Poche uscite anche questa settimana, ma di tenore ben diverso dalle ultime. Un tris d’assi e una piacevole sperimentazione, per riassumere. E iniziamo proprio da quest’ultima, in realtà uscita sul territorio Nazionale la scorsa settimana ma a Firenze approdata in ritardo. “Vedo Zero” è un film, realizzato da Andrea Caccia, girato nelle scuole milanesi, dove sessanta ragazzi raccontano i disagi odierni dei giovani attraverso il mezzo a loro più consono : il telefonino.
Da vedere, anche per capire come mai in Italia l’istruzione è stata distrutta, e cosa questo ha provocato. Nessun attore noto, ma i protagonisti sono veri, come le loro storie. Dove a serpeggiare è la noia, la solitudine, l’incertezza del futuro, il sentore di ineguatezza. In sala all’Odeon Cinehall. Veniamo al trio di cui sopra : cominciamo con il nostrale. Mazzacurati e la sua “Passione” : racconto metacinematografico di un regista (Silvio Orlando) che ha perso la vena creativa e viene al contempo tartassato dal produttore per accontentare una diva capricciosa.
La fuga in Toscana e una sacra rappresentazione messa in scena dagli abitanti del posto diventerà l’occasione per riscoprire qualcosa di sé e del suo lavoro. Di nuovo la provincia, secondo i dettami cari al Mazzacurati, di nuovo un racconto di un’Italia un po’ fosca, nei luoghi del potere che fingono che tutto vada per il meglio, con la loro tracotante indifferenza verso il cittadino ; un’Italia vinta e impotente dove nessuno vince. Anche se il film è una commedia e quindi lascia spazio all’ironia di Battiston e Guzzanti, in due azzeccati ruoli di contorno.
Nel cast anche la Smutniak nel ruolo di una barista polacca e Cristina Capotondi in un ruolo da lei stessa definito ironicamente quasi autobiografico. Altra uscita è importante è “Inception”, altro tassello nella trasformazione di Leonardo di Caprio verso il ruolo di eroe cupo e macerato. Nel film di Christopher Nolan (ammettiamolo : ora come ora il regista più “in” al mondo) Di Caprio è Dom Cobb, che ha la caratteristica di inserirsi nei sogni della gente per prelevarne i più oscuri segreti dell’inconscio.
Finchè un ricco industriale giapponese gli propone di fare il contrario, ovvero manipolare i sogni per “depositare” nel subconscio un’idea. Nolan realizza un puzzle sullo stile dei suoi riusciti “Memento” e “The prestige” (i suoi due capolavori assoluti) dove le componenti action movie, thriller psicologico e melodramma si fondono come pezzi assolutamente combacianti, cita ed è forse un po’ autoreferenziale, ma la sua narrazione rigorosamente non lineare è ormai il marchio distintivo di un regista che è a pieno diritto uno degli autori (oddio che parolaccia) mondiali più innovativi degli ultimi anni.
Ricco il cast : Ken Watanabe (L’ultimo Samurai) Marion Cotillard, Ellen “Juno” Page, il redivivo Tom Berenger e due ormai fedelissimi di Nolan, Cillian Murphy (Il cattivo di Batman , il Dottor Crane) e sir Michael Caine. C’è anche Lukas Haas, noto da bambino per aver fatto il giovane amish protagonista in “The Witness – il Testimone”. And Last But not Least, il nuovo film di M. Night Shyamalan. “L’ultimo dominatore dell’aria” riprende la serie animata “Avatar – The Last Airbender” e si preannuncia come il primo capitolo di una trilogia fantasy dove il mondo è dominato dai quattro elementi e la scomparsa appunto dell’Avatar messianico fa confluire la situazione in una grande guerra fra le popolazioni dei vari elementi.
Un fumetto, appunto : tanto caro come media al regista indiano che con Unbreakable aveva consegnato al mondo uno dei suoi ultimi capolavori, prima di affrontare una rapida discesa agli inferi perdendo forse se stesso nel vortice dell’autoreferenzialità e del “faccio tutto io” (regia, produzione, sceneggiatura, persino l’attore). Curioso vederlo ora alla prova con la tecnologia 3D di cui il film si avvale. Curioso vedere all’opera con combattimenti e coreografie alla Matrix lo stesso regista che ci aveva tenuto con il fiato sospeso nel “Sesto Senso”.
Per il resto, gli elementi cari a Shyamalan ci son tutti : la predestinazione, la responsabilità del proprio destino, il romanzo di formazione all’interno dei percorsi narrativi e cinematografici più disparati. Che dire dunque ? Anni fa lo avremmo celebrato, in coppia col succitato Nolan, come uno dei talenti affermati della nuova cinematografia mondiale. Ora vediamo se col fantasy anche il buon Manoji Nelliyattu riesce a risorgere a Messia del Cinema… Per questa settimana è tutto. Cliccate qui per la programmazione delle sale fiorentine. Marco Cei