Il nostro antidoto alla crisi? Regole condivise tra Comuni e agricoltori. Presentati nell’ambito del convegno “Agricoltura nel Chianti: qualità e sostenibilità”, la pubblicazione della “Carta del Chianti” di Paolo Baldeschi e Camillo Zanchi e il sistema esperto per calcolare il rischio di erosione del suolo Il Chianti, nonostante la crisi, può continuare a proporsi al mercato internazionale come la terra del buon vivere? I sindaci dei Comuni fiorentini e senesi ne sono convinti.
Uscire dalla crisi è una sfida che si può vincere attraverso il superamento dei confini amministrativi, la concretezza, lo snellimento burocratico e il rafforzamento di un modello della cultura del lavoro rurale che pone la pubblica amministrazione e il mondo produttivo al centro di una rete di collaborazioni improntate sulla condivisione di regole. Regole non vincoli. Indicazioni concrete che aiutino i produttori e gli specialisti del settore agricolo e agrituristico, dimensione tra le più importanti dell’economia chiantigiana, ad utilizzare il territorio in maniera virtuosa e compatibile con l’ambiente.
Un cambio di passo che gli amministratori comunali, pensando al futuro dei paesaggi, dell’ambiente, delle comunità, della produttività di quello che vivono come un territorio unitario e coeso, hanno deciso di compiere con la pubblicazione di uno studio multidisciplinare che scatta una complessa fotografia del territorio sul piano geologico ed agri-ambientale e l’attuazione di un software ad uso e consumo dei produttori agricoli e degli esperti del settore. La prima è la “Carta del Chianti.
Un progetto per la tutela del paesaggio e l’uso sostenibile del territorio agrario”, una ricerca curata dai docenti universitari Paolo Baldeschi e Camillo Zanchi, finalizzata a individuare le metodologie teorico-pratiche che consentono l’utilizzo razionale e sostenibile del territorio chiantigiano; il secondo è un software, già presente online sul sito web di Arsia, che consente di calcolare gratuitamente la stima attuale e futura dell’erosione annuale in tonnellate per ettaro su un appezzamento.
L’origine, il percorso, le finalità che hanno condotto alla realizzazione di questi due significativi supporti a favore del mondo agricolo sono stati presentati ieri nell’auditorium della Banca del Chianti fiorentino nell’ambito del convegno “Agricoltura nel Chianti: qualità e sostenibilità”, evento di apertura della manifestazione “Chianti d’Autunno”. L’esposizione è avvenuta a cura dei tecnici e dei promotori dell’iniziativa: i sindaci dei Comuni del Chianti fiorentino e senese (Barberino Val d'Elsa, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti, Tavarnelle Val di Pesa, San Casciano Val di Pesa), Arsia (Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione nel settore agricolo e forestale), Regione Toscana, Province di Firenze e Siena, Università degli Studi di Firenze, Consorzio Vino Chianti Classico e Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni.
“Con la volontà ferma - hanno dichiarato i sindaci - di tendere una mano ai nostri agricoltori, che danno lavoro, valore al paesaggio e senza i quali il nostro territorio avrebbe scarse chances economiche e turistiche, abbiamo deciso di rilanciare e contrastare la crisi annullando il preconcetto che vede da un lato i Comuni nel loro esclusivo ruolo di controllo, dall’altro la libertà imprenditoriale, indipendente e disgiunta dagli interessi pubblici. Questo per noi è il momento di ripartire e lo facciamo mettendo al centro delle nostre scelte l’agricoltura, realizzando utili strumenti di semplificazione burocratica che puntino alla qualità della nostre produzioni e alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali.
La Carta del Chianti è la nostra risposta al bisogno di rendere la pubblica amministrazione più agile, più snella e in grado di facilitare la società civile e l’imprenditoria”. A rilevare la necessità di uno strumento di semplificazione burocratica è anche Camillo Zanchi, uno degli autori della Carta del Chianti (Dipartimento di Scienze delle Produzioni vegetali, del suolo e dell’ambiente agroforestale - Università di Firenze). “Normalmente – ha commentato Zanchi - tra la presentazione della richiesta e il rilascio dell’autorizzazione occorrono fino a due anni per procedere all’impianto di un nuovo vigneto.
Con il sistema esperto gli agricoltori potranno valutare in tempo reale il rischio di erosione di una certa tipologia di impianto e, poiché si tratta di un software dinamico, anche le eventuali modifiche relative ai diversi tipi di coltivazione”. Oltre agli assessori all’Agricoltura delle Province di Firenze e Siena, Pietro Roselli e Anna Betti, che hanno evidenziato la funzione e la centralità “della pubblicazione al servizio della produttività e la necessità di avere regole condivise per l’attivazione di un diverso modello di rapporto tra pubblica amministrazione e mondo agricolo”, al convegno era presente anche l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Salvadori che ha chiuso la tavola rotonda ponendo l’accento sul futuro della Carta.
“Quello che mi auguro - ha concluso Salvadori - è che la Carta, lavoro utile e prezioso, trovi realizzazione nel pieno utilizzo da parte del mondo agricolo, un impiego che le pubbliche amministrazioni possono sostenere e incentivare prevedendo vantaggi economici a favore dei produttori”. Al convegno, moderato dal giornalista Maurizio Bologni, hanno preso parte anche Andrea Bianchi, direttore della Banca del Chianti fiorentino e Monteriggioni, Paolo Baldeschi del Dipartimento di Urbanistica e pianificazione del territorio (Università di Firenze) Lapo Mazzei della Fondazione Chianti Classico, Maria Grazia Mammuccini, direttore Arsia.