Continua il botta e risposta tra il vicesindaco Dario Nardella e Socota sull’argomento caldo della cosiddetta parificazione dei ‘taxi gialli’. Il primo ha dichiarato pubblicamente nella giornata di ieri di reputare grave e disdicevole il fatto che la cooperativa abbia indetto un referendum su quanto deciso dal Consiglio comunale. A tali affermazioni risponde Massimo Materassi, presidente di Socota: “Ci permettiamo di ricordare la reale cronostoria dei fatti.
Il ricorso al TAR è stato mosso e vinto da tre cittadini che nel 2008 avevano partecipato al concorso per l’assegnazione delle famose 60 licenze S. Il TAR ha provveduto, con sentenza datata 24 novembre 2008, all’annullamento del bando - che risultava essere viziato - ed il conseguente azzeramento dei vincitori. Nell’immediato, i vincitori si sono appellati ottenendo il regime di sospensiva che gli sta permettendo a tutt’oggi di lavorare come 'taxi gialli'". In seguito la giunta comunale ha deliberato la modifica, con le cooperative ed i sindacati che hanno predisposto ricorso al TAR e che stanno aspettando il pronunciarsi delle autorità giudiziali.
La Socota, fa sapere, è ancora in attesa delle determine dirigenziali che annullano e sostituiscono i provvedimenti in atto. “Non si capisce perché non si debbano avere le determine - aggiunge Alessandro Cioncolini, rappresentante sindacale in So.co.ta. –. Ad oggi abbiamo ricevuto dal Comune una semplice lettera - che alla luce dei fatti riteniamo in contrasto con la delibera stessa -, in cui viene annunciata la parificazione delle licenze. Fermo restando che sarà in nostro diritto intervenire come meglio reputeremo, ci aspettiamo dei dati ufficiali precisi e dettagliati su come comportarsi”.
In merito al referendum avvenuto nella giornata di lunedì, Socota dichiara che è stato un gesto promosso dalla cooperativa, verso la cooperativa. Un atto puramente interno di nessuna valenza né verso il Comune di Firenze, né nei confronti della parificazione delle licenze. L’intento di So.co.ta. in questo caso è stato quello di promuovere un sondaggio per conoscere l’opinione della compagine sociale, affinché ogni passaggio possa essere frutto di una concertazione e mediazione fra le parti in causa ed ambendo ad una comunione di intenti tra categoria ed amministrazione comunale. Un’ultima precisazione proviene da Materassi: “Fino al parere del Consiglio di Stato, l’atteggiamento più prudente e logico sarebbe forse quello di evitare di creare false aspettative attraverso comunicazioni che non presentano alcun fondamento concreto alla base.
Aspettando che pervengano elementi concreti su cui discutere e confrontarsi, invitiamo i rappresentanti comunali ad astenersi dal diffondere sibilline affermazioni prive di sostanza, che rischiano di distogliere il lettore dalle reali problematiche della questione, sulle quali il Comune stesso sta navigando a vista”.