Dodici artisti uniti da un antico sodalizio che portano avanti i loro linguaggi nell'ambito di una coerente linea astratta. Sono Nadia Benelli, Mauro Bini, Franco Bulletti, Emilio Carvelli, Desireau, Antonio Di Tommaso, Paolo Favi, Piero Gensini, Fabrizio Gori, Marcello Guasti, Gabriele Perugini e Franco Rosselli, che espongono sino a fine mese alla sala espositiva dell'Accademia delle Arti del Disegno. La mostra organizzata da il “Moro Archivio Arti Visive”, nasce da un incontro di artisti fiorentini, che hanno comuni radici nella spazialità rinascimentale della città di Firenze e nell'ambito dell'importante movimento astratto che fu Astrattismo Classico (1950).
"Morfologia costruttiva" che è anche il titolo del manifesto del gruppo che risale al 1972 ed è da intendersi come studio di forme e strutture e del loro sviluppo nello spazio. E' evidente come si evince dalla mostra, che ogni artista si è espresso con originali conquiste strutturali e formali, pur muovendosi nell'ambito di una stessa linea di ricerca astratto costruttivista. “Pur nella loro specificità - scrive Chiara Toti in catalogo - i dodici artisti... sono accomunati dall'amore per la forma, espressione di una visione antropocentrica del mondo che, rivendicando la superiorità della ragione, la eleva a misura e ordine di tutte le cose.
D'altra parte, tra i topoi di classicità ai quali essi si ispirano, non sono forse esempi di forme purissime il Battistero di Firenze, la cupola del Brunelleschi o la facciata di Santa Maria Novella? E, risalendo il corso dei secoli, non è stata ancora la ricerca di una purificazione sintetica della visione a caratterizzare l'esperienza dei macchiaioli e a fare di Cézanne il maestro indiscusso dell'arte toscana del primo Novecento?” Come ha sottolineato Ugo Barlozzetti che è stato negli anni il critico che più ha seguito questo importante ambito di ricerca artistica: “L'originalità e la capacità creativa degli operatori che si riconoscevano e si riconoscono in questa che è sostanzialmente una “scuola astratta” fiorentina sono formidabili e, non a caso, da studiare adeguatamente”. Condividiamo le opinioni espresse nella presentazione di questa mostra che raccoglie, davvero, dodici artisti di qualità.
Deve essere anche sottolineata, a parer nostro, l'importanza, dello Studio d'arte Il Moro che è stato non soltanto nella sedi espositive che ha gestito, il luogo più importante a Firenze dedicato alle avanguardie artistiche, tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, ma si è proposto di contro a una sorta di “damnatio memoriae” perpetrato nella nostra città verso una ricerca artistica non meramente commerciale, di organizzare uno straordinario archivio dell'arte a Firenze nella seconda metà del Novecento,un patrimonio prezioso per gli studiosi, gli storici e i critici d'arte, in attesa di quella costituzione di un Museo del Novecento a Firenze, che appare al momento, quando le più importanti città italiane provvedono o hanno provveduto da tempo,poco più di un desiderio di pochi, niente più di una magnifica utopia. di Alessandro Lazzeri