Si aggiunge un capitolo alla lunga vicenda che vede protagonista il fiume Arno ed antagonista tutta la burocrazia territoriale. L'elefantiaco incedere verso l'idroelettrico prodotto dallo scorrere delle acque nel fiume toscano è stato trattato in modo approfondito nell'inchiesta che Nove da Firenze ha pubblicato negli scorsi mesi e che vi invitiamo a visionare. Con un’importante sentenza, le Sezioni Unite della Cassazione hanno definitivamente confermato la tesi della Provincia di Firenze sulla legittimità dell’avviamento del Project financing per il rifacimento delle briglie sull'Arno.
Il parere era già stato accolto in precedenza dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, rigettando i ricorsi proposti da tre società. Ne dà notizia l'Assessore all'Ambiente e Difesa del suolo della Provincia di Firenze, Renzo Crescioli, specificando come ancora devono essere conosciute le motivazioni ma sottolineando che "si tratta di una sentenza di grande rilevanza, anche per l'autorevolezza dell'organo giurisdizionale che l'ha emessa. Le Sezioni Unite hanno difatti respinto le tesi di chi sosteneva che la Provincia non avesse titolo per potere avviare una importante opera che tiene insieme difesa del suolo, tutela e la valorizzazione di una risorsa del territorio come l'Arno e produzione di energia pulita e rinnovabile".
Il Project financing permetterà infatti il rifacimento di 13 briglie sull'Arno, la realizzazione di 12 minicentrali idroelettriche che consentiranno la produzione annua di oltre 65 Gigawatt/h di energia (con una riduzione di CO2 equivalente pari a oltre 45.000 tonnellate annue, corrispondente al 2% delle emissioni di CO2 equivalente dell’intera Regione Toscana), una serie di opere di riqualificazione e valorizzazione lungo le sponde dell'Arno, nonché un flusso di cassa da destinare al finanziamento di altre opere di difesa del suolo.
Entro l'inizio dell'estate dovrebbe terminare l'iter di gara con l'individuazione del soggetto aggiudicatario del Project.