Firenze, 22 aprile 2008- Legambiente ha riunito oggi nel Salone de' Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze i rappresentanti delle amministrazioni locali che hanno aderito alla campagna Cambio di Clima. Scopo della giornata In Marcia per il Clima - secondo Forum degli Enti Locali toscani per le Rinnovabili è offrire ai Comuni un'opportunità per mettersi in rete e per diffondere informazioni e buone pratiche per l'implementazione delle rinnovabili, con l'obiettivo di fare del risparmio energetico e dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabili il volano di un nuovo modello di società.
In Toscana hanno finora aderito alla campagna 8 Province, 4 Comunità Montane e 130 Comuni. Tra i relatori presenti al dibattito, oltre ai rappresentanti ed agli esperti di Legambiente, anche Claudio Del Lungo, Assessore all'Ambiente del Comune di Firenze, Edo Bernini, responsabile settore energia Regione Toscana, Mario Gamberale, direttore Azzero CO2, Roberto Salis, direttore generale dello sponsor Buderus Italia, Erasmo D'Angelis, presidente Commissione Ambiente e Territorio Consiglio Regionale Toscano e Giorgio Clementi, Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo.
In un periodo come questo, di costante crescita dei prezzi delle fonti fossili, la diffusione delle fonti rinnovabili rappresenta una vera boccata d'ossigeno dal punto di vista economico oltre che da quello ambientale. Le bollette di quei cittadini che hanno installato impianti solari termici e fotovoltaici sono infatti diminuite e contemporaneamente si è fatto un regalo all'ambiente. I Comuni che si riuniscono nel Forum per le rinnovabili rappresentano la spinta dal basso in questa direzione che viene dai territori.
Grazie alle rinnovabili si sono creati nuovi posti di lavoro, portati servizi e creato nuove prospettive di ricerca. Queste realtà hanno capito che investire nelle rinnovabili è una scelta lungimirante e conveniente che può innescare uno scenario di innovazione e qualità nel territorio, proponendo un'alternativa più credibile, moderna e desiderabile di quella che evocano i sostenitori del nucleare. Per lo sviluppo delle rinnovabili i presupposti sono il favorire la generazione distribuita, ovvero la diffusione di impianti solari termici o fotovoltaici su tutti i tetti degli edifici, la progettazione di impianti, eolici, a biomasse o idroelettrici, integrati nei territori, la drastica riduzione del fabbisogno per il riscaldamento domestico attraverso una ristrutturazione bioclimatica diffusa.
Per quanto riguarda il solare termico, con la Legge 39/2005, la Regione Toscana aveva stabilito di renderlo obbligatorio in tutti gli interventi di nuova edificazione e nelle ristrutturazioni, ma quanto previsto non ha mai avuto seguito. La nostra regione non è ai primi posti per l'implementazione di impianti da rinnovabili, ma alcuni casi mostrano l'attenzione crescente che gli Enti Locali pongono al tema del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. Il Comune di Prato, con 598 kW di pannelli fotovoltaici installati in 23 scuole è il primo comune d'Italia per il solare fotovoltaico sugli edifici comunal; tutti gli impianti sono stati realizzati grazie al Conto Energia ed è stato calcolato che grazie a questo investimento verranno risparmiate 414 tonnellate l'anno di CO2.
Anche il Comune di Siena mostra un interessamento crescente nel settore e adesso è infatti il terzo Comune italiano, stando ai dati raccolti con il dossier Cambio di Clima da Legambiente, per mq di pannelli solari termici installati ed in esercizio sulle strutture edilizie comunali. Tipicamente toscani, siti nel territorio delle province di Siena, Grosseto e Pisa sono poi gli impianti legati all'energia geotermica: positiva tendenza degli ultimi anni è la diffusione di impianti a bassa entalpia, ossia quelli che sfruttano lo scambio termico con il terreno e che vengono abbinati a tecnologie sempre più efficienti di riscaldamento e raffrescamento, che stanno rappresentando un autentica risorsa per ridurre i consumi energetici domestici e di strutture pubbliche.
