concino, figlio di Giovanbattista e nipote di Bartolomeo, che la famiglia Concini giunge ai vertici dell’establishement politico e finanziario dell’epoca.
Giovane avvezzo a frequentare il bel mondo fiorentino, dove seppe mettere a frutto il prestigio della propria famiglia e i propri talenti, Concino (Firenze dopo il 1570, Parigi 1617) riuscì a far parte dell’ambita schiera dei cortigiani che accompagnarono Maria de’ Medici per unirsi al proprio sposo, Enrico IV re di Francia. Tra le gentildonne al seguito della regina nel viaggio da Livorno a Marsiglia, Concino ebbe modo di conoscere la futura sposa, Eleonora Dori Galigai, che di Maria de’ Medici era sorella di latte, dama di compagnia e intima amica.
Concino ed Eleonora si sposarono, con il beneplacito di Enrico IV, il 12 luglio 1601. Cominciò così l’ascesa politica del nobile terranuovese, che il re aveva insignito del titolo di Gentiluomo di Camera e Maestro di Casa della regina. Con la morte di Enrico IV la carriera della coppia conobbe una nuova impennata, con Maria, reggente in nome del figlio, che li favoriva in ogni modo. Oramai ricchissimo, Concino poté accedere all’ambitissima carica di Maresciallo di Francia, e, di fatto, governare lo stato con l’avvallo della regina reggente.
Furono sette anni di potere incontrastato, minato però dal malcontento dei nobili francesi che, mal tollerando gli stranieri, reggente compresa, alimentavano le ambizioni di governo del giovane Luigi XIII. Fu proprio Luigi ad acconsentire alla congiura, in seguito alla quale venne ucciso Concino, imprigionata e poi uccisa anche la moglie ed esiliata la figlia Camilla. La tragica vicenda ebbe ovviamente importanti riflessi sulle sorti della famiglia, anche se la cospicua sostanza economica ne soffrì poco, ed i Concini continuarono ad impegnarsi per il decoro di Terranuova.