"Siamo arrivati ed abbiamo trovato degli accordi per un'opera realizzata in 1800 giorni che detto in parole povere sono praticamente 6 anni - così il sindaco Matteo Renzi ha spiegato la via verso la Linea 2 - io non voglio esagerare, anche se confesso che sono rimasto colpito dal Giappone dove in 6 giorni hanno rifatto una strada lesionata dal terremoto. Il nostro accordo con la Società costruttrice che ha vinto il Project decreta una riduzione sensibile dei tempi. Noi partiremo da maggio con la Linea 2 per la quale stamani abbiamo approvato il progetto in linea tecnica ed abbiamo dato la prescrizione dei mille giorni per collegare Peretola con Santa Maria Novella. Butteranno un po' all'aria Firenze - spiega - ma l'importante è che venga fatta alla svelta, anche facendo tesoro degli errori commessi in passato.
Metteremo a disposizione il nostro assessore Massimo Mattei per parlare con i cittadini all'interno di assemblee pubbliche, una vera task force da mettere in atto. Abbiamo visto tutti le critiche di questi anni e adesso c'è un servizio che funziona. Credo sia un dovere realizzare il tutto nei tempi che ci siamo dati, intendo arrivare al 2014 in tempo per la mia seconda candidatura a sindaco di Firenze, non è una mia scommessa ma della ditta che la realizzerà visto l'impegno che si prende con noi.
La Tram ha questa prescrizione e penso e credo possa farcela, visto che le cose se si vogliono fare si fanno, basta vedere il Parco della Musica che è nato in poco tempo dal nulla" "La Linea 2 oggi si ferma a Peretola, ma con una planimetria sotto mano - spiega ancora il sindaco - è chiaro che sarebbe ottimale arrivare alla Stazione di Castello ed al polo studentesco. Noi vogliamo arrivare da Peretola anche al Polo di Sesto, e con la pista parallela saremmo favoriti in questo, ma poi vogliamo arrivare in centro e da lì portarci fino a Bagno a Ripoli. Il percorso in corso di studio prevede l'attraversamento del centro come in Metropolitana, l'obiettivo è di andare sotto terra.
Sarebbe bello avere il quadro complessivo di tutto, ma certo le strade di Firenze non si prestano ad ospitare la tramvia, io addirittura vorrei pedonalizzare ancora di più il centro storico. Intanto partiamo però con la Linea 2, poi vedremo i sogni ed i progetti. Sarà bene lavorare a realizzare le cose e non sognare adesso. A regime la Tramvia ci andrà tra 10 anni, non tra dieci giorni".
"Ci sono contestazioni e riserve nell'iter burocratico e complesso di un Project, se si finisce per tempo c'è un premio/incentivo altrimenti sul ritardo ci sono sanzioni. Ancora non tutti i documenti sono in regola, mancano gli studi per le verifiche sulla Linea 3 sul tratto Leopolda - Piagge e Cascine - Manifattura" Uno scambio di battute in corso d'opera tra Matteo Renzi e Massimo Mattei rende bene quanto accaduto in questi anni a Firenze attorno al tema tramviario: "L'assessore Mattei - ha detto Renzi indicando il delegato alla Mobilità - sarà come San Sebastiano pronto a ricevere le critiche e le perplessità del pubblico".
"Facciamo San Bernardo" ha replicato Mattei ricevendo come richiamo "..quello è un cane, forse preferiresti san bitter, ma sarebbe peggio". In realtà San Sebastiano e la sua icona religiosa richiamano, anche se con tono blasfemo, quanto accaduto negli anni passati durante assemblee infuocate in cui l'ex assessore alla Mobilità e vice sindaco Giuseppe Matulli, deus et machina del sistema tramviario cittadino, si ritrovava ricoperto di insulti e costretto ad alzare i toni della conversazione per poter imporre il volere dell'Amministrazione su una cittadinanza lasciata all'oscuro di molti passaggi fondamentali.
