Artigianato artistico, Nardella: ''Investiremo la metà dei fondi Bersani''

Presentato il rapporto sull’artigianato d’arte a Firenze (1.317 imprese) che fotografa una situazione ancora difficile, con qualche segno di ripresa per la ceramica, la pelletteria e la sartoria.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 luglio 2010 18:23
Artigianato artistico, Nardella: ''Investiremo la metà dei fondi Bersani''

“Il rilancio del nostro artigianato non può passare solo dalle politiche locali. La prolungata assenza di un referente nel governo, dopo le dimissioni del ministro Scajola, pesa molto sulla costruzione di una strategia di rilancio e crea gravi difficoltà. L’artigianato non è solo una voce del settore economico nazionale, ma un tratto distintivo dell’immagine dell’Italia nel mondo, una parte importante del nostro patrimonio culturale. Il governo non può ignorarlo e deve supportare i territori”.

Sono le parole del vicesindaco Dario Nardella, che stamani è intervenuto alla presentazione del secondo rapporto annuale sull’artigianato d’arte a Firenze, organizzato dalla Fondazione Artigianato artistico allo spazio Sam dell’ex Conventino. Un rapporto che per le 1.317 imprese del settore del territorio fiorentino fotografa una situazione ancora difficile, con qualche segno di ripresa per la ceramica, la pelletteria e la sartoria, ma ancora molto critico per il legno, il vetro e per il restauro, settore legato alle committenze istituzionali e quindi indirettamente colpito dai tagli imposti agli enti locali dal governo.

Nardella ha sottolineato che in questo difficile contesto, il Comune cerca di fare la sua parte: “Abbiamo deciso di utilizzare circa la metà dei fondi Bersani nel settore dell’artigianato, che consideriamo una assoluta priorità; ed abbiamo chiesto alla Camera di Commercio su affiancarci e supportarci in questa scelta” ha spiegato il vicesindaco, che ha individuato in tre punti la strategia di rilancio per l’artigianato artistico: l’internazionalizzazione e il rilancio dell’export (“gli artigiani devono fare massa critica e rinnovare le politiche di marketing”); l’innovazione (“si devono utilizzare di più gli strumenti tecnologici, internet e la ricerca applicata alla creatività”); la formazione (“è necessario un modello che ‘passi’ le competenze dagli anziani ai giovani, su cui si deve imparare ad investire”).

(ag)

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