"Sono già due mattine che un autista della linea R mi lascia a piedi perché non alzo il braccio nel momento in cui lui passa davanti alla fermata. Ma io sono non vedente, tant’è che vado in giro col cane guida. Ma questo autista ha messo addirittura in dubbio la mia condizione di disabile visiva". Marianna Zemiti, 27 anni, è nata con una patologia alla vista che l’ha portata, 6 anni fa, a perdere completamente l’uso degli occhi. La ragazza lavora come fisioterapista all’ospedale di San Miniato.
E ogni giorno, per prendere da Rifredi il treno delle 7.39, attende la linea R alla fermata numero 6 di viale Morgagni. Da due giorni è costretta, con tutti i pericoli del caso, a fare a piedi il tratto che dalla fermata la separa dalla stazione ferroviaria. "Ieri mattina – racconta Marianna, - ero come ogni giorno alla fermata. Gli autisti hanno l’obbligo di fermarsi quando vedono che ad aspettare c’è un non vedente, ma chi era in servizio sulla linea R non lo ha fatto, come m’ha riferito una signora che aspettava il 14".
Rimasta a piedi, Marianna s’è precipitata alla stazione "andando a sbattere di qua e di là" anche per via della fretta. Arrivata a Rifredi, ha capito che quello stesso bus che lei aveva atteso invano si trovava fermo al capolinea. "Mi sono avvicinata all’autista, per capire se m’aveva notato alla fermata – riferisce la giovane - dopo aver ricevuto risposta affermativa, ho chiesto se conoscesse il significato della croce rossa ben visibile sul cane guida". L’autista "non solo non ne sapeva nulla.
Ma ha ribadito che lui si ferma solo se chi è alla fermata alza la mano. Difatti mi ha intimato di lasciarmi sempre a piedi qualora avessi continuato a non far alcun cenno. Addirittura, ha messo in dubbio la mia disabilità visiva". Marianna ha subito chiamato il call-center Ataf – Linea per denunciare l’accaduto. Stamani, però, il fatto si è ripetuto. "Mi sento psicologicamente distrutta – si sfoga la giovane - noi non vedenti già dobbiamo vivere tra mille difficoltà. Faremmo volentieri a meno di dover combattere anche contro l’ignoranza della gente".
"Siamo esterrefatti perché si pensava che a Firenze comportamenti del genere non rientrassero nella cultura – l’amara conclusione del presidente provinciale Uic Antonio Quatraro -. Purtroppo, il nostro principale problema è quello di vivere in un mondo di ciechi" Intanto arrivano le scuse da Li-nea spa che in una nota fa sapere che "A prescindere da ogni verifica interna, Li-nea spa porge le proprie più sentite scuse alla signora vittima del disservizio.
Scuse che sono già stata fatte al presidente dell’Unione Italiana Ciechi e che verranno ripetute personalmente anche alla signora. Li-nea spa tiene però a precisare che episodi di questo genere sono purtroppo legati a errori individuali, in netto contrasto con le direttive aziendali e l’impegno costante nella sensibilizzazione di autisti e dipendenti verso le necessità dei tanti disabili che utilizzano il servizio pubblico".