Firenze, 11 ottobre 2010 - Nelle bollette che stanno arrivando in questi giorni ai cittadini viene aumentato il deposito cauzionale, autorizzato dalle modifiche al Regolamento del Servizio Idrico Integrato, approvato dall’Autorità di Ambito Territoriale n. 3 Medio Valdarno, con delibera n°1 del 22 aprile 2010. L'aumento del deposito cauzionale riguarda circa 200.000 delle sue 370.000 utenze. E' un incremento di 8 euro per le nuove utenze: chi ne pagava 68, dovra' ora pagarne 76.
“L’adeguamento del deposito diventa quindi un’occasione perché agli utenti sia restituito il valore del deposito versato – dice il presidente D’Angelis - E’ questa la vera notizia in tempi di crisi perché la domiciliazione – sistema già utilizzato dal 25% dei nostri utenti – consente alla nostra azienda di avere garantito il pagamento della bolletta e di non attendere, come accade per oltre il 40% delle bollette inviate, oltre la scadenza. Ogni famiglia può ricevere 65 euro in media di rimborso.
Questa è la vera notizia: nessun aumento delle bollette ma un risparmio concreto per le famiglie”. L’incremento medio del deposito cauzionale è di 43 euro. Per chi comunque decide di non domiciliare il deposito, Publiacqua ha previsto la possibilità di rateizzare in tre rate lo stesso adeguamento. Per quanto riguarda i condomini che si servono di ditte recapitiste, c’è la possibilità di chiedere al proprio amministratore la domiciliazione sul conto corrente condominiale. Le famiglie con difficoltà economica sono agevolate grazie ad un fondo specifico a cui si può accedere: da gennaio ad oggi 4.700 famiglie.
Una lettera esplicativa dell’adeguamento e dell’opportunità di domiciliare è stata allegata alle bollette medesime e depliant saranno disponibili presso gli Urp ed i nostri Uffici al Pubblico. "La morosità che lamenta Publiacqua e' dovuta al sistema barocco di esenzione delle bollette -ribattono dall'Associazione Diritti Utenti e Consumatori- società letturiste che raccolgono i soldi e poi versano a Publiacqua. Societa' che talvolta non pagano il gestore, che comunque chiede i soldi agli utenti che cosi' pagano due volte la stessa bolletta: al letturista 'scappato con la cassa' e a Publiacqua che pretende la ripetizione del pagamento.
In merito abbiamo anche delle iniziative giudiziarie ancora aperte, ma prendiamo atto che il vizietto di Publiacqua permane: cioe' far pagare agli utenti le proprie incapacita' gestionali.... alla faccia di un societa' il cui capitale e' detenuto dal Comune di Firenze e altri Comuni della zona che, in teoria, dovrebbero fare gli interessi dei loro amministrati. Ci attendiamo, per esempio, che il Comune di Firenze, e non solo, nell'ottica degli interessi dei propri amministrati, si impegni a far si' che siano i singoli utenti a pagare le bollette a Publiacqua.
Perche'? Oggi, le societa' letturiste gestiscono i contatori dei singoli condòmini, spesso con dubbie deleghe, mentre per Publiacqua fa fede solo il contatore di tutto il condominio. Situazione che genera il patatrac di cui sopra". "Un aumento che l'Autorità di ambito -interviene la consigliera comunale De Zordo, perUnaltracittà- composta dai Comuni, aveva stigmatizzato chiedendo a Publiacqua delle misure di mitigazione e un congruo periodo di rodaggio utile addirittura a restituire agli utenti l'intera cifra depositata al momento dell'accensione del contratto.
L'Ato 3 auspicava inoltre che vi potesse essere un confronto con la stessa Publiacqua per ridurre gli effetti sull’utenza, oggi in sofferenza, soprattutto nelle classi sociali più deboli, a causa della crisi economica, arrivando a chiedere la rateizzazione in 3 anni per l'adeguamento dei vecchi contratti che vedrebbero addirittura un aumento di 50/60 euro. Nulla di ciò è avvenuto. Publiacqua - la società in cui nonostante il nome a comandare sono i privati - ha preferito far cassa.
Nessun periodo di rodaggio, nessuna apertura di dialogo sulla questione. Nessuna rateizzazione. Oggi più che mai appaiono più che ragionevoli le istanze del milione e mezzo di cittadini e cittadine che hanno posto la loro firma in calce alla richiesta di ripubblicizzazione del servizio idrico nel nostro Paese. L'acqua è un bene comune e tale deve tornare. I privati, e i loro uomini alla guida delle società gestrici - si assumano il rischio di impresa tipico dell'attuale sistema economico e tornino sul mercato a cercare quattrini.
Senza speculare sulla pelle dei più deboli su un bene di prima necessità e contro il volere dei committenti pubblici".