Firenze- Ci vorranno almeno 3 anni, se continuerà il tasso di crescita stimato per il 2010 al 4%, alle cooperative della cultura e dei beni culturali della Toscana, per recuperare quanto perduto con la crisi del 2009. L’anno scorso il fatturato del settore ha registrato una contrazione di quasi il 12% solo in parte recuperata con la crescita del 4% stimata per il 2010. Una situazione pesante per una regione come la Toscana che della cultura dovrebbe fare la sua punta di diamante per affrontare la crisi.
Invece nel settore della cultura – che secondo Unioncamere in Italia produce (dati 2006) 167 miliardi di euro di ricchezza e 3,8 milioni di occupati divisi in 900 mila imprese – la Toscana a fronte del terzo posto tra le regioni italiane per presenza di patrimonio culturale, conta solo l’ottavo posto in termini di Pil prodotto. Forte e qualificata la presenza nel settore di imprese cooperative. Il settore delle cooperative della cultura aderenti all’Associazione Produzione e Lavoro conta in Toscana 500 addetti e produce ricchezza per 30 milioni di euro.
Sono 32 le cooperative toscane di produzione e lavoro aderenti a Legacoop che si occupano di cultura, e che operano nei settori dell’archeologia e del restauro, del teatro e della musica, del giornalismo e dell’editoria, delle scuola di lingua e del cinema, della libraria e del tempo libero. Di questo e di come impostare un nuovo modello di rilancio del settore si parlerà domani a Firenze per l'Assemblea delle cooperative della cultura e dei beni culturali della Toscana, promossa dall’Associazione regionale cooperative di produzione e lavoro della Toscana.
L’appuntamento è per giovedì 16 settembre alle ore 10 presso la Biblioteca delle Oblate in via dell'Oriuolo 26 a Firenze. Oltre alla Vicepresidente dell’Associazione Regionale delle Cooperative di Produzione e Lavoro, Susanna Bianchi, sarà presente fra gli altri l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti. “Nel vortice di una crisi globale nella quale il sistema finanziario coinvolge nella sua rovinosa caduta anche l’economia produttiva, cultura e formazione subiscono l’abbandono da parte dello Stato – dichiara Susanna Bianchi – le nostre imprese sono portatrici di importati valori, non solo economici ma anche sociali: basti pensare alle relazioni interpersonali che si generano e che si moltiplicano attraverso la cultura.
Occorre definire una nuova strategia progettuale di lungo respiro con la quale indirizzare risorse pubbliche unitamente a risorse private sugli aspetti strutturali della cultura in Toscana”.