L’onorevole Luca Sani ha presentato una risoluzione in XIII Commissione agricoltura per chiedere al Governo d’impegnarsi con l’Unione europea per la sospensione del Regolamento comunitario 61/2011, che entrerà in vigore il prossimo 1° aprile. Il Regolamento rischia infatti di alimentare la pratica della “deodorazione” dell’olio di bassa qualità, permettendone la commercializzazione con un limite massimo di “alchil esteri” in quantità di gran lunga superiore a quello contenuto nell’olio extravergine di oliva ottenuto dalla spremitura di olive fresche e sane. «Pur avendo l’intento positivo di normare in termini analitici il contenuto dell’olio extravergine di oliva – spiega Sani – il Regolamento comunitario potrebbe incentivare la produzione e l’immissione sul mercato di olio di dubbia qualità e provenienza, comunque etichettato come olio extravergine di oliva, arrecando così danno alle produzioni di qualità e alla salute dei consumatori.
È evidente quindi il danno enorme che questa pratica porterebbe ai nostri produttori di olio extravergine d’oliva. Proprio recentemente, infatti, il Corpo Forestale dello Stato ha effettuato il sequestro di una ingente partita di olio “deodorato”, cioè olio di scarsa qualità rettificato in olio apparentemente senza difetti, ma non commercializzabile legalmente come olio extravergine di oliva». Essendo l’olio extravergine di oliva uno tra i principali prodotti agroalimentari che qualificano il made in Italy – aggiunge Sani – la risoluzione che ho presentato impegna «il Governo in sede nazionale ad assumere le opportune iniziative per salvaguardare la produzione italiana di olio extravergine di oliva e la sicurezza alimentare.
Intensificando i controlli sui prodotti destinati al consumo e aumentando le sanzioni contro chi viola le norme in materia di sicurezza alimentare, con il varo di ulteriori e specifiche indicazioni sulla corretta etichettatura dell’olio extravergine di oliva in linea con quanto già approvato dal Parlamento. In sede comunitaria, invece, ho chiesto la sospensione dell’entrata in vigore del regolamento 61/2011, che fissa un elevato quantitativo degli “achil esteri” nell’olio extravergine di oliva tale da non garantirne la buona qualità, anche al fine di verificare se tale limite possa incentivare e favorire la pratica della “deodorazione” e per valutare più approfonditamente le conseguenze che i limiti fissati possono produrre sul piano della contraffazione e della sicurezza alimentare. L'obiettivo di questa risoluzione - conclude Sani - è anche quello di aprire una riflessione seria sulla valorizzazione de la tutela dell'olio extravergine di oliva, considerato che il mercato è invaso da prodotti di bassa qualità e spesso anche contraffatti, ma anche che gli alti costi di produzione stanno spingendo molte aziende agricole ad abbandonare questa produzione.
Per questo mi auguro che in Commissione agricoltura tutte le forze politiche trovino una convergenza unitaria, come peraltro è già avvenuto in occasione della normativa per l'etichettatura obbligatoria, sulla quale l'Italia ha ottenuto un risultato importante ma che ancora deve ottenere la legittimazione di Bruxelles».