Articolata comunicazione dell’assessore al Welfare e alle Politiche per la casa, Salvatore Allocca, nell’Aula del Consiglio toscano sui futuri interventi della Regione in tema di politiche abitative. Allocca ha svolto un’analisi del disagio abitativo e sociale precisando le scelte e gli orientamenti della Giunta a cominciare dalla necessità di “dare attenzione alle nuove emergenze” e dalla volontà di “incrementare l’efficacia e l’efficienza dell’intero sistema per rendere più veloce e flessibile ogni intervento”. L’assessore, che ha sottolineato l’importanza di “accompagnare i giovani all’acquisto della prima casa”, ha ricordato che “le unità immobiliari residenziali toscane sono cresciute superando i 2 milioni a fronte di un numero di famiglie di 1 milione e 600 mila” e che “nel 2008 il 71 per cento delle famiglie toscane viveva in case di proprietà di cui il 15,5 per cento gravate da mutuo” e che “il 12 per cento godeva di un’abitazione a titolo gratuito data in concessione da qualche familiare e il 17 per cento era in affitto” con la particolarità che “di questo 17 per cento solo il 6 per cento godeva del canone sociale mentre il restante 11 per cento, circa 200 mila famiglie, era alle prese con affitti di mercato”. In questo contesto, facendo riferimento anche ad una recente indagine dell’Irpet, Allocca ha ricordato che la Regione persegue “la promozione di tecniche costruttive innovative e biosostenibili” volendo favorire “unità alloggiative flessibili in grado di rispondere alla variazione della composizione demografica delle famiglie” con l’obiettivo di “evitare il formarsi di condomini o quartieri caratterizzati da forme estese di disagio sociale”.
Allocca ha inoltre criticato le politiche abitative del Governo e ha evidenziato che per il 2011 sono già attivati quasi 514 milioni di euro, mentre sono disponibili a vario titolo altri 143 milioni, con altri 225 milioni di euro che saranno utilizzabili nel biennio 2012-13. Secondo Giovanni Santini, Pdl, “grazie all’approccio oggi meno ideologico di Allocca rispetto a quanto si è ascoltato in passato, è possibile avviare un confronto in questa Aula”. Santini ha evidenziato, sempre facendo riferimento all’assessore, che “non mancano risorse disponibili” e che “in Toscana vi è pluralità di mezzi per rispondere alla crescente domanda di abitazione”. Ma per Santini, in ogni caso, esistono diverse criticità.
Intanto, secondo il consigliere del Pdl, in Toscana almeno due sono i dati allarmanti: “Il numero di famiglie con un provvedimento di sfratto, circa 6 mila 400 nel 2009, e il numero di giovani adulti ancora in famiglia, circa 73 mila, tanti quanti sono i toscani fra 30 e 34 anni che vivono ancora con i genitori”. A fronte di una situazione “certamente assai critica”, secondo Santini, le strade da seguire sono “una nuova politica del patrimonio di edilizia pubblica, sia nella programmazione che nella gestione e nel controllo” e “la necessità di aprire una nuova fase attraverso un programma pluriennale della Regione finalizzato alla realizzazione di programmi integrati di edilizia sociale e riqualificazione urbana”. Paolo Bambagioni, Pd, ha sottolineato che “adesso siamo all’inizio di un percorso” e si è augurato che “il tema della casa venga posto al centro di un costruttivo dibattito consiliare”.
Bambagioni, inoltre, ha chiesto che si intervenga relativamente “all’aiuto che va dato ai giovani per acquistare la prima casa, magari favorendo anche la possibilità di attivare forme di riscatto dell’alloggio”. Assai critica con la relazione di Allocca è stata invece Marina Staccioli, LnT, secondo cui “Allocca legge i dati Irpet senza analisi sociologica e attribuisce un carattere negativo alla proprietà della casa. Le politiche messe in atto dalla Regione sull’emergenza abitativa in Toscana si dimostrano poco incisive e fuori bersaglio.
