Proseguono le manifestazioni degli studenti contro il Ddl Gelmini per la riforma dell'università. Questo pomeriggio universitari hanno occupato i binari della stazione ferroviaria di Firenze Rifredi. Intanto per domani, giorno in cui il Parlamento riprenderà a discutere del ddl di riforma, il rettore dell'ateneo fiorentino ha previsto la sospensione dell'attività didattica. La sospensione della didattica "Considerata l'importanza della giornata di domani per il futuro dell'Università italiana, il rettore Alberto Tesi - d'accordo con i presidi delle Facoltà - facendo seguito a quanto profilato nella seduta straordinaria del Senato Accademico di mercoledì 24 novembre, invita tutti i docenti a sospendere l'attività didattica ordinaria favorendo momenti di riflessione sui temi della riforma" si legge nel sito dell'Ateneo.
“Il blocco delle lezioni per decreto rettorale è un atto violento contrario ai principi di universalità su cui si basa il concetto stesso di università. Rispettare le proteste deve implicare anche il rispetto di chi non ha alcuna intenzione di protestare”. Queste le parole del consigliere regionale del PdL e portavoce della Giovane Italia Giovanni Donzelli a commento della nota con cui il Rettore dell’Ateneo fiorentino Alberto tesi ha invitato i docenti a sospendere ogni attività didattica per l’intera giornata di domani, in coincidenza della ripresa del dibattito parlamentare sul DDL Gelmini. “Da mesi dicevamo che la protesta nasceva dai baroni e da chi gestiva il potere accademico, adesso ne abbiamo la conferma.
Gli studenti, se leggessero la riforma, non avrebbero alcun motivo di protestare: mandato a termine per i rettori, fine dei concorsi truccati, valutazione degli studenti sui professori, obbligo dei docenti di dimostrare la propria presenza a lezione e all’orario di ricevimento, fine del precariato a vita e aumento dello stipendio per i neo ricercatori, solo per dirne alcune. Tutte novità – ha affermato l’esponente del PdL – utili per le nuove generazioni e dannose per chi invece ha creato e incrementato la propria nicchia di potere nel sistema marcio che fino ad oggi ha contraddistinto l’università”. “Il neorettore di Firenze dovrebbe pensare a chiudere la sede distaccata a Montepaldi e altri inutili sprechi se avesse a cuore il futuro dell’Università non rubare ai ragazzi per un giorno il diritto allo studio.
Probabilmente – ha proseguito – Tesi si augura di rimanere sulla poltrona un po’ più dei 6 anni previsti dalla riforma Gelmini, non vorrei che concorsi trasparenti, meritocrazia ed efficienza fossero per lui un ostacolo per ripagare con qualche piacere chi lo ha fatto eleggere Rettore. Questo sistema di privilegi e ingiustizie che ha soffocato anche il nostro Ateneo deve finire. Ci auguriamo che domani la riforma riceva il via libera della Camera con buona pace dei centri sociali e di tutti i burattini dei ‘baroni’”, ha concluso Donzelli. “Una resa incondizionata da parte del Rettore, una decisione che va a ledere i diritti della maggior parte del corpo studentesco che chiede legittimamente di poter seguire le lezioni senza dover sottostare alle prevaricazioni dei collettivi e alla strenua difesa dei privilegi dei ‘baroni’”.
Questo il commento di Tommaso Villa, consigliere regionale del PdL e coordinatore regionale della Giovane Italia, alla dichiarazione ufficiale con cui il Rettore dell’Ateneo fiorentino Alberto Tesi ha invitato i docenti a sospendere le attività didattiche per l’intera giornata di domani, in occasione della ripresa del dibattito parlamentare sul DDL Gelmini. “Domani sarà una giornata di ferie retribuite per i professori universitari. A meno che non si voglia considerare un lavoro la propaganda anti Gelmini in cui alcuni di loro si produrranno.
Una propaganda che rafforza le ragioni della riforma stessa – ha incalzato Villa – perché se a protestare sono proprio i ‘baroni’ significa che il ministro ha individuato la strada maestra: abbattere i privilegi di cui le caste dei professori hanno storicamente goduto, introducendo criteri di merito attraverso una ripartizione delle risorse mirata. Sono questi i contenuti della riforma che i baroni temono, e sono questi i contenuti su cui ovviamente glisseranno, declinandoli a loro comodo.
Nel frattempo la gran parte degli studenti domani dovrà, controvoglia, rinunciare a seguire le lezioni per colpa delle bizze di una minoranza rumorosa e irrispettosa”, ha concluso Villa. E Firenze bandirà un premio per ricercatori precari L’amministrazione comunale nel 2011 bandirà il premio "Ricerca Città di Firenze" per aiutare con borse di studio i giovani ricercatori e studiosi precari dell’Università. Lo ha anticipato oggi in Consiglio comunale l’assessore all’Università Cristina Giachi, rispondendo ad una domanda di attualità della consigliera Cecilia Pezza.
“L’amministrazione è in costante contatto con l’Università per capire l’evolversi della situazione riguardo al disegno di legge sulla riforma proposto dal ministro Gelmini, al voto in queste ore in Parlamento - ha detto l’assessore – Ma è molto difficile fare qualunque tipo previsione sui suoi effetti, visto che ancora non si è neppure grado di sapere quale sia lo stanziamento ordinario per l’anno in corso, il 2010”. “Questa riforma vorrebbe tracciare un’importante revisione del sistema universitario, un sistema che ha bisogno di essere riformato – ha aggiunto l’assessore – ma questo disegno di legge per ora è solo una scatola vuota, poiché per capire il suo reale funzionamento dovremo aspettare i regolamenti attuativi, che per ora non ci sono.
Sappiamo invece per certo che a fronte dell’invocazione del merito e della valutazione si prevedono concorsi con idoneità nazionali senza limiti di numeri, che non selezionano affatto; che si penalizza ulteriormente la ricerca; che si istituisce un fondo per il merito senza finanziarlo. Quello che è certo è anche che lo stanziamento previsto dal governo non copre neanche la metà dei tagli che il sistema universitario italiano ha subito finora, perché il fondo del diritto allo studio è stato decurtato del 90%”.
L’assessore Giachi ha ribadito che il Comune, come ogni altro ente locale, può fare ben poco in questa situazione: “ma ci stiamo adoperando per istituire il premio ‘Città di Firenze’ riservato ai ricercatori precari under 35, che contiamo di finanziare nel 2011. Un piccolo segnale di attenzione per un sistema complesso che sta vivendo un momento molto critico e che richiederebbe una collaborazione di tutti i partiti: ma al momento – ha concluso Cristina Giachi – possiamo dire con certezza soltanto che gli addetti ai lavori sono molto insoddisfatti.
E non si tratta di reazioni corporative, perché si oppongono a questo tipo di riforma sia i ricercatori, sia i professori di entrambe le fasce”.