"Si procede a vista" si diceva, e così era per stessa ammissione tardiva degli uffici comunali che hanno più volte spiegato come fossero impossibilitati a conoscere per tempo le criticità che si sarebbero verificate. Dall'inaugurazione del primo ramo tramviario, Firenze ha dimenticato i disagi costituiti dai cantieri, per diversi mesi infatti si è fermato tutto. L'attenzione si è spostata sullo sventramento di Campo di Marte ed aree attigue per la TAV, sulla Stazione Foster e quegli ex-Macelli dove fino a poco tempo fa si pensava solo per questioni inerenti la Mukki ed i punti di raccolta premi o per l'Ufficio oggetti smarriti. Adesso riparte la sfida più difficile con la città e l'approccio offerto da Matteo Renzi è decisamente diverso da quello di Leonardo Domenici che, delegando Matulli, si era di fatto lavato le mani dal dover seguire ciò che avveniva in città. Lo stesso Matulli ha ammesso di non esser stato particolarmente invitato o spinto dall'allora sindaco ad incontrare la cittadinanza per spiegare le fasi di cantierizzazione.
Al tempo stesso il Progetto d'insieme fornito al Comune al tempo dei primi cantieri era lacunoso, difficile da leggere persino per i tecnici che poi dovevano rapportarsi alle esigenze dei residenti, dei commercianti, apparendo sempre autoritari nel decretare la 'scelta peggiore per tutti'. "Adesso ci sono rappresentanti dei Comitati contro la Tramvia che mi adorano - ci ha confessato Matulli - ed è un segno interessante di quanto è accaduto in questi anni. Non potevamo fare di meglio, anche se in alcuni casi, come l'Info Point attuato presso la Stazione Statuto siamo arrivati a spaccare le posizioni interne ai comitati mostrando quanti si muovevano per vero interesse e quanti per partito preso.
Ma il cambiamento urbano a Firenze non piace, non viene facilmente digerito e questo lo capisco. Adesso, fuori da tutto, posso godermi i risultati ottenuti e guardare con sguardo diverso e rilassato a chi dovrà occuparsene, io ho sofferto particolarmente quei momenti e le varie preoccupazioni conseguenti" Era un'altra Tramvia, adesso possiamo dirlo, non era Metropolitana, non aggirava il centro, non era integrata, era votata ad unire nel minor tempo possibile Scandicci con Firenze, possibilmente "senza se e senza ma".
Colpa della novità, qualcuno direbbe "Da qualcosa si deve pur cominciare". Come è iniziata lo sappiamo, come finirà è quanto ci apprestiamo a raccontare da qui ai prossimi anni. Quando Renzi dichiara: "Ci sarà un assessorato a disposizione 24 ore su 24 per i cittadini" si prende una grande responsabilità, ci mette la faccia e 'salva' quella dell'assessore Mattei che sarà solo un intermediario con alcuni poteri gestionali. E Ornella De Zordo Per unaltracittà ribadisce ancora una volta le sue posizioni: “La linea 2, il cui progetto esecutivo oggi il sindaco porta in Giunta per l'approvazione, ha nodi complessi da risolvere sia per una corretta cantierizzazione che per l'impatto trasportistico e ambientale: interramento nella ex palude di Gondilagi, la strettoia di via di Novoli, il viadotto sopra il ponte sul Mugnone, l’attraversamento dell’edificio del Mazzoni e dei viali Belfiore e Rosselli proprio dove la linea sarebbe adiacente al metrotreno da noi proposto; difficoltà che ne incrementano a dismisura costi e tempi di realizzazione.
La tramvia 2 è sostituibile con la linea di metrotreno da Porta a Prato/Leopolda-Puccini-Cascine fino alle Piagge, già prevista come linea 4 nel Piano strutturale, e da far integrare con l'altra linea tramviaria 5. La linea 3 potrebbe essere evitata, con grande risparmio di risorse e di consumo di suolo, progettando il metrotreno con le fermate Rifredi-Dalmazia-Macelli-Santa Maria Novella sull'attuale sede ferroviaria e collegandolo poi alla linea tramviaria 5, Dalmazia-Viale Redi-Cascine-Foggini.
Questa la proposta da noi presentata già in occasione della discussione del Piano strutturale e oggetto anche di Osservazione al P.S. Il tracciato attuale ha nodi molto difficili da sciogliere: via dello Statuto con la costruzione di un nuovo sottopasso ferroviario da via Crispi la cui cantierizzazione simulata paralizzerebbe la direttrice per Sesto, il passaggio per viale Strozzi e quello per piazza Dalmazia”. di Antonio Lenoci