In Italia ci sono oggi le tecnologie e le opportunità economiche per investire grazie a un sistema di incentivi che ha pochi paragoni a livello mondiale per eolico, idroelettrico e biomasse (grazie alla riforma dei certificati verdi realizzata dall'ultima Legge Finanziaria), per il solare termico (per la detrazione del 55% di tutte le spese) e per il solare fotovoltaico (attraverso il sistema di incentivo in "conto energia"). Quello che ancora non funziona sono le regole per l'approvazione e la realizzazione degli impianti e lo scenario industriale che non si riesce a innescare intorno alle fonti rinnovabili nei territori.
Tutte le Regioni centro settentrionali sono accomunate da un'attenzione preoccupata nei confronti dell'impatto dell'eolico sul paesaggio, anche quando questo è off-shore (atteggiamento che certamente non si vede in forma analoga per impianti da fonti fossili o autostrade). I cittadini che vogliono installare un pannello solare termico o fotovoltaico sul proprio tetto devono fronteggiare una normativa contraddittoria, sono costretti il più delle volte a pagare una DIA per un impianto di pochi metri quadri.
Spesso poi la Soprintendenza dei Beni Architettonici per il Paesaggio contrasta fortemente le installazioni degli impianti da fonti rinnovabili. La soluzione proposta a questa situazione, appoggiata da istituzioni di diversi livelli e dalla stessa Legambiente, è quella di concordare con le soprintendenze poche ma chiare misure concrete in favore delle rinnovabili da inserire in tutti i regolamenti edilizi dei Comuni toscani, in modo da poter dare ai cittadini tempi certi di risposta e di uniformare le procedure burocratiche e i vincoli su tutto il territorio regionale.
«Dobbiamo riuscire a migliorare l’efficienza energetica del sistema-Toscana e il sistema pubblico deve dare il buon esempio.
Per aiutare i Comuni in questo impegno abbiamo messo a disposizione un finanziamento di 8,5 milioni in tre anni, che attiveranno investimenti nel settore per 25 milioni di euro, da destinare a impianti solari fotovoltaici, termici, di riscaldamento a cogenerazione, impianti illuminanti a basso consumo e coibentazioni per la riduzione dei consumi in scuole, impianti sportivi e sedi comunali. Inoltre con l’Istituto di biometeorologia del Cnr di Pisa stiamo lavorando ad un Osservatorio toscano su Kyoto, in grado di monitorare il livello di emissioni di gas serra in ogni settore, dalla grande, alla piccola, alla media industria, ai trasporti, alle costruzioni, al ciclo dei rifiuti, per ridurne l’impatto negativo sull’aria che respiriamo».
Lo ha annunciato l’assessore regionale all’energia, Anna Rita Bramerini, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del secondo forum degli enti locali toscani per le rinnovabili, organizzato dal Comune di Firenze e da Legambiente e in programma martedì 22 aprile a partire dalle 9.30 nel salone dei Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze. L’assessore Bramerini ha aggiunto che con il nuovo Piano energetico, attualmente all’esame del Consiglio regionale, la Regione intende creare le condizioni per arrivare effettivamente ad incrementare l’uso delle energie rinnovabili.
«La strada è quella – ha precisato l’assessore – sostenere lo sforzo degli enti locali, non di imporre obiettivi irraggiungibili. Non crediamo nei libri dei sogni e ci siamo posti obiettivi ambiziosi, ma non irrealizzabili. Intendiamo coinvolgere imprese e semplici cittadini, ma ci aspettiamo molto anche dagli enti pubblici». Il Piano energetico regionale prevede, da qui al 2020, un incremento di oltre dieci volte (da 27 a 300 megawatt) della produzione di energia con il vento, di oltre 50 volte (da 3 a 150 MW) con il sole, del 28% (da 711 a 911 MW) della produzione geotermica, del 31% (da 318 a 418 MW) dell’energia idroelettrica, del 240% (da 71 a 171 MW) della produzione di energia da biomasse.
