Firenze - No alla localizzazione di Coltano, presso Pisa, per un mega-campo da 500 posti, sì all’accoglienza dei profughi di Lampedusa in strutture più piccole, diffuse sul territorio regionale e gestite dal volontariato e dalle istituzioni locali. Su questa linea di disponibilità il presidente della Regione Enrico Rossi ha ricevuto oggi l’assenso del sistema toscano delle autonomie, i cui rappresentanti hanno partecipato oggi alla riunione convocata sul tema a Palazzo Strozzi Sacrati.
C’erano tra gli altri il presidente dell’Anci Toscana, Alessandro Cosimi, rappresentanti delle amministrazioni provinciali, comunali e il prefetto di Firenze, Paolo Padoin. “La Toscana – ha detto al termine dell’incontro il presidente Rossi – ha le energie per far fronte all’accoglienza dei profughi e rispondere positivamente alla richiesta di disponibilità venuta dal presidente della Repubblica e dal governo. Noi siamo per un federalismo cooperativo e responsabile, non ci rifiutiamo di fare il nostro dovere e vogliamo affrontare questa importante prova di governo.
Per questo ci vogliamo assumere la responsabilità di auto-organizzarci e proponiamo un nostro modello”. “D’imperio si è individuato Coltano come luogo dove allestire un campo – ha proseguito il presidente – Una soluzione che non condividiamo e che per caratteristiche oggettive comporta problemi e difficoltà di gestione. Penso a tensioni interne che si potrebbero creare e che potrebbero riversarsi anche all’esterno. Dobbiamo tutelare la sicurezza dei cittadini e anche il rispetto dei diritti umani, quegli stessi diritti per cui è in atto l’intervento sulla Libia.
La nostra proposta è quindi quella di ospitare lo stesso numero di persone, circa 500, in strutture più piccole, diffuse nelle varie province, più controllabili e più facilmente integrabili con il territorio”. Sarà questa la proposta che il presi dente Rossi avanzerà al ministro Maroni e che porterà domani pomeriggio all’esame della Conferenza Stato Regioni a Roma. Quanto alla non disponibilità all’accoglienza dei profughi annunciata dal comune di Prato il presidente Rossi ha commentato: “Un no sbagliato, tutto politico.
Naturalmente avremmo tenuto conto della specificità di questa città”.La tendopoli sarebbe ubicata all'interno del Parco naturale che, per ovvie ragioni, non si presterebbe, per assenza totale di servizi, a svolgere una funzione di contenimento ed accoglienza. Il Prefetto di Pisa conferma al primo cittadino la decisione e Filippeschi scrive al Governo. La lettera aperta al ministro Roberto Maroni pubblicata su Facebook. "Signor Ministro, sono a chiederLe un incontro, con la massima urgenza, per valutare finché si è in tempo le scelte che si starebbero delineando con la collocazione a Pisa, in località Coltano, di un centro di accoglienza, con una tendopoli, per far fronte all’emergenza-profughi, a causa delle vicende in corso in Libia e in altri paesi del Medio Oriente. La notizia contenuta in un lancio d’agenzia dell’ANSA, letta in tarda serata di ieri e mi è stata confermata dal Sig.
Prefetto di Pisa, che era stato fatto partecipe dell’intento nella mattinata, senza per altro informare di ciò le istituzioni locali, rappresenta per il metodo una grave lesione dei rapporti istituzionali e nel merito desta grandi e motivate preoccupazioni. Quale Sindaco di Pisa, contesto radicalmente una scelta compiuta senza nessun rapporto d’informazione e di confronto preventivi, né informali e tantomeno formali. Scelta tanto più grave perché tale da scavalcare e spiazzare anche la Regione Toscana che, per i suoi compiti istituzionali, stava approntando soluzioni d’accoglienza distribuite nel territorio, valutate per i diversi profili e sostenibili, da proporre al Governo. Il Comune di Pisa ha già a suo carico importanti e dimostrabili impegni d’accoglienza per cittadini immigrati, come Lei ben conosce, avendo sottoscritto il 9 giugno 2010 il “Patto per la sicurezza urbana”, dovendo gestire situazioni già critiche, che non ammettono scelte non condivise e ulteriori appesantimenti. La località di Coltano, zona di bonifiche con alta instabilità idraulica, è pienamente ricompresa nel Parco naturale di San Rossore, Riserva della biosfera per l’Unesco e area di sviluppo rurale e turistico.
Il sito che si dice sia stato scelto, una stazione di trasmissioni militari dismessa di proprietà demaniale è assolutamente non predisposto per l’accoglienza (tutti i servizi risultano disattivati, le strutture coperte sono generalmente prive di finestrature e di servizi igienici, con pavimenti flottanti e non sempre stabili, mentre le aree esterne richiederebbero verifiche della praticabilità dei terreni), dista poche centinaia di metri dalla “Stazione Marconi” – un sito storico di grandissima importanza, per cui vi sono progetti di recupero e valorizzazione, da cui Guglielmo Marconi fece le esperienze più importanti per le trasmissioni radio – e pochi chilometri dal “campo di prigionia” realizzato dagli Alleati nel primo dopoguerra, nel 1945. Si tratta dunque di una collocazione che appare non giustificabile, soprattutto a fronte delle proposte che la Regione Toscana ha studiato e può proporre al Governo, che non ricomprendono il sito di Coltano e che non gravano su una sola città. Inoltre, non è dato sapere quali sono le caratteristiche dei cittadini profughi che sarebbero ospitati, quanto durerebbe l’ospitalità e se questa fosse da intendersi provvisoria e non invece prefigurasse un intervento permanente, assolutamente improprio, per le ragioni solo in parte descritte. Chiedo dunque di poter avere un incontro con Lei per poter correggere un’impostazione delle scelte non condivisa e certamente dannosa per la comunità che rappresento" Duro commento arriva dal vicepresidente del Pdl alla Camera.
