Per non dimenticare. Si rinnova l’impegno di tutte le istituzioni locali per ricordare i tanti giovani innocenti deportati da Firenze per motivi politici nel 1944 e rinchiusi nei campi di concentramento. In occasione del 67esimo Anniversario della deportazione dei fiorentini nel lager di Mauthausen, si è svolta stamani, lunedì 8 marzo, una cerimonia in Piazza Santa Maria Novella, organizzata dall’Aned di Firenze, alla presenza dei Gonfaloni dei Comuni del territorio, oltre a quello di Firenze, della Provincia e della Regione Toscana. All’iniziativa – che rientra nell’ambito della due giorni “La Memoria ha un futuro di pace” – era presente la delegazione del Comune di Mauthausen, con il Sindaco Thomas Punkenhofer, in occasione del secondo anniversario del patto di Fratellanza fra il Comune di Firenze e quello austriaco; Marcello Martini, ex deportato di Mauthausen; Alessio Ducci, Presidente Aned Firenze; Matteo Renzi; Sindaco di Firenze; Daniela Lastri, Ufficio di Presidenza Consiglio Regionale; Giovanni Di Fede, Assessore alla Pubblica Istruzione Provincia di Firenze; Rosa Maria Di Giorgi, Assessore all’educazione Comune di Firenze. “Oggi celebriamo un 8 marzo particolare per una duplice motivazione – ha detto Alessio Ducci, Presidente dell’Aned Firenze.
Intanto, perché nessuno di quei ragazzi deportati nel ’44 è più con noi. L’ultimo di loro era Mario Piccioli ed è scomparso nello scorso agosto. E, particolare anche perché la delegazione del comune di Mauthausen è qui per rinnovare il gemellaggio con Firenze: un segnale forte che abbiamo voluto dare due anni fa, per indicare che noi siamo pronti a pacificarci con chiunque, purché dall’altra parte ci sia un interlocutore serio che si assuma le proprie responsabilità storiche e che sia pronto a chiederci scusa, proponendoci un progetto di Memoria condivisa”. Durante il suo intervento il Sindaco Thomas Punkenhofer, ha donato al Sindaco Matteo Renzi e alla città di Firenze, una pietra raccolta dal campo di Mauthausen, “con la volontà di far ritornare ‘a casa’ le anime dei molti fiorentini sterminati su quella terran e in quei luoghi di barbarie”.
“Essere qui – ha aggiunto nel suo intervento l’Assessore Di Fede – è fondamentale perché oggi il grave pericolo che corriamo è quello di rimuovere, di dimenticare anche a causa di revisionismi che minano le basi della Memoria. Abbiamo il dovere morale di continuare a ricordare perché la democrazia rimane viva se noi la preserviamo e la custodiamo per il futuro”. “Io ero la matricola 76.430 – ha raccontato Marcello Martini, sopravvissuto al campo di Mauthausen – e quando sono stato deportato avevo solo 14 anni.
Da allora io le persone le vedo nude, così come nudi erano i miei compagni, ed io stesso: spogliati di tutto, davanti alla atrocità umana. Ma l’insegnamento più grande che questa esperienza mi ha lasciato è che non bisogna attaccarsi alle cose materiali, perché quelle possiamo perderle da un momento all’altro. Ciò che non perderemo mai, che nessun essere umano potrà mai portarci via è ciò che abbiamo nella testa, nelle mani e nel cuore. Perché la ricchezza morale e la conoscenza sono qualità inviolabili”. Successivamente la delegazione si è recata al binario 6 della stazione di Santa Maria Novella, dove è stata inaugurata la nuova targa in memoria dei deportati della provincia di Firenze, realizzata con il contributo del Consiglio Regionale Toscano. In allegatodue fotografie relative all'evento in Piazza Santa Maria Novella ed una sull'inaugurazione della targa alla stazione (da sinistra: Alessio Ducci, Presidente Aned Firenze, Thomas Punkenhofer, Sindaco di Mauthausen, Rosa Maria Di Giorgi, Daniela Lastri e Giovanni Di Fede)