Allarme stabilità per la cupola del Duomo? Il prodigio di Filippo Brunelleschi (1377-1446) è stato protagonista proprio ieri sera, davanti alle telecamere del Tgtre. La costruzione della cupola del Duomo di Firenze è stata una delle rivoluzioni più importanti della nostra storia culturale. La sua costruzione di Santa Maria del Fiore racchiude segreti che sfidano la nostra capacità di capire. E anche per il turista la cupola del Brunelleschi rappresenta un'esperienza unica al mondo.
E gran parte della fortuna del turismo in Italia è dovuta proprio al patrimonio artistico fiorentino. Ora arriva preoccupante l'allarme di Italia Nostra per la cupola del Brunelleschi. Ieri sera, al Tgtre la paura della rappresentante di Italia Nostra per il nostro cupolone: specie dopo i crolli della Domus Aurea e delle mura aureliane a Roma, e dopo l'ultimo drammatico crollo di Pompei con l'allarme sulla situazione del ‘rosso pompeiano’, e l'allarme per le due torri di Bologna. L'assessore Da Empoli oggi ha tranquillizzato rispondendo alla domanda di attualità della vicecapogruppo di Futuro e Libertà in consiglio comunale Bianca Maria Giocoli sull'opera di costante monitoraggio della cupola del Duomo del Brunelleschi. “Al di là dell'invito all'assessore Da Empoli a non allentare il controllo e l'attenzione -è intervenuta in consiglio comunale Bianca Maria Giocoli- crediamo in ogni caso che non sia più tempo di interventi di emergenza ma che occorrano interventi seriamente programmati.
Qualche settimana fa abbiamo parlato in aula della situazione della Biblioteca Nazionale e della frase del ministro Tremonti che la gente non mangia con la cultura. Io ribadisco che invece senza la cultura il popolo non ha futuro. Il nostro paese è fatto di cultura, di sapere, di paesaggio, di monumenti e tesori d'arte. Invece che essere un punto di forza degli investimenti del paese, assistiamo ormai da tempo agli scontri con i colleghi del ministro Tremonti che grossolanamente si comporta da ragioniere e non da ministro della Repubblica, senza vedere al di là dei grigi numeri.
Si taglia sui parchi nazionali e sulla tutela del territorio, e intanto crollano le colline e s’arrabbia la Prestigiacomo. Si taglia sulla cultura e si indigna Bondi; si taglia sulla università e si indigna la Gelmini che avrebbe detto ai direttori del ministero che bisogna non solo tagliare le spese ma trovare gli investimenti. Ma poi, al di là delle lamentazioni, niente di più. Lo scatto di orgoglio dei ministri che avrebbe dovuto esserci non c’è stato: basta con le lacrime da coccodrillo”.