Che la si racconti in musica, sul palco, in una sala cinematografica o su una pagina, è sempre lei a dare vita all’arte e alla cultura, la “buona storia” di cui parla il protagonista del libro “Novecento” di Alessandro Baricco, autore risultato vincitore del Premio Letterario Boccaccio 2010 su votazione unanime della Giuria composta da: Cristina Comencini (scrittrice – regista), Paolo Ermini (direttore “Corriere Fiorentino”), Aldo Forbice (scrittore – giornalista – conduttore “Zapping”), Giuseppe Mascambruno (direttore “La Nazione”), Leone Piccioni (critico letterario), Luigi Testaferrata (scrittore) e presieduta dal senatore Sergio Zavoli. Se poi la storia su cui argomenta Baricco viene raccontata da più punti di vista, se nasce in televisione e poi si sposta in libreria, se si fa conoscere ai più sulla carta stampata, e poi passa al grande schermo: beh, è allora che “…ha inizio una riflessione.
Lo scrittore va in televisione, scrive articoli per i giornali, recita in teatro. O collabora con altri mestieri espressivi: scrive fumetti e sceneggiature. Insomma il suo habitat si è moltiplicato. Il rapporto tra chi scrive libri e il mondo, la gente, diventa assai più articolato, ricco, di quanto fosse in passato – continua Baricco -. E il lettore ha imparato nel tempo ad avere a che fare con tutte queste facce dell’autore e poi a provare ad incrociarle, a cercare di capire se quello che lo scrittore fa in televisione ha a che fare con quello che scrive: è, appunto, un inizio di riflessione”.
Un ideale, il suo, di moderno intellettuale interdisciplinare. Assieme a lui sul palco di Palazzo Pretorio sabato 11 settembre 2010 anche la scrittrice iraniana Parinoush Saniee. Quello che mi spetta, il suo primo bestseller, vincitore del Boccaccio Internazionale, dopo essere stato bandito e censurato dal governo iraniano, è ancora oggi tra i libri più venduti in Iran, ed è stato difeso pubblicamente dall’avvocato Premio Nobel per la Pace 2003 Shirin Ebadi. “Io, e gli intellettuali come me - ha affermato Parinoush Saniee - dovremmo informare di più l'Occidente sulla nostra situazione.
I problemi più urgenti nell'Iran di oggi sono la liberazione dei detenuti politici, la parità dei diritti delle donne e la libertà di esprimersi. Penso comunque che gli iraniani abbiano compiuto passi importanti per migliorare il loro futuro, anche recentemente”. Il Premio Giornalistico “Indro Montanelli” è stato invece assegnato ad una delle ‘colonne’ della televisione italiana, il creatore di alcune delle trasmissioni più conosciute dal grande pubblico, come ‘Mixer’ o ‘La storia siamo noi’, produttore dei primi innovativi programmi di intrattenimento (uno su tutti ‘Quelli della notte’ con Renzo Arbore’), nonché sostenitore di veri e propri ‘apripista’ della televisione italiana, come la medicina in prima serata di ‘Elisir’ quando dirigeva Rai Tre o la realizzazione del primo progetto della fiction ‘Un posto al sole’.
E tutto questo senza mai tradire la televisione pubblica. Stiamo parlando di Giovanni Minoli, volto storico della Rai, che adesso l'ha nominato coordinatore della struttura che si occuperà della programmazione in occasione dei 150 anni d'unità dell'Italia.