“Rivolgo un appello a tutte le sigle sindacali del mondo della scuola, ai professori intenzionati ad aderire alla protesta prevista per il primo giorno di scuola: perché non svolgere l’assemblea nel pomeriggio anziché la mattina? Ci sarebbe così la possibilità per gli studenti di seguire le lezioni senza subire disagi, senza per questo ledere il diritto a manifestare il dissenso. Sarà possibile per una volta ragionare per il bene delle famiglie e degli studenti? O vincerà ancora una volta l'odio politico verso il ministro Gelmini?” A rivolgere l’appello è il consigliere regionale del Pdl Tommaso Villa, alla luce della decisione assunta da alcune sigle sindacali di indire un’assemblea sindacale la mattina del 15 settembre, primo giorno dell’anno scolastico in Toscana. Primo giorno che quindi rischia di slittare di 24 ore, a giovedì 16, se confermata l'iniziativa di mercoledì. “A questo punto si potrà verificare con mano, se la protesta nasce per migliorare la Riforma pur contestandola o se invece l'obiettivo palese sarà quello di scatenare per l’ennesima volta il caos contro il ministro.
Del resto le perplessità in merito alla data scelta per l’assemblea non sono solo nostre, come dimostrano le prese di posizione assunte dall’Associazione nazionale presidi. Spostare l’asseblea al pomeriggio permetterebbe di contemperare i diritti degli studenti e quelli dei professori. Purtroppo – prosegue Villa - leggendo le parole presenti sul sito della Cgil non vedo grandi possibilità di schiarite politiche per i prossimi giorni. Il sito recita infatti al suo interno: ‘E’ una risposta legittima alla destrutturazione dell’intero sistema nonostante l’opposizione di molti dirigenti scolastici’, proseguendo così ‘altissima l’adesione, tanto che nell’80% dei casi viene ipotizzata la chiusura degli istituti, a cominciare da Empoli dove il Comune ha già fatto sapere che le scuole apriranno direttamente il 16 settembre’.
Insomma – aggiunge il consigliere regionale del Pdl - si gode dei danni a terzi che questa protesta provocherà. Continuando con questo clima di insanabile contrapposizione non si otterrà mai nulla. Un atteggiamento che non è proprio di chi crede, come il Pdl, nella cultura del dialogo. Infine – conclude Villa - una riflessione: qualcuno ha chiesto cosa ne pensano di questa scelta gli studenti, attori principali di questa vicenda? I sindacati, anche alla luce del parere contrario dei presidi, hanno pensato di udire il parere delle Consulte provinciali degli Studenti (organismo di rappresentanza degli studenti della scuola secondaria)? Domande retoriche, giacché i sindacati sono troppo presi dalle polemiche”. Intanto, il sindaco di Borgo San Lorenzo, Giovanni Bettarini, ha scritto al ministro Gelmini per invitarla a “vedere che cosa sta succedendo nelle nostre scuole” di persona. “Egregio Ministro Gelmini – si legge nella missiva -, quello che si apre sarà un anno scolastico che non scorderemo.
Che nessuna famiglia con figli alle materne, elementari, medie, scuole superiori scorderà; che nessun insegnante, specialmente precario, scorderà. E che non scorderemo neanche noi amministratori locali. Più volte i sindaci, di centrosinistra come di centrodestra, hanno richiamato la sua attenzione sul fatto che le scelte compiute dal Governo avrebbero creato una situazione insostenibile per le famiglie, per le Scuole e per gli stessi Comuni. E così sta purtroppo accadendo. I sindaci, signor ministro, incontrano le persone.
Siamo noi che ascoltiamo le proteste, che leggiamo il senso di frustrazione e di rabbia di genitori che si vedono negare risposte ai bisogni dei loro figli. Un senso di vasto e profondo disagio attraversa le nostre Scuole, ed è necessario sperimentarlo di persona per comprenderlo veramente. E’ per questo che le rivolgo un invito: venga a vedere che cosa sta succedendo nelle nostre Scuole. Venga a Borgo San Lorenzo a incontrare i genitori dei bambini che non avranno il tempo pieno. Venga a parlare con i genitori che la mattina devono entrare al lavoro e che troveranno chiuso il cancello della scuola materna.
Venga a vedere le nostre scuole di frazione e ci dica come mai dovremmo chiuderle; venga a spiegarci come possa essere migliore per i bambini avere un’unica scuola elementare in un comune di 146 kmq. Venga a vedere quante opportunità di crescita e quante possibilità di lavoro verranno negate agli adulti dopo la drastica riduzione dell’organico del nostro Centro Territoriale Permanente. Venga a incontrare gli insegnanti, a parlare con i Dirigenti scolastici. Ci farebbe piacere poterle far conoscere una realtà come la nostra, con un territorio vasto, degli edifici scolastici su cui abbiamo investito e a cui teniamo, e cittadini e famiglie attenti alla scuola e a ciò che le succede.
