Adozioni internazionali. ''Nati altrove''

Parlare di adozioni internazionali significa raccontare fatiche, attese, trafila burocratica che qualche volta scoraggia chi intraprende questa strada. Trenta storie per raccontare esperienze profonde di cambiamento e d'amore.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 febbraio 2011 18:56
Adozioni internazionali. ''Nati altrove''

Il libro raccoglie trenta storie di adozioni internazionali con l’obiettivo di celebrare i trent’anni di attività del CIFA Onlus, un’Organizzazione non governativa, laica e apartitica nata a Torino nel 1980, dalla volontà e dall’impegno di alcune coppie che avevano vissuto questa esperienza. Eugenio Giani, presidente del consiglo comunale di Firenze: "Sentimenti profondi ed autentici in questo libro, "Nati altrove" mi ha profondamente colpito. L'adozione internazionale coinvolge tanti di noi, un'esperienza che spesso diventa una lotta, tra potere e dovere, per accogliere un bambino che altrimenti non avrebbe avuto il calore e l'affetto che ha trovato in Italia.

Possiamo però fare di più affinchè la burocrazia renda più facili le cose per le famiglie, anche attraverso le esperienze personali. Sotto casa mia una famiglia ha vissuto un'esperienza simile, ed ora rivedere quel ragazzo perfettamente integrato e capace di esprimersi offre una luce nuova alla famiglia che lo ha voluto. Ignazio Silone diceva che alla fine "quello che si ha è quello che si dona", in uno scambio reciproco di sentimenti. Dolcenera qualche anno fa è stata testimonial della nostra maratona, la rivedo oggi in veste di zia, una ragazza capace di essere comunicativa anche attraverso i sentimenti profondi che la animano". Il presidente di CIFA, Gianfranco Arnoletti, sottolinea come qualsiasi evento possa essere utile per trasmettere quella che è l'opera dell'organizzazione.

"Questo libro, pensato per i nostri 30 anni, serve anche per potersi raccontare attraverso la voce dei protagonisti". "Sono diversi anni che collaboro con CIFA - spiega Dolcenera - e ricordo il giorno in cui ho incontrato Ambra. Un aspetto positivo del mio mestiere è incontrare gente che ti racconta la propria storia e così sono entrata in un argomento del quale ero all'oscuro. Mi è stato chiesto di scrivere un racconto e ne sono stata felice, perché ho incontrato Ivan, adottato da due persone a me molto care.

Nel mio racconto traspirano le ansie e le paure nascoste dietro quel che occorre per arrivare all'adozione, compreso il viaggio in un paese lontano come la Russia. Ho avuto un pretesto per denunciare uno status, quello dei bambini che dovrebbero avere una famiglia regolare. Io credo che sia meglio per un bambino avere una persona che lo ama piuttosto che passare la vita in un istituto sperduto chissà dove, in tal senso guardo con buon auspicio alla recente linea intrapresa dalla Cassazione con l'apertura alle adozioni da parte di single.

Un libro così deve servire anche ad entrare nella coscienza sociale, spingere al desiderio di aiuto e di protezione verso l'infanzia" Ambra Enrico è tra le autrici del volume: "Sono stata spinta ad una riflessione riguardo al vedere cosa ne è stato di coloro che sono passati per l'opera del CIFA. Ci sono storie come quella di una ragazza che è stata adottata e che adesso si trova anch'essa a dover adottare e questo ci ricorda che la nostra storia risale ad anni in cui questa pratica non era al livello attuale.

I ragazzi hanno trovato un loro posto nella società, questo il messaggio di speranza che volevamo dare" "Ci accetterà come genitori? Che cosa proveremo? Ivan, con un sorriso, ha fermato il tempo e lo spazio, ha cancellato in un attimo tutte le nostre paure, che si erano trasformate in intimità... in quell’abbraccio di appartenenza c’era tutto…" Questa una delle testimonianze riportate nel libro e riassume in poche parole tutta la storia di una adozione. Parlare di adozioni internazionali significa raccontare fatiche, attese, trafila burocratica che qualche volta scoraggia chi intraprende questa strada; significa mettere in conto in modo del tutto particolare quella che Marina Salamon nella Prefazione al libro definisce "difficoltà dell’inatteso e del dover imparare ad accettare le diversità". In trent’anni di attività l’organizzazione ha consentito a quasi 3000 bambini di avere una nuova famiglia, ma a molti di più ha cambiato la vita nel proprio paese.

Asia, America Latina, Africa, Brasile, Cambogia, Etiopia, Filippine, Indonesia, Perù, Thailandia, Vietnam, India, Sri Lanka, sono i luoghi che beneficiano dei progetti di cooperazione, del sostegno a distanza, della partecipazione di CIFA. di Antonio Lenoci

Notizie correlate
In evidenza