In questa edizione del Premio Pieve abbiamo pensato di dare spazio e voce a nuovi linguaggi della memoria. Pur rivendicando la sua tradizione di Archivio di memoria scritta, l'iniziativa di Pieve Santo Stefano riconosce il valore e l'importanza di altre forme di raccolta che ha direttamente sperimentato grazie ai due progetti European memories e Voci migranti ospitati nel programma 2010. Nel primo si raccolgono le storie di cittadini europei, donne e uomini di ogni età e provenienza culturale in un archivio digitale: sono racconti scritti, audio video e fotonarrazioni messi a disposizione di tutti nel sito www.europeanmemories.eu.
A integrazione del progetto europeo si segnala il workshop che si terrà a Pieve dal 7 al 12 settembre, seguito da venti partecipanti di diverse nazionalità. Nel secondo si raccolgono in video le testimonianze di migranti che vivono in Valtiberina scegliendo una modalità più immediata e semplice per il loro racconti di vita, rispetto alla scrittura. Il materiale raccolto ha ispirato la realizzazione di un documentario che viene presentato a Pieve in anteprima e ha dato vita a un laboratorio teatrale migrante che sarà presentato nell'ambito del workshop.
Il Premio Pieve offre occasioni di incontro e confronto con altre esperienze di raccolta della memoria che utilizzano nuovi linguaggi, come quella de La banca della memoria di Torino o il progetto appena lanciato da Slow Food, I granai della memoria. E' un'edizione che ospita anche i linguaggi più classici attraverso i quali la memoria si esprime, come la scrittura, il teatro, il cinema. Ci saranno figli testimoni della memoria dei loro padri, una mostra fotografica con i racconti di vita in parallelo di bambini rumeni e pievani, la presentazione della rivista dell'Archivio Primapersona, completamente rinnovata, che dedica il primo numero della nuova serie alla memoria.
Fra i diari che diventano libri, la vincitrice della passata edizione, Sabrina Perla con il suo struggente Die Katastrophe (Terre di mezzo), i titoli della nuova collana Storie italiane, realizzata con il Mulino di Bologna, la collaborazione con il Premio LiberEtà, il secondo numero della collana Autografie (Forum Edizioni). Ma l'edizione 2010 segna anche l'avvio di un progetto innovativo dell'Archivio dei diari, che si chiama Impronte digitali e ha l'ambizione di trasformare in formato digitale tutto il patrimonio della Fondazione di Pieve, partendo dalla digitalizzazione del pezzo più importante della collezione, il Lenzuolo a due piazze di Clelia Marchi, navigabile riga per riga dal pubblico del Premio Pieve. Sarà Mario Dondero a ricevere il Premio Città del diario che ogni anno l'Archivio consegna a un personaggio pubblico che, attraverso il suo impegno e il suo lavoro, ha contribuito a salvare e diffondere la memoria.
Dopo Marco Paolini, Ascanio Celestini, Rita Borsellino, Mario Perrotta, Francesco De Gregori, l'Archivio riconosce il ruolo di portatore di memoria a un altro linguaggio con il quale l'istituzione toscana dialoga da tempo, la fotografia. E premia un fotografo, amico di lungo corso dell'Archivio, che ha una sua cifra particolare nel raccontare storie e ascoltare le persone: "A me le foto interessano come collante delle relazioni umane, o come testimonianza delle situazioni. Non è che a me le persone interessano per fotografarle, mi interessano perché esistono". Fra le molte incursioni di Mario Dondero al Premio Pieve ricordiamo il suo reportage sul Sessantotto pubblicato su Primapersona e la mostra "Nella città del diario", un racconto di Pieve Santo Stefano e dei suoi abitanti realizzato per l'Archivio in occasione dei suoi 25 anni.
Il programma completo della 26esima edizione con le immagini, le storie, i brani dei diari e gli altri protagonisti, e' disponibile alla pagina http://www.archiviodiari.it/premiopieve2010.html.