La recente modifica dell'art. 239 del Codice della Proprietà Industriale, intervenuta ad agosto e in vigore da settembre, comporta gravi conseguenze per il sistema produttivo che verte intorno all'industrial design, settore nel quale il territorio provinciale fiorentino annovera numerose aziende che da molti anni si sono affermate nei mercati nazionale ed internazionale. 2000 posti nel design messi a rischio dalla nuova riformulazione del codice di proprietà industriale. Duramente colpite le aree Empolese Valdelsa, Valdarno.
Il pericolo per le aziende toscane che lavorano nel manifatturiero deriverebbe dalla recente modifica dell'articolo 239 del Codice di proprietà industriale per cui in pratica non sarà più possibile fabbricare e commercializzare liberamente opere di disegno industriale di pubblico dominio. Le aree dove verte questa produzione sono la Valdelsa, il Valdarno, Quarrata-Pistoia e Empoli Santa Croce. Le aree più colpite risultano essere Siena, Arezzo e Firenze e con le grandi aziende verrebbe colpito mortalmente anche le altre piccole aziende che rientrano nella filiera produttiva, quindi il calcolo dei posti di lavoro a rischio lievita e va oltre le prime stime avanzate di 2000 posti di lavoro. La Regione Toscana e il Consorzio Origine (che associa in Toscana oltre 50 aziende industriali e artigiane attive nel comparto della riproduzione dì oggetti di design, di cui è decaduto il diritto d'autore) lanciano l’allarme per la possibile perdita 2000 posti di lavoro.
La Regione Toscana a fronte di questa riformulazione del codice di proprietà industriale dichiara esplicitamente che ci saranno “gravi conseguenze da un punto d i vista economico-sociale, oltre che giuridico, che potrebbero derivare dalla recente modifica". Si tratta di un duro colpo per l’economia nella regione "poiché l’esperienze avviate e consolidate rappresentano un punto di eccellenza". "Addirittura - avverte il consigliere provinciale del Pd Sandro Bartaloni - vieta retroattivamente, la commercializzazione e la fabbricazione di opere di disegno industriale di pubblico dominio, nonostante una precedente legge ne avesse confermato la legittimità per quelle aziende che producevano prima dl 19 aprile del 2001".
In sintesi: gli effetti saranno tali da non rendere più possibile per tutte queste aziende, soprattutto piccole e medie imprese diffuse nei diversi distretti industriali, fabbricare e commercializzare le opere di disegno industriale di pubblico dominio, come ad esempio mobili, illuminotecnica, complementi d'arredo, attività da sempre non soltanto sostenuta da provvedimenti specifici, ma anche espressione del made in Italy. Dunque la norma del Governo "è devastante per le imprese perché mette in seria discussione la loro esistenza e per i numerosi lavoratori che perderanno il posto di lavoro, ma si perdono anche competenze e professionalità, fattori chiave della tenuta del nostro sistema produttivo".
Con una domanda d'attualità, Bartaloni e il gruppo Pd in Consiglio provinciale chiedono alla Giunta provinciale quali iniziative saranno prese dalla Provincia nei confronti del Governo "affinchè tale norma venga cancellata come chiesto dalle istituzioni pubbliche toscane ad ogni livello, dalle associazioni di categorie e dalle stesse imprese". Un'altra notazione, di carattere più strettamente politico: "Quello che emerge è che questa misura è stata voluta da Lega per favorire le aziende del Nord a discapito delle altre.
E' inaccettabile". I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno presentato un'interrogazione sulla questione. Oltre alle grandi aziende manifatturiere "viene mortalmente danneggiato l’indotto che nella Provincia di Firenze rappresenta punti di eccellenza e una buona occupazione". A tal proposito "ci preme precisare - scrivono Calò e Verdi - che tale provvedimento arriva in un momento delicato della vita del nostro paese dove la crisi economica in atto e recessione e stagnazione stanno cancellando migliaia di posti di lavoro e anche centinaia di aziende artigiane, che proprio nel settore della manifattura italiana, e della diffusione della cultura del design hanno garantito una tenuta dei livelli occupazionali".
Rifondazione chiede di conoscere quali iniziative l’Amministrazione provinciale intende attivare per contrastare gli effetti devastanti di queste misure sul settore manifatturiero della riproduzione di oggetti di design al fine di tutelare occupazione e filiere produttive, come anche se è in atto un coordinamento tra Provincia di Firenze, Siena e Arezzo con la Regione Toscana al fine di avviare una concreta proposta da avanzare al Governo "per trovare soluzioni adeguate che salvaguardino tale comparto manifatturiero".