Firenze - Il sindaco Renzi, in consiglio comunale a Firenze ha detto che i lavoratori del Maggio, in Giappone, non sono stati esposti a pericoli. “Sono orgoglioso e grato” ha detto il sindaco Matteo Renzi riferendosi ai lavoratori del Maggio Musicale che hanno “lavorato in un contesto non facile” e ha sottolineato che “abbiamo fatto tutto quello di cui c'era bisogno” e “ci siamo assunti il rischio e la responsabilità di chiudere la tournee convinti che era necessario farlo”. E nessuna polemica con il Governo che invitava alla cautela.
In più il sindaco ha ribadito che in Giappone non ci sono state “violenze fisiche o verbali” nei confronti dei lavoratori che volevano lasciare Tokyo in anticipo “Il sindaco non può venirci a dire che va tutto bene, che non ci sono problemi, che la situazione è stata gestita in maniera perfetta – ha detto Marco Stella, consigliere comunale del Pdl -. Non mi basta la rassicurazione dei medici che dicono che i valori alterati delle analisi non sono preoccupanti: i lavoratori dovevano tornare senza nessun tipo di contaminazione, erano in Giappone a lavorare, chi aveva la responsabilità delle decisioni dovrà fornire una spiegazione.
Cosa è successo in Giappone? Chi ha deciso di rimanerci? Cosa si sono detti il sindaco e la sovrintendente al telefono nelle ore prima della decisone di farli tornare? Sono state fatte veramente pressioni sui lavoratori? Il sindaco ha scelto direttamente la sovrintendente: una scelta compiuta in piena autonomia, una scommessa. Bene, mi sembra che la scommessa sia stata persa. Abbiamo assistito ad una totale incapacità di gestione della situazione: ora chi ha preso le decisioni se ne assuma la responsabilità”. “Sia il Comune che il governo hanno gestito la vicenda con azzardo e troppa leggerezza – fanno sapere la vicecapogruppo di Fli Bianca Maria Giocoli e del consigliere Stefano Bertini .
La tragedia imponeva fin da subito rispetto e inutile era l'esibizione ostentata di coraggio del sindaco nel momento in cui annunciava il viaggio a Tokio. Forse, se anche la Colombo fosse rimasta a Firenze, ci sarebbero state meno polemiche. Il governo e in particolare il Ministero degli esteri hanno il dovere di proteggere i connazionali e ancora oggi vi è assoluta incertezza sull'obbligo del rimpatrio. Ma l'esigenza che pare più impellente è che si faccia chiarezza definitiva su ciò che è realmente accaduto in Giappone e ciò anche per evitare ogni forma di strumentalizzazione.
Vi sono esponenti del Maggio che hanno detto di essere rimasti praticamente ‘prigionieri’ in quella tragica situazione e di aver addirittura subito delle pressioni da parte della sovrintendente. A tutto ciò occorre dare una risposta, in modo che sia chiaro, se è vero, che nella vicenda si è privilegiato il rispetto della salute dei lavoratori piuttosto che il bilancio della fondazione”.