Firenze costretta alla chiusura del traffico intelligente, al pari delle segnalazioni semaforiche lungo la Tramvia, questo è accaduto nel pomeriggio per consentire il passaggio di circa 200 studenti dei Collettivi che si sono ritrovati in piazza Bambine e Bambini di Beslan per protestare contro il provvedimento in discussione sulla riforma Universitaria legata alla Manovra Finanziaria. Stavolta l'obiettivo principale è stato però Confindustria dove i ragazzi si sono soffermati per esternare le proprie ragioni.
Nutrita la presenza delle Forze dell'ordine con più di una ventina di Carabinieri presenti presso la Stazione di Santa Maria Novella e con la Polizia Municipale in auto ed in moto capitanata da Massimo Ancillotti, mentre la vice comandante ha anticipato passo passo i manifestanti. "Vogliamo colpire in maniera simbolica facendo capire al corpo studentesco che il Movimento ha capito quali sono i diretti interlocutori a livello sociale e politico - ci spiega Lorenzo uno dei leader non dichiarati ma sostanziali del Movimento - una massa critica che ha creato delle problematiche reali a chi governa il Paese, facendo opposizione sociale.
Il Ddl Gelmini è solo un tassello che ci preoccupa, che rende l'Università più selettiva e crea studenti meno competenti, meno ricchi di nozioni, sfruttabili nel mondo del lavoro a breve termine attraverso stage pre Laurea e post Laurea che preparano specificatamente al precariato. Ci sono corsi di Laurea realizzati ad hoc sulla richiesta esplicita di Aziende. Questo disegno complessivo della didattica, ricordiamolo vuole rifondare il sistema verso il mondo del lavoro che piace ai Padroni, per questo oggi marciamo verso Confindustria, è il mondo delle imprese del Patronato ad aver dettato legge.
Noi siamo qui per dimostrare che sappiamo andare oltre alle mere polemiche politiche" Uno degli slogan recita: "Che la crisi la paghino i padroni". Lo striscione in testa al corteo recita invece "Riprendiamoci il futuro" e presso la sede di Confindustria in via Valfonda viene affisso alle inferriate "No ai vostri profitti, Si ai nostri diritti" "Gli studenti fiorentini hanno risposto anche se Firenze non è città Universitaria e comunque non uno dei centri di studio nazionali - prosegue lo studente di Scienze Politiche - però in questi ultimi giorni è nato il desiderio di creare impedimenti alle istituzioni dal blocco della didattica piuttosto che il blocco del traffico o altro, da qui la risposta repressiva da parte delle Istituzioni dimostrata anche oggi, con il dispiegamento di Forze dell'ordine presenti, che hanno anche effettuato delle cariche in questi giorni contro i manifestanti, per tutelare l'operato delle Istituzioni stesse che le manovrano" "Il Movimento studentesco non è riconducibile ad una unica sigla, anche se qualcuno che ha maggiori contatti con i media ha cercato di legare le iniziative ad una propria parte politica, ma per la maggioranza preferiamo organizzarci collettivamente con le singole realtà scolastiche con le quali ci troviamo in assemblea, magari è meno funzionale dal punto di vista organizzativo ma è sicuramente più democratico" conclude così Lorenzo che si unisce ai compagni dopo una breve discussione durante la quale viene valutato, visto il numero di partecipanti inferiore alle aspettative, se sia il caso di partire o meno.
Lo striscione di testa viene aperto. I passanti, fatta eccezione per i turisti interessati all'insolito spettacolo, restano piuttosto distanti, commentando la scarsa partecipazione dei giovani al corteo e solidarizzando in parte con gli slogan intonati. Un fumogeno acceso davanti alla Stazione e portato in corteo viene gettato nel sottopasso "Ecco, questo no!" commenta una signora. I manifestanti attraversano piazza Santa Maria Novella e seguono l'itinerario che li porta ad invadere segmento dopo segmento, il centro storico. Antonio Lenoci