La Regione costretta a coprire il deficit dei bilanci sanitari fiorentini con 80 milioni di euro e l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia che dice: «E’ venuta l’ora di dimostrare che le Società della Salute esistono, funzionano e servono». «Alla buon’ora», vien da dire al Vicepresidente della IV Commissione (Sanità) Stefano Mugnai, Consigliere regionale del Pdl. «Mi domando cosa si aspettasse finora», bofonchia. Sì perché il punto è, dice Mugnai che «in un colpo solo cadono i due baluardi dell’orgoglio sanitario toscano made in Rossi: il pareggio contabile e le Società della Salute».
Un colpo duro da mandar giù, per la maggioranza: «Ma per noi del Pdl era tutto ampiamente previsto – afferma Mugnai – anche se magari non ci aspettavamo le affermazioni con cui l’assessore, sulle Sds, si spinge a fare autogol sul vuoto pneumatico di efficacia e funzionalità di queste ennesime sovrastrutture burocratiche, veri e propri centri di controllo del potere». Anche quanto ai buchi di bilancio delle varie Asl la situazione non è rosea: «Gli 80 milioni di deficit accumulati a Firenze principalmente tra Careggi e Asl 10 sono la punta di un iceberg – spiega Mugnai – che purtroppo riguarda un po’ tutte le Aziende sanitarie della Toscana, dove più e dove meno.».
Che fare? Il Pdl è certo di saperlo: «Aprire al merito, alla libera scelta e all’iniziativa questo sistema di potere sanitario che è ormai bloccato e avviluppato su se stesso, lontano dalle esigenze dei cittadini toscani siano essi pazienti o operatori sanitari». Mugnai ricorda che il Pdl da tempo mette le sue idee a disposizione della Regione: «Ma noi – continua – non siamo quelli per cui tutto è bene quel che finisce male. Tutt’altro. Anzi ci rammarichiamo per tutti i disagi e le limitazioni che la sanità toscana impone ai suoi utenti, in primis i tagli ai servizi fatti passare per razionalizzazioni il cui specchio sono principalmente le spesso esorbitanti liste d’attesa per accedere alle prestazioni». «E’ ormai indispensabile un cambio di passo», avverte Mugnai.
«Ma per percorrere la strada che noi indichiamo e riportare la persona, al posto dell’apparato, al centro del sistema sanitario toscano – prosegue – serve un coraggioso cambio di cultura amministrativa e politica. Soprattutto, è necessario abbandonare quell’arrogante atteggiamento di autosufficienza da primi della classe che ha contraddistinto la gestione Martini-Rossi fino a pochi mesi fa».