In materia di Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) la Asl 10 di Firenze ha fatto sapere di "concedere" ai pazienti in lista d'attesa da mesi, il pagamento di un bonus, ossia circa 3000 euro ciascuno (pari a due mesi di quota sanitaria). "Il contentino - spiega la legale dell'Associazione, Claudia Moretti - somiglia molto a quanto abbiamo gia' raccontato in una vicenda di tre anni fa accaduta all'Asl di Pistoia e che il Tar della Toscana aveva bacchettato. Da allora pare che se ne sia fatta ben poca di strada.
Non solo i Comuni violano i loro obblighi di assistenza in merito alla quota sociale, ma le Asl, ormai, reputano gli inserimenti in RSA un "bonus" a tempo, e non una prestazione sanitaria, peraltro inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). La mossa dell'Asl 10 di Firenze, se confermata, palesa l'illegittimità - prosegue Moretti - che loro stessi, loro malgrado sono costretti ad ammettere, dell'intero sistema di graduatoria, che impedisce, rinvia all'infinito, i diritti degli anziani e disabili non autosufficienti, costringendo intere famiglie al pagamento di somme insostenibili.
Al di là delle leggi bandiera e dell'orgoglio di una sanità toscana che funziona, siamo o non siamo in grado, di occuparci dell'assistenza e cura degli anziani?" Intanto prosegue la battaglia giudiziaria dell'Aduc. Contro i Comuni che pretendono il pagamento della quota sociale anche dai parenti degli ultrasessantacinquenni non autosufficienti ricoverati in Rsa, Aduc ha ottenuto tre sentenze del Tar Toscana: Una favorevole al ricorrente e due sfavorevoli. Contro la prima il Comune di Firenze si e' appellato al Consiglio di Stato.
Contro le altre due ci siamo appellati noi al Consiglio di Stato che, intanto, ha sospeso a favore del ricorrente gli effetti della sentenza di rigetto, e quindi i ricoverati non hanno al momento dovuto pagare quanto preteso dal Comune. Per tutti gli appelli si attende la decisione definitiva..