Il progetto è stato presentato stamani mattina a Firenze nella sede della Lega delle Cooperative Toscana da parte dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Gianni Salvadori, di Stefano Bassi, presidente di Legacoop Toscana, di Roberto Negrini, presidente Legacoop Agroalimentare Toscana e dell’esperto di materie giuridiche, l’avvocato Carlo Bossi . “L’idea che ci ha mossi – ha dichiarato Roberto Negrini – è che vada contrastata la tendenza all’abbandono dei terreni e delle produzioni da parte dei soci di cooperative, e che al contrario bisogna lavorare per mantenere ed incrementare la produttività dei terreni in abbandono, e in questa ottica anche favorire il ricambio generazionale in agricoltura”. Agricoltori: il 34% ha più di 70 anni In un recente studio presentato dall’associazione delle cooperative agricole toscane risulta che una parte notevole dei terreni è condotta da agricoltori ultrasettantenni, il 34% del totale pari al 25 % della superficie.
Sul complesso del settore agricolo toscano significa che entro il 2020 circa 200.000 ettari di terreni coltivati, pari a 26.000 aziende, potrebbero andare perdute. Banca della Terra: due proposte concrete La prima proposta riguarda la creazione di una cooperativa di giovani professionisti (periti agrari e agrotecnici neolaureati in Agraria) per ciascuna delle seguenti filiere: olio, vino, cereali, florovivaismo, zootecnia.In questo senso occorre la disponibilità da parte di Regione ed Enti Locali per la messa a disposizione di terreni.
Legacoop Agroalimentare Toscana seguirà la costituzione e accompagnerà nella fase di start up le cooperative attraverso accordi specifici con la cooperazione di consumo. Occorrono anche specifiche risorse (copertura delle spese per l’attivazione e per la costituzione della cooperativa e per la capitalizzazione iniziale; copertura delle spese per la formazione e il tutoraggio; sostegno per l’attività di informazione e promozione), da reperire attivando specifici finanziamenti regionali specifici (come il contributo a fondo perduto per l’incentivazione all’intrapresa agricola di giovani) e attraverso l’attivazione di capitali da parte delle strutture finanziarie delle cooperative e del mondo della cooperazione. La seconda proposta mira a fornire percorsi concreti e diversificati per le specifiche casistiche: la cooperativa di conferimento coltiva direttamente il terreno in abbandono; promuove la costituzione di un’apposita azienda agricola che diventa socia di conferimento; coordina la mobilità fondiaria tra i soci per l’usofrutto, l’affitto dei terreni od il passaggio di proprietà. Un percorso da cui prenderà corpo l’ obiettivo della costruzione della Banca della Terra, con 20 cooperative di conferimento nelle principali filiere produttive, che coinvolgerà tutto il territorio regionale.
Su queste basi secondo Legacoop Agroalimentare Toscana potranno essere recuperati alla produzione almeno 10.000 ettari di terreno nei prossimi 5 anni. I settori verso i quali si rivolge la proposta della Banca della Terra sono il settore olio (con circa 10.000 soci conferitori), il settore cerealicolo (circa 2.300 soci), il settore vitivinicolo (1.855 soci), il settore zootecnico (circa 75 soci). La Banca della Terra attraverso le cooperative di conferimento potrebbe però coinvolgere un numero di terreni di proprietà di terzi attualmente non soci conferitori ma agricoltori di età avanzata e quindi avere una valenza non confinabile esclusivamente nelle dimensioni cooperative ma in quelle più generali della piccola impresa agricola toscana.