Una legge importante perché “non è una legislazione d’urgenza” e che pone la Toscana “accanto all’Umbria” in una posizione di unicità nel panorama nazionale. Così il presidente della commissione Ambiente, Erasmo D’Angelis, ha avviato l’illustrazione della legge che detta “Norme in materia di prevenzione e riduzione del rischio sismico”, approvata dall’aula con il voto favorevole della maggioranza (29 voti) e l’astensione del Pdl e dell’Udc (11 voti) al termine di un dibattito a tratti vivace, tanto che la presidenza di turno, Alessandro Starnini, ha sospeso i lavori per dieci minuti. Il testo della legge, ha chiarito D’Angelis, prevede lo stanziamento di una cifra tra i cinque e i sei milioni in tre anni, e prevede interventi anche di carattere strutturale che eliminano o riducono il grado di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione al rischio sismico per il patrimonio edilizio, infrastrutturale e per la popolazione.
Gli strumenti messi in campo per la riduzione del rischio, anche attraverso la collaborazione con enti di ricerca ed università, si articolano in attività differenti, quali la promozione e programmazione di studi e ricerche, il miglioramento del patrimonio edilizio con l’erogazione di contributi pubblici; campagne di informazione e sensibilizzazione dei cittadini e di formazione costante degli operatori del settore. E poi ancora azioni di indirizzo, coordinamento e vigilanza sull’applicazione della normativa tecnica antisismica con supporto e consulenza (eventualmente necessaria) agli enti locali per interventi edilizi.
Sono previsti poi indagini e studi per la sperimentazione di tecniche di intervento, oltre alla creazione di una banca dati scientifici e tecnici mediante una rete di monitoraggio permanente. “C’è da ricordare che la Toscana ha riclassificato interamente il proprio territorio sulla base dei criteri della mappa di pericolosità nazionale del 2006”, ha detto D’Angelis, che ha ricordato i numeri che interessano al nostra regione: 196 comuni, su complessivi 287 (e cioè circa l’80 per cento del territorio), sono a media o elevata pericolosità sismica.
E’ un rischio che riguarda il 70 per cento delle abitazioni private e degli edifici pubblici”. Le aree a maggiore sismicità sono quelle lungo l’intera fascia appenninica: Lunigiana, Garfagnana, Montagna pistoiese, Mugello, Casentino, Valtiberina e Amiata sono le zone a più elevato rischio e qui sono presenti 90 comuni. La fascia di medio rischio, con sporadica attività sismica, comprende il Livornese, il Pisano, la piana fiorentina, il Senese e l’alta Maremma.
“La nostra regione – ha osservato il presidente D’Angelis – è vulnerabile e per questo occorre rafforzare il lavoro di prevenzione. Soprattutto, è importante mettere in sicurezza antisismica il patrimonio pubblico (scuole, ospedali, caserme, tribunali, eccetera) e privato, garantire l’edilizia antisismica per le nove costruzioni e le ristrutturazioni”. Il vicepresidente della commissione Ambiente, Andrea Agresti (An-Pdl), ha ribadito la posizione già espressa in commissione, preannunciando il voto di astensione.
“Legge condivisibile nel merito, ma le risorse stanziate sono ridicole, per voler usare un termine benevolo: 2 milioni e 150mila euro previsti per il 2010 e altrettanti per il 2011”. Somme insufficienti, ha detto il consigliere, anche a programmare la semplice attività di formazione e informazione della popolazione, figurarsi per gli interventi sugli edifici strategici. “Non basta la buona volontà – ha detto Agresti -: c’è la necessità di trovare risorse per interventi concreti che permettano di attivare un programma di consolidamento degli edifici individuati come bisognosi di intervento”. “Legge importantissima e di estrema attualità”, di “livello nazionale”, su una materia rispetto alla quale “ogni regione cerca di dare una disciplina”.
Così Giuseppe Del Carlo, Udc, ha commentato il testo delle “Norme in materia di prevenzione e riduzione del rischio sismico”, al voto dell’aula. Per il consigliere, tuttavia, accanto ai “principi condivisibili” devono “essere valutate le questioni di carattere finanziario: è inutile fare leggi ambiziose se poi non ci sono i mezzi per gestirle, si rischia di fare leggi manifesto”. Il punto, inoltre, è capire quanto resta ancora da fare sugli edifici pubblici strategici: “Anche il governo nazionale, accanto alla Regione, deve dare priorità a questi interventi: occorrono maggiori fondi”.
Inoltre, si prevedono nella legge attività di studio e di programmazione regionale, ma “un anno fa circa è stato soppresso il servizio sismico regionale, che era portato di esempio a livello nazionale: dove sono finite quelle professionalità? Quell’istituto non avrebbe dovuto essere toccato e anzi andava potenziato”. Monica Sgherri, capogruppo Prc, ha annunciato il voto favorevole “convinto” alla legge che mette a punto con maggior precisione il lavoro svolto dalla Toscana in questi anni: un lavoro che la consigliera ha definito “ottimo”, specie con riferimento agli interventi su edifici pubblici (ad esempio scuole), e al quale oggi si conferisce “maggiore organicità”.
Quanto alla mancanza di risorse, Sgherri ha precisato che “è meglio avere la legge che permette di uscire dalla logica degli interventi di emergenza: sulle risorse si può sempre intervenire in sede di bilancio”. Ardelio Pellegrinotti, Pd, ha ricordato la recentissima inaugurazione, in Garfagnana, di plessi scolastici nuovi costruiti con norme antisismiche, “frutto del lavoro che la Regione ha portato avanti in questi anni”, anche caratterizzati da eventi sismici importanti.
Il lavoro di studio e valutazione ha permesso di individuare quelle costruzioni che potevano cadere o essere danneggiate, e per questo sono stati investiti 100 milioni. Di qui l’importanza della legge che “riordina” il complesso delle attività sino ad oggi condotte con “leggi ad hoc” e che mette le basi per il lavoro “da portare avanti negli anni futuri”. Importante infine lavorare per trovare fondi europei, da investire non solo su edifici esistenti ma anche per costruire edifici nuovi”.
L’assessore alla difesa del suolo, Marco Betti, ha chiarito che “questa legge era necessaria non solo per stanziare cifre da investire, ma anche come contenitore”, per condurre un’attività che conferma l’attenzione della regione per il territorio e la prevenzione. Sul tavolo anche la necessità di “uno sforzo maggiore” per la manutenzione e la prevenzione sul territorio da parte dello Stato. Eduardo Bruno, presidente della commissione speciale Lavoro, ha ricordato la recentissima missione in Abruzzo dove dieci i laureandi della Facoltà di Ingegneria (nella foto; ndr) si trovano da oltre un mese a San Pio delle Camere, comune devastato dal sisma, grazie a un progetto promosso e finanziato dalla Regione Toscana e organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze.
Un esempio di “tempestività” e “intervento a tamburo battente” rispetto ad un tema di rilievo nazionale. “Sicuramente le risorse previste non sono sufficienti – ha detto Bruno -: ma si riesce a fare un buon lavoro, se si fanno interventi ben concepiti come ad esempio riguardo al nodo fiorentino, si possono risparmiare risorse da destinare a nuovi interventi”. Maurizio Dinelli, Fi-Pdl, ha espresso la propria “astensione critica” sulla legge al voto. “Non capisco dove è il coordinamento della prevenzione” ha detto, sottolineando anche la mancanza di un testo unico sull’edilizia in Toscana, “il che lascia liberi i Comuni di intervenire incidendo anche sugli aspetti della sicurezza”e definendo la legge al voto “un momento della campagna elettorale del centrosinistra in Toscana”.
Fabio Roggiolani, capogruppo dei Verdi, si è detto “impressionato di sentire parlare così, dopo la performance del presidente del Consiglio che si è fatto propaganda sulle sciagure dell’Abruzzo”. Il consigliere, dopo aver ricordato gli interventi condotti in Abruzzo con esperti e con la Protezione Civile per costruire case in sicurezza utilizzando il legno, ha sottolineato come i tempi siano ormai tali da imporre una nuova considerazione degli eventi naturali, inclusa la sismicità.
“Ci sono mezzi oggi per misurare le fratturazioni nella crosta terrestre e i satelliti consentono di misurare la temperatura nel profondo”. Il punto, quindi, non è intervenire quando ormai gli eventi sono certi, ma allertare con anticipo, prevedere. La legge “che dice di studiare, di cercare, è frutto di una lungimiranza esemplare di Betti”. Il segretario della commissione Ambiente, Luca Paolo Titoni, ha rilevato come la legge “strida con le finalità annunciate”.
Si parla di prevenzione, “ma in Toscana ormai da cinque anni si porta avanti un’attività di classificazione degli edifici e siamo sempre al punto di partenza”. Il consigliere ha citato i numeri sugli edifici a rischio: 1.450 in Toscana, di cui 506 messi in sicurezza; 450 sui quali vi sono delle verifiche in corso e 498 sui quali le verifiche sono ancora da effettuare. “I finanziamenti legati a questa legge sono veramente pochi ed è grave dire, come fa Roggiolani, che in questo momento è possibile prevedere gli eventi sismici”.
(Cam)