Il problema è dovuto soprattutto a una legge regionale che disciplina l’assegnazione, la gestione e la determinazione dei canoni degli alloggi popolari che, oltre a non tutelare i toscani, ed in merito abbiamo presentato una proposta di legge, non esercita un’adeguata funzione di controllo sull’utilizzo del bene stesso, non è in grado di determinare canoni equi, ma soprattutto di rideterminarli al variare dei redditi. Un recente studio dell’Irpet – spiega Staccioli – dimostra che usufruiscono di un alloggio pubblico circa 50.000 famiglie toscane.
Di queste, solo 10.500 riescono a uscire dalla soglia di povertà, ma ci sono 18.500 famiglie povere che non riescono a uscirci. Di contro, ben 21.000 usufruiscono degli aiuti pubblici senza averne bisogno, mentre 12.500 famiglie ricevono solo un contributo per l’affitto, permanendo, però, sotto la soglia di povertà. Allocca, da buon comunista – prosegue l’esponente leghista –, disprezza le politiche abitative volte a garantire l’accesso alla proprietà della casa. La casa di proprietà non è la causa principale dell’emergenza abitativa, ma è un pregio.
Le cause dell’emergenza sono: una legge regionale che deve essere completamente rivista in favore dei toscani e che sviluppi controlli più efficienti; l’incapacità delle amministrazioni comunali nel dotarsi per tempo di strumenti per la programmazione del territorio rispondenti alle sue necessità; un sistema economico pieno di vizi che non distribuisce la ricchezza come dovrebbe; l’incapacità della Regione Toscana di sfruttare le opportunità offerte dal piano casa del Governo; la sua scarsa capacità di prevedere le nuove emergenze; il sistema politico-amministrativo locale che utilizza l’aiuto pubblico come metodo per ottenere consenso" Giuseppe Del Carlo, Udc, ha sottolineato che “le indagini svolte dall’Irpet, i dati che abbiamo a disposizione, devono far riflettere” e ha avvertito che “a livello legislativo la Toscana deve cambiare strada”.
Fra i suggerimmeti proposti da Del Carlo, al fine di coniugare le politiche sociali con quelle abitative, il capogruppo dell’Udc ha rilevato la necessità di “aiutare concretamente anche i giovani che non hanno reddito, o sono precari, nel loro progetto di acquisto di una casa”. Marco Manneschi, Idv, ha invece affermato che “per quanto riguarda la casa, il benessere deve essere concepito come necessità sociale e non come fattore individuale”. Manneschi, di conseguenza e in apprezzamento di quanto riferito da Allocca, ha chiesto equilibrio e l’impegno della Regione a porre i giovani e tutti coloro che intendono acquistare un alloggio nelle condizioni di poterlo fare. Monica Sgherri, Fds-Verdi, ha invece sottolineato che “sono quindici anni che in Italia non abbiamo, a livello nazionale, una politica della casa degna di questo nome” e ha espresso soddisfazione per quanto illustrato da Allocca, il cui impegno “è molto importante a livello sociale”. Ha concluso il dibattito l’intervento di Marco Ruggeri, Pd, secondo cui “servono misure di riflessione sulla casa”.
Ruggeri, in particolare, ha posto la questione della necessità di comprendere la situazione complessiva anche alla luce della “grave crisi economica che sta interessando la Toscana e l’Italia”. L’assessore ha detto che “occorre affinare gli strumenti di lettura della realtà e intensificare gli elementi di oggettiva verifica, perché sui principi siamo tutti d’accordo”. Allocca ha ringraziato degli spunti offerti dal dibattito e si è detto disponibile a continuare il confronto: “la verifica puntuale dei dati deve essere la nostra bussola”.
L’assessore ha quindi ribadito la massima attenzione per le politiche giovanili perché possono essere un avvio a favore dell’intera società.