La aspettiamo, signor ministro. Dopo che avrà visto com’è oggi la scuola reale potrà valutare se tutto questo corrisponde davvero alle sue intenzioni, e soprattutto se può rispondere alle sfide che il nostro Paese ha di fronte”. Suono della prima campanella con un giorno di ritardo anche nei plessi di Calenzano. L’adesione dei docenti all’assemblea sindacale, convocata per il primo giorno di scuola, il 15 settembre, ha toccato quota 98%. Tanto che non è garantito l’inizio delle lezioni e la maggior parte dei plessi scolastici rimarranno probabilmente chiusi.
L'assemblea sindacale convocata per mercoledì 15 settembre da Cgil, Cisl e Gilda, rivoluziona il calendario delle lezioni previste nelle scuole facenti parte l'Istituto Comprensivo Montespertoli. In quel giorno infatti rimarranno chiuse le scuole dell'infanzia e le primarie, mentre tre classi delle medie, la 2D, la 3D e la 2E, svolgeranno l'orario ridotto 8:20-10:50. Dal 16 settembre le lezioni prenderanno il via regolarmente. Per molti alunni di Empoli il primo giorno di scuola non sarà il 15 settembre ma il 16.
Le organizzazioni sindacali Flc-Cgil, Cisl-Scuola, e Gilda-Unams hanno infatti indetto, proprio per il 15 settembre (dalle ore 8:30 alle ore 12:30), l’assemblea sindacale aperta a tutto il personale docente e Ata di tutti gli ordini della scuola statale di Firenze e provincia. Non si tratta formalmente di uno sciopero, ma la chiusura delle scuole nel giorno della riapertura è pressoché sicura anche a Empoli. L'ufficio scuola del Comune, in collaborazione con i tre circoli didattici empolesi, sta monitorando l'adesione all'assemblea del personale per avvisare le famiglie sulla chiusura delle classi.
E' praticamente sicuro lo slittamento dal 15 al 16 settembre del primo giorno di lezione in tutte le scuole del 1° circolo, dove l'adesione del personale all'assemblea è quasi totale. Altissima l'adesione anche nel 3° circolo didattico. Anche per i ragazzi che frequentano le scuole di questo circolo è quasi sicuro che il rientro tra i banchi sarà per il 16 settembre e non per il 15 come programmato. Un'eccezione potrebbero essere le scuole primarie di Ponzano e Serravalle, dove la presenza di alcuni insegnati potrebbe consentire l'apertura mercoledì 15.
La decisione sarà presa dal dirigente scolastico nei prossimi giorni. Un po' differente la situazione nelle scuole del 2° circolo empolese, dove i ragazzi rientreranno il 13 settembre. Qui l'adesione del personale ha raggiunto il 90%, ma l'eventuale sospensione delle lezioni il 15 settembre può essere facilmente comunicata alle famiglie nei giorni di lunedì 13 e martedì 14. Alle scuole medie Busoni-Vanghetti, invece, dove il rientro è fissato per il 15 settembre, la percentuale di adesione si attesta al 30% e la situazione è quindi ancora incerta.
Anche in questo caso una decisione è attesa nei prossimi giorni. "Il comune e gli istituti scolastici faranno ogni sforzo per avvertire in tempo i genitori della sospensione delle lezioni del 15 settembre - dice Eleonora Caponi, assessore alle politiche educative - con avvisi, lettere e comunicazioni". Intanto, anche dall'istituto superiore “Ferraris-Brunelleschi” fanno sapere che l’ingresso a scuola delle classi prime è stato posticipato a giovedì 16 settembre (con orario 9:30 – 12:40).
L’Istituto empolese ha optato per il rinvio delle classi prime dell'Iti, del “geometri” e dell'Ipsia per poter offrire ai nuovi iscritti un’adeguata accoglienza. Per tutte le altre classi l’entrata rimane invariata: mercoledì 15 settembre alle ore 8:30. E sicuramente la discussione che sarà affrontata dai sindacati riguarderà sopratutto la carenza di insegnanti che si profila all'orizzonte di quest'anno scolastico ormai al suono della prima campanella. Già ieri la Provincia di Firenze ha reso noti numeri che fanno riflettere: aumentano di quasi mezzo punto percentuale i ragazzi iscritti alle scuole superiori del territorio fiorentino, passando dai 36.241 dell'anno scolastico 2009-2010 ai 36.396 di quest’anno, con un aumento di 155 unità.