«Non si tratta – ha concluso Bramerini – di obiettivi facili da raggiungere, ma nel caso in cui si creassero le condizioni per farlo prima del termine previsto o ci fossero richieste e progetti per andare oltre questi traguardi, saremmo ben lieti di assecondare ulteriormente lo sviluppo delle rinnovabili toscane».
Legambiente chiede invece che realizzare un impianto domestico (solare termico e fotovoltaico sui tetti, minieolico) diventi un atto libero e gratuito, per cui sia necessario semplicemente dare informazione al Comune.
Con l'adesione alla Campagna Cambio di Clima, giunta alla terza edizione, Legambiente chiede ai Comuni di impegnarsi in opere di informazione e sensibilizzazione presso i privati, nella revisione dei regolamenti edilizi e nell'installazione concreta di impianti sugli edifici di proprietà. Nel Gennaio 2008 il Comune di Firenze ha modificato il proprio regolamento edilizio inserendo per gli edifici di nuova costruzione e per quelli soggetti a ristrutturazione l'obbligo di installare fonti rinnovabili che abbiano una potenza minima di 1 kW per unità abitativa e 5 kW per i fabbricati con estensione superiore ai 100mq.
Inoltre sono state introdotte norme che obbligano, nel caso di nuove costruzioni, ad installare accorgimenti che possano ridurre i consumi energetici dell'edificio. Nel Giugno del 2007 anche il Comune di Vinci, in provincia di Firenze, ha approvato alcune modifiche al Regolamento Edilizio, approvando norme per l'efficienza e il risparmio energetico che prevedono per tutte le nuove costruzioni e le ristrutturazioni obbligo di installare almeno una centralina termica di termoregolazione per la regolazione automatica della temperatura ambientale nei singoli locali o nelle singole zone.
L'impianto di produzione di energia termica dovrà essere progettato e realizzato in modo da coprire almeno il 50% del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria con l'utilizzo di fonti rinnovabili, limite ridotto al 20% per gli edifici situati nei centri storici. "Se realizzare parchi eolici – accusa il presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti - è disincentivante per le imprese a causa delle restrizioni eccessive poste dalla normativa, se il futuro del grande fotovoltaico è più incerto di quello dell'eolico a causa dei problemi legati al consumo di suolo, se la microgenerazione diffusa è ancora un'esperienza pioneristica perché i privati nonostante gli incentivi finanziari sono scoraggiati da procedure e da vincoli burocratici, l'unica strada che in questa regione sembra si possa seguire per produrre energia da rinnovabili è quella, pericolosa, della produzione di energia da biomasse.
Attualmente sono infatti allo studio molte proposte per centrali a biomasse i cui presupposti sono lontani da quanto noi abbiamo sempre predicato, ovvero la capacità medio-piccola degli impianti che dovrebbero esser dimensionati all'effettiva disponibilità di risorse sul territorio". Il Forum di questa mattina è stato anche un momento per Legambiente di ricordare i rischi del nucleare, a 22 anni dall'anniversario del disastro di Chernobyl. Legambiente ha lanciato a tutti i Comuni intervenuti un appello affinché approvassero un modello di delibera per dichiarare il proprio territorio contrario alla produzione e all'uso di energia nucleare.
Le convinzioni dell'utilità di ricorrere all'energia atomica per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili si scontrano infatti con i tanti problemi irrisolti di questa tecnologia. Tra tutti la sicurezza delle centrali, la gestione dei rifiuti radioattivi e lo smantellamento (decommissioning) degli impianti, la loro protezione da eventuali attacchi terroristici, il rischio della proliferazione di armi nucleari, le riserve naturali sempre più scarse di uranio e inoltre gli alti costi (se si considerano quelli legati a tutto il ciclo di vita di una centrale e a quello delle scorie) di un KWh da produzione elettronucleare.