“La cultura dell’accoglienza e della solidarietà del Pd della Toscana rossa e la richiesta al Governo di risolvere in fretta la questione dei clandestini tunisini che bivaccano a Lampedusa si è infranta al primo scoglio – ha detto il vicepresidente del Pdl alla Camera, l'on Maurizio Bianconi -. La tecnica del dire una cosa e farne un’altra, tipica della sinistra ad ogni latitudine , ha avuto la sua ennesima evidente dimostrazione. 'Via in fretta i tunisini da Lampedusa verso altre destinazioni; Governo razzista e impreparato', dicevano.
Ma poi se il Governo fa in fretta ci si lamenta, con una faccia di bronzo da primato, che questo non si è confrontato con la Giunta regionale, con le province, con i Comuni, con le associazioni di volontariato, o che magari non si è costituito un comitato per l’individuazione dei siti, e che non si è consultato le popolazioni. Ci mancava solo la richiesta di indizione di un referendum consultivo. Ed intanto il Governo i clandestini dove li metteva? No, cari Manciulli e Rossi, voi volete solo fare i 'ganzini', parlare come vi pare e fare come vi pare.
Ma ora siete all’angolo. Io penso che noi non dovevamo fare sbarcare nemmeno uno che non fosse realmente rifugiato politico, cioè nessun tunisino. Quelli sbarcati andavano rifocillati, rivestiti e rimandati a casa. Ma io ho il coraggio di dirlo, mentre voi volete fare 'i bravi con il sedere degli altri', per usare un’espressione popolare volgare ma efficace. Troppo comodo. Ma questa volta il nodo è arrivato al pettine, e vi siete presi una bella sputtanata”. "Guai a creare confusione e inutili allarmismi: nell’area di Coltano potrebbero sorgere le tendopoli destinate ai profughi libici che, al momento, in Italia non ci sono.
Altra cosa sono gli immigrati irregolari tunisini che stanno soffocando Lampedusa, e che sono da rimpatriare senza se e senza ma". Lo afferma il Consigliere regionale del Pdl Giovanni Donzelli, che così si inserisce nel dibattito innescato dalle notizie di sopralluoghi e verifiche avviati per costruire nel pisano, in una ex area militare, la terza tendopoli per ospitare migranti. "Per quanto riguarda l’accoglienza ai profughi che potrebbero arrivare dalla Libia – sostiene Donzelli – è chiaro che la Toscana dovrà fare la sua parte, così come le altre regioni e soprattutto le altre nazioni europee, in primis l’attivissima Francia.
Ma per ora non c’è traccia di profughi libici in Italia. Per ora si tratta unicamente di immigrati clandestini dalla Tunisia. Dunque, è lapalissiano: ora come ora, a rigor di logica, Coltano non dovrebbe ospitare nessuno, dato che profughi dalla Libia ad oggi non ne sono arrivati. Se poi il governatore Enrico Rossi intende ospitare i clandestini tunisini, allora bisogna che se ne assuma la responsabilità. Senza però dare la colpa al governo" “Alla prima prova dei fatti la grande solidarietà umanitaria della regione Toscana è scomparsa – hanno dichiarato gli onorevoli Pdl Massimo Parisi e Riccardo Migliori - .
Nascosta dietro il dito della permalosità per una mancata consultazione (dopo che in tre anni le “consultazioni” con il Governo non hanno prodotto alcuna volontà di localizzare sedi toscane dei centri di identificazione ed espulsione per i clandestini), la Giunta regionale e il Pd toscani contestano l’arrivo nella nostra Regione degli “irregolari” tunisini prima del loro rientro in patria. Fino a ieri Lampedusa era una “vergogna” per il Pd; oggi - come un qualsiasi amministratore leghista accusato di paure egoistiche – la civilissima Toscana balbetta uno sbrigativo “no” alle prprie responsabilità.
Il PdL invita il Governo a considerare definitivamente la Toscana parte integrante e non secessionista del territorio nazionale, e, garantendo ogni forma di sicurezza ai cittadini e celerità nelle operazioni di identificazione ed espulsione degli immigrati irregolari, a procedere senza le inutili consultazioni diplomatiche con una Regione tesa da sempre a boicottare le politiche del Governo contro la clandestinità”. "Coltano, frazione del comune di Pisa, ricca di numerose testimonianze archeologiche.
In passato, è stato sede, nei primi quarant'anni del XX secolo, del più importante centro radio d'Europa per comunicazioni transcontinentali, ed ha ospitato durante la seconda guerra mondiale uno dei più duri quanto controversi campi di concentramento alleati in Italia. Alla 92a Divisione «Buffalo» della V armata USA, fu affidata, tra il maggio e il settembre 1945, la gestione del campo di concentramento in cui furono rinchiusi circa 35 mila ex militari della Repubblica Sociale Italiana. La località comprende un'ampia area di campi coltivati, ed una vasta pineta, inclusa nel Parco di San Rossore. Numerosi canali attraversano o delimitano il territorio, in quanto l'intero areale, in origine paludoso, è stato bonificato a partire dal 1922 dall'Opera Nazionale Combattenti attraverso un sistema di idrovore e canalizzazione, tuttora ben presenti".
(fonte Wikipedia)