Morte in culla: il Centro di Riferimento Regionale per lo Studio e la Prevenzione della Sids continua anche nel 2011 con le azioni intraprese per formare e preparare il personale, informare i pediatri, accrescere la consapevolezza nei genitori. E da quest'anno si occupa anche del fenomeno dei "bambini scossi" (in letteratura, "shaken baby"): quei piccoli che i genitori, o altri adulti, magari esasperati dal loro pianto prolungato, scuotono, fino a provocare loro danni gravi, in qualche caso anche la morte. Per finanziare le attività formative sulla Sudden Infant Death Syndrome, sindrome della morte in culla, e l'avvio dello studio sui "bambini scossi", la giunta ha approvato nella sua ultima seduta una delibera che stanzia 40.000 euro per il 2011. Quello dei "bambini scossi" è un argomento esploso con drammaticità negli ultimi anni, con casi di abuso, a cui coloro che assistono il bambino possono arrivare anche senza volontà di nuocere, ma che in qualche caso hanno provocato anche la mort e dei piccoli.
In Italia non sono ancora disponibili stime del fenomeno, ma negli Stati Uniti il NCSBS (National Center of Shaken Baby Syndrome) ha calcolato che negli Usa 1.200-1.400 bambini ogni anno sono vittime di questi episodi. E' stato stimato che, sul totale delle vittime, un terzo non presenta esiti a distanza, un altro terzo ha serie conseguenze neurologiche persistenti e il rimanente terzo non sopravvive. "Il Centro di Riferimento Regionale per lo Studio e la Prevenzione della Sids - dice l'assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia - in considerazione dell'esperienza e dei risultati ottenuti per la Sids, studierà anche il fenomeno dei "bambini scossi", per poter raccogliere i dati e valutare interventi appropriati di prevenzione di comportamenti e pratiche dannose per la salute dei neonati". Per quanto riguarda la Sids, proseguiranno anche nel 2011 gli interventi già avviati ne gli anni scorsi: un percorso formativo rivolto agli operatori impegnati nel percorso nascita, ai pediatri, al personale del 118 e del pronto soccorso; le azioni informative che coinvolgono il 100% dei nuovi nati in Toscana (colloquio, distribuzione dei dépliants, corsi di preparazione alla nascita, questionario); la stesura di linee guida per monitorare e valutare la campagna di riduzione del rischio Sids.
In tutti i Paesi in cui è stata fatta una campagna attiva per la prevenzione della Sids, si è ottenuto un abbattimento della mortalità per Sids fino al 60%. In Toscana, con una natalità attesa intorno ai 30.000 neonati l'anno e con una mortalità presunta per Sids intorno allo 0,5 per mille, è possibile salvare la vita di circa 8 neonati l'anno e ridurre la mortalità infantile di un ulteriore 0,5 per mille.