Contemporaneamente le classi, invece, calano dalle 1.632 dell’anno scorso alle 1.618 dell’anno scolastico 2010-2011 al via nei prossimi giorni (-14 unità). In altre parole: classi più affollate e, probabilmente, maggiori difficoltà per gli insegnanti e gli alunni a spiegare ed apprendere. Infine, crolla il numero di classi dedicate alle scuole serali e carcerarie: da 39 a 28. Mobilitazione anche a Siena Con una grande mobilitazione in favore della scuola pubblica e contro i tagli, che si terrà mercoledì 15 settembre, giorno dell’apertura delle scuole, prosegue l’impegno del Partito democratico di Siena contro la cosiddetta riforma Gelmini che sta gettando il mondo della scuola nel caos, anche nella nostra provincia.
Le democratiche e i democratici saranno presenti in tutti gli istituti provinciali, per sostenere i lavoratori, molti dei quali precari; stare vicino agli studenti e alle loro famiglie; ed illustrare le proposte del Partito democratico per la scuola e l’istruzione. “Quest’anno – dichiarano Benedetta Granai e Donato Montibello, responsabili rispettivamente della scuola e della formazione del Pd provinciale – iniziare l’anno scolastico è come salire su uno scuolabus dove, nonostante la buona volontà di autisti e passeggeri, si naviga a vista in una strada completamente dissestata, per cercare di arrivare alla propria scuola sani e salvi.
Fortunatamente Regione Toscana ed enti locali sono intervenuti a sostegno della scuola pubblica, ma la loro azione riuscirà a tamponare ancora per poco le lacune di un sistema scolastico nazionale sempre più in difficoltà”. La mobilitazione di mercoledì 15 settembre Da qui l’idea di una nuova mobilitazione, dopo il corteo che ha sfilato per le vie del centro storico lo scorso 27 agosto durante la Festa in Fortezza. “Con la mobilitazione di mercoledì – proseguono Granai e Montibello – il Pd vuol fare propria la battaglia di chi da mesi sta protestando contro questa cosiddetta riforma: dai lavoratori della scuola, a partire dalle tantissime migliaia di precari che perderanno il proprio posto di lavoro; agli studenti, che vedranno la qualità della didattica tagliata come se fosse uno spreco da eliminare; ai tanti genitori che, con migliaia di ore di tempo pieno in meno, non potranno far altro che lasciare i propri figli a casa a trascorrere il pomeriggio di fronte alla tv.
Forse è proprio questo l‘obbiettivo di un Governo e di un Presidente del Consiglio che monopolizzano sempre di più le televisioni e tutti i mezzi di informazione”. Alle materne ‘pluriclassi’ e transumanza nei paesi vicini “Nella scuola materna – sottolineano Granai e Montibello - avremo nella stessa classe bambini anche di età diverse. La scuola materna funzionerà soltanto al mattino e con un solo insegnante. Meno ore significa meno insegnanti e quindi licenziamenti.
Molti bambini e bambine saranno senza scuola, costretti a vivere in ‘pluriclassi’ con il famoso fenomeno della transumanza da un paese all’altro, che già si verifica altrove, oltre tutto in un territorio complesso ed esteso come quello della nostra provincia”. Licenziamenti di massa, a rischio tempo pieno e insegnanti di sostegno. “Per quanto riguarda le scuole primarie e secondarie – continuano Granai e Montibello – oltre ai tanti problemi strutturali, da quest’anno si aggiunge anche il taglio del tempo pieno, l’accorpamenti delle classi, il taglio degli insegnanti di sostegno, la non riconferma di centinaia di migliaia di insegnanti precari, studenti che potrebbero dover cambiare classe di ora in ora per seguire la loro lezione.
Uno scenario drammatico per la nostra scuola e per il futuro del nostro Paese”. Un obiettivo chiaro: distruggere la scuola pubblica. “Ormai è chiaro a tutti che la cosiddetta ‘riforma’ Gelmini – dicono ancora gli esponenti del Pd provinciale – ha come intento quello di destrutturare la scuola pubblica per creare una società elitaria, senza un reale diritto allo studio. Il sistema formativo si avvia verso il collasso, con pesanti ricadute sull'apprendimento, sulla cultura, sul processo di crescita dei nostri figli, violando principi e valori scritti nero su bianco nella nostra Costituzione.
Meno conoscenza per tutti vuol dire un Paese sempre più povero e meno competitivo”.