Ieri sera una delegazione dei Verdi toscani (il consigliere regionale Mauro Romanelli, il consigliere comunale Tommaso Grassi ed il consigliere del Quartiere 2 Duccio Braccaloni) ha partecipato all’assemblea del comitato fiorentino contro il sottoattraversamento TAV. “Una riunione molto affollata, dove - dichiarano i consiglieri dei Verdi – abbiamo potuto ascoltare gli interventi tecnici di chi assiste i ricorrenti contro la realizzazione del tracciato ferroviario sotterraneo, tra cui l’ingegnere Perini, esperto in progettazione geologica, e le tante osservazioni e preoccupazioni dei partecipanti”. “Sono emersi dati molto allarmanti, suffragati da seri studi tecnici, che ci convincono ancora di più che le tutte le Istituzioni coinvolte (Governo, Regione, Comune) stiano sottovalutando la gravità dei pericoli, ormai imminenti, che corre la città di Firenze: a Campo di Marte, per esempio, si continua a lavorare senza rispettare le prescrizioni dell’Osservatorio ambientale e tra pochi mesi l’”effetto diga”, temuto appunto dallo stesso Osservatorio, avrà un forte impatto sulla falda e potrà creare cedimenti del terreno e conseguenti danni ai tanti edifici interessati”. “E’ stato anche spiegato nel corso della serata anche il cosidetto “effetto deriva”, causato dai quantitativi eccessivi di terra rimossa dalla fresa meccanica, che potrà provocare, nelle curve di via Masaccio e della Fortezza, seri problemi di stabilità a palazzi e monumenti”.
“Non ultima è emersa l’incongruenza circa la destinazione nel Valdarno dei volumi di terra rimossa, probabilmente il triplo rispetto alle previsioni: la trasformazione e il modo con il quale viene gestito lo smaltimento del terreno dà luogo ad un rifiuto speciale (una melma) che potrebbe essere trasferita solo in discarica: ma – si chiedono i Verdi – dove trovare una discarica per quattro milioni di metri cubi? E come mai risultano depositati progetti diversi per l’area di Santa Barbara?” “Troppe cose non tornano – continuano i tre consiglieri – ed anche la promessa che l’opera serva a liberare i binari di superficie per il trasporto locale non è più molto credibile, tenendo conto che dal 2011 diminuiranno non poco i fondi sul traffico regionale, così come non è un’ipotesi seria il transito delle merci sulle linee TAV” “Chiediamo – concludono Romanelli, Grassi e Braccaloni - che i tecnici dei comitati siano finalmente ascoltati a tutti i livelli istituzionali in contraddittorio con i tecnici delle Amministrazioni e di RFI: se il rischio danni è troppo ingente sarebbe molto più opportuno fermarsi ed evitare danni incalcolabili a Firenze e ai suoi abitanti e destinare risorse alla sicurezza ed ai pendolari”