Firenze– “Per realizzare il collettore degli scarichi fognari in riva sinistra dell’Arno verso il depuratore di San Colombano, la Regione Toscana ha scelto la strada del protocollo d’intesa, e non quella dell’accordo di programma, perché quest’ultima procedura prevede un progetto definitivo dell’intera opera da realizzare, che oggi non è ancora compiutamente definito soprattutto per quanto riguarda il secondo lotto”. Lo ha dichiarato l’assessore Annarita Bramerini rispondendo in commissione Territorio ed ambiente ad un’interrogazione della consigliera Monica Sgherri (FdS-Verdi), preoccupata del possibile danno che deriverà ai cittadini dei comuni interessati dal ritardo nella realizzazione dei lavori e dalla lievitazione dei costi: aumento delle tariffe o taglio degli investimenti.
Il primo accordo di programma risale, infatti, al 1992, ma solo nel 2006 si svolge la gara d’appalto, ma i lavori vengono immediatamente bloccati prima per il ritrovamento di alcune mine della seconda guerra mondiale, poi per la scoperta di una discarica ci centomila tonnellate di rifiuti inerti dell’alluvione del 1966. L’assessore ha precisato che il protocollo, siglato lo scorso primo luglio in Palazzo Vecchio tra i comuni di Firenze e Scandicci, la provincia di Firenze, l’Ato 3 e Publiacqua, ha permesso di riaprire i cantieri lo scorso 22 settembre.
La possibilità di definire in parallelo le progettazioni del secondo lotto dovrebbero permettere la conclusione dei lavori in 24 mesi. Bramerini ha quindi osservato che il collegio di vigilanza previsto dal protocollo è composto da un rappresentante di ciascuno dei soggetti firmatari e, per assicurare l’indipendenza e la terzietà della sua azione, sarà presieduto dal rappresentante della Regione Toscana”. L’assessore ha poi chiarito i ruoli e le competenze dei soggetti che operano nel settore, precisando che Ato 3 provvede alla programmazione triennale di dettaglio rispetto al Piano di ambito ed al controllo del rispetto della Convenzione di affidamento, mentre Publiacqua eroga il servizio e realizza gli interventi per i quali il Piano di ambito assicura, con le tariffe, le risorse finanziarie.
“La Regione non ha alcun ruolo sull’operatività e la conduzione dell’impresa del soggetto gestore – ha affermato – né tanto meno sulla verifica di inadempienze e ritardi da parte di Publiacqua. Questo è un ruolo che compete all’Ato 3”. La consigliera Monica Sgherri ha ribadito le sue perplessità sul ruolo di Publiacqua, che nel 2002 è subentrata al comune di Firenze. A suo parere non sono state fatto le necessarie verifiche, che avrebbero permesso di individuare preventivamente la discarica di rifiuti alluvionali, all’origine della lievitazione dei costi.
(dp)