"La partenza del direttore supplente, dottoressa Rita Barbera, fa ripiombare il carcere di Ranza nella precarietà più assoluta, senza una direzione stabile e continuativa in grado di affrontare in modo serio e duraturo i gravi problemi che affliggono sia i lavoratori della Casa di Reclusione sia i detenuti". La denuncia sulla difficile situazione del carcere di Ranza arriva dal sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi dopo la partenza, a fine luglio, del direttore supplente Barbera, il quarto negli ultimi quattro anni dopo l’ultimo direttore stabile D’Onofrio.
"Voglio ringraziare pubblicamente la dottoressa Rita Barbera – prosegue il sindaco di San Gimignano - per l’ottimo rapporto di collaborazione istituzionale avuto con il Comune e per quanto ha fatto in questo anno, sia a fianco dei lavoratori della struttura in lotta da tempo per le scadenti condizioni di lavoro nelle quali operano ogni giorno, sia per la qualità della detenzione dei reclusi, per i quali sono stati impostati importanti progetti di riabilitazione sociale. La sua partenza ci pone nuovamente di fronte ad una situazione incredibile di instabilità che va ad acuire i già gravi problemi della struttura: dalla cronica carenza di oltre il 40% di personale, al sovraffollamento di detenuti, alla mancanza di alcuni servizi tra cui il collegamento tra la struttura ed i centri urbani valdelsani e la scarsità di occasioni di riabilitazione lavorativa.
Tutto questo – aggiunge il primo cittadino di San Gimignano - rende la struttura anche molto meno sicura, nonostante lo spirito di sacrificio dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, e certi episodi di violenza registrati negli ultimi tempi confermano il pesante clima di sfiducia che si registra tra gli agenti e tra tutti i lavoratori della struttura. Ho parlato di questa situazione con gli onorevoli Cenni e Ceccuzzi, da sempre sensibili ai temi che riguardano il carcere di Ranza, e mi hanno assicurato che si faranno promotori di alcune iniziative per sollecitare il Governo ad intervenire.
Le stesse cose – conclude Bassi - le ho scritte al Ministro della Giustizia Angelino Alfano a fine 2009 ma il Guardasigilli non si è degnato nemmeno